Sono passati 10 anni dalla prima edizione di Wikinomics 2.0 di Tapscott e Williams. Negli anni successivi sono seguite diverse edizioni nel mondo e anche in Italia. In quel libro si ipotizza una nuova era di la condivisione della conoscenza che avrebbe mutato i modi di produzione a partire dal software, ma anche la natura della produzione industriale. Quella previsione si è rivelata giusta. C’è però un piccolo dettaglio, quella conoscenza non è per tutti, ma per chi invece riesce a “comprarla”. I cosiddetti big data oggi sono un’opportunità per molto aziende, ma sono pochi i grandi provider che ne hanno accesso (Google, IBM, etc.). Nella campagna elettorale per l’elezione del presidente USA i due candidati ne fanno abbondantemente uso. Si dice che ne facciano uso anche i politici italiani.
E per noi semplici cittadini che quelle risorse non abbiamo? Purtroppo la teoria dettata dalla legge non coincide con la prassi. La teoria dice che tutta la pubblica amministrazione dovrebbe seguire il criterio della trasparenza. Molto è stato fatto, si veda ad esempio l’obbligo dell’archivio dell’Albo pretorio in linea. Le recenti esperienze, però, ci raccontano anche un’altra storia. Il vecchio adagio secondo cui informazione è potere rimane nel DNA dei nostri politici. Un’alternativa, però, esiste, quella di utilizzare strumenti poveri (per esempio lo stesso ambiente wiki) per accumulare conoscenza orientata al governo dei sistemi locali anche dal punto di vista delle opposizioni. I costi sarebbero risibili, la conoscenza esperta abbastanza diffusa per essere acquisita gratuitamente o quasi.
In fondo questo blog che funziona da più di sei anni è un esempio. Costi bassi, competenza tecnica offerta, impatto sulla comunità locale non del tutto trascurabile. Almeno credo. Se così non fosse, fatemelo sapere, smetto subito. 🙂
Se troviamo altri due o tre volontari possiamo iniziare!!!!
potrei essere una di quelle 4-5 persone.
Hai ragione Roberto (Donatelli) un po’ di lavoro preparatorio è necessario cosìcome un minimo di formazione. Bisognerebbe prima capire se ci sono 4 o 5 persone che intendono impegnarsi su questo. Poi ci vediamo e mettiamo a punto un programma di lavoro. Io posso mettere a disposizione un po’ di conoscenza che ho sulla tecnica e chiedere a un esperto di mettere a punto si sistema.
La conoscenza poi la dobbiamo inserire noi. Ripeto non è difficile.
Uso Wiki, e credo che sia un’ottima fonte di informazioni, ma come si mette su e gestire una cosa del genere?
x Roberto Donatelli. Prova a pensare a un sistema Chiusi descritto attraverso i suoi problemi. Ognuno di questi rappresenta una voce di una sorta di wikipedia per Chiusi. Questa pagina è organizzata con una descrizione del problema , delle opzioni che individuano corsi di azione alternativi per la soluzione del problema. Successivamente si indicano gli “attori” che influenzano la possibile scelta. Si indicano poi le possibili analisi necessarie per meglio chiarire il problema ed infine indicare se e come questo problea è relazionati ad altri. Quindi un wiki come tecnica base. Questo sistema viene progressivamente aggiornato man mano che si acquisiscono informazioni siano esse dirette cioè provenienti dalle fonti ufficiali che indirete (p.e. articoli di giornale, comunicati, etc.).
Quali vantaggi per il cittadino? Avere facile accesso a una conoscenza strutturata e orientata alla decisione.
Se me ne accenni qualcuno sarei più che lieto di usarli. Per quanto riguarda i moderni metodi di informazione sono rimasto ai tempi dei dinosauri.
Roberto (Donatelli), non credo. Questo blog rappresenta poco, ma almeno concede la possibilità di farsi sentire. Il senso dell’articolo è che volendo ci sarebbero strumenti ancora più potenti, praticamente gratuiti. Basterebbe provarci.
Purtroppo sembra che l’impatto riguardi solo i pochi soliti ‘rompipalle’, fra questi ultimi spero di esserci anch’io!