da Bonella Martinozzi, per il Movimento5Stelle
Più di un cittadino ci ha chiesto: qual’è la posizione dei 5Stelle riguardo alla fusione de i comuni?
I 5Stelle cosa ne pensano di questa, che pare diventata la nuova moda politica del momento, l’hanno detto chiaramente in tempi non sospetti.
Ma siccome repetita iuvant e non tutti sono al corrente delle nostre posizioni sulla questione, ribadiamo:
I 5Stelle sono favorevoli alla fusione dei piccoli e piccolissimi comuni con alcune inderogabili clausole. La fusione può avvenire solo dopo un referendum tra le popolazioni interessate e se l’esito in ogni comune è favorevole alla fusione.
L’esatto opposto di quello che è capitato al comune di Abetone che si è visto fondere con quello di Cutigliano per decisione del Consiglio regionale dopo che gli abitanti di Abetone avevano respinto a maggioranza la proposta di fusione.
Ma è la legge regionale sulle fusioni che è sbagliata e va cambiata perché prevede il consenso dei 2/3 dei cittadini di entrambi i comuni. E’ Chiaro che in questo modo sono solo i cittadini del comune più grosso ad avere la parola decisiva.
Il problema dei piccoli comuni esiste ma occorrerebbe tener presenti e in giusta considerazione alcuni aspetti che invece non trovano alcuno spazio nella propaganda politica (perché di quella si tratta e non di altro). La posizione geografica, la storia del comune, le prospettive demografiche ed economiche…
Si parla invece molto dei vantaggi economici immediati che non possono essere la molla di un’operazione destinata ad avere effetti nel lungo termine.
Va inoltre ricordato che una “razionalizzazione” dei comuni toscani c’è già stata durante il periodo del Granducato, tanto che la nostra regione in rapporto alla superficie e alla popolazione ha un numero di comuni relativamente basso http://www.tuttitalia.it/
I nodi principali sono secondo noi il costo e la qualità dei servizi e la rappresentanza democratica.
Ma, anche su questi aspetti, o si tace o si mente spudoratamente.
Sui costi rileviamo che le “privatizzazioni alla fiorentina” hanno si sollevato i comuni piccoli dalla gestione di acqua, rifiuti, gas…ma hanno accentrato le decisioni nelle mani dei privati e ci ritroviamo oggi con le bollette più care d’Italia. L’Unione dei comuni, per quanto riguarda le piccole incombenze (buste paga, polizia municipale…) non ha prodotto alcun significativo risparmio o miglioramento.
Insomma la questione esiste ma va approfondita senza alcun pregiudizio e soprattutto senza alcuna faciloneria.
Tutti capiscono che 10 Piani Strutturali per 10 comuni della Valdichiano hanno poco senso ma le soluzioni non sono né semplici né scontate.
Sul versante della democrazia la riduzione dei Consigli comunali può senz’altro apparire controproducente ma se guardiamo cosa hanno espresso i Consigli comunali nelle società partecipate la questione assume ben altri contorni.
Naturalmente siamo ben consapevoli che la riduzione dei comuni è fortemente voluta dal vertice del Pd regionale che, “semplificando”, spera di poter continuare ad avere le mani libere di fronte ad un ridotto numero di espressioni politiche territoriali.
Questo aspetto ci preoccupa e valuteremo quindi con molta attenzione qualsiasi proposta seria di fusione dovesse presentarsi.