Sono d’accordo con l’ultimo commento di Giorgio Cioncoloni. Non si può ricominciare sempre daccapo. Mi sono appena arrivati i verbali delle due interrogazioni presentate nella cosigliatura scorsa da Primavera per Chiusi. Li lascio così come sono e credo che possano essere oggetto di commenti utili. Poi la palla deve passare davvero ai consiglieri comunali che speriamo ci rendano edotti dei loro progressi.
Verbale Coniglio Comunale n. 72 del 31.08.2011
I sottoscritti Giorgio Cioncoloni, Fulvio Barni e Alessandro Bologni, consiglieri comunali del gruppo “La Primavera di Chiusi”
PREMESSO
– che nel 2006 era stata indetta un’asta pubblica per l’alienazione dell’immobile comunale posto presso porta Lavinia in Chiusi Città e denominato “Vecchi Macelli”
INTERROGANO
il Sindaco per conoscere:
1) l’esito dell’asta;
2) lo stato di attuazione del piano di recupero del complesso edilizio.
Risponde il Sindaco ricordando che, a seguito di un’asta pubblica, è stato aggiudicato l’immobile al Sig. Lino Pompili che aveva proposto l’offerta per sé o per persona da nominare. Il soggetto titolare della proprietà è la società Vecchi Macelli s.r.l. Dal 5/4 possiede anche le chiavi al termine di tutte le procedure. Nel contempo è stato approvato un piano di recupero. Siamo nelle condizioni di ritirare il permesso a costruire da parte del proprietario. Può farlo subito. Non serve altro.
Cioncoloni: scopo era porre l’attenzione sul comparto di Chiusi Città che potrebbe dare respiro al Centro Storico, sperando a destinazione residenziale.
Chiede il perché ci sono voluti 5 anni.
Sindaco: perché nel contempo è stato portato avanti l’approvazione del piano di recupero e le procedure di prelazione che hanno allungato i tempi. Sarà mia cura sollecitare il privato.
Verbale Consiglio Comunale n. 69 del 03.09.2013
I sottoscritti Giorgio Cioncoloni, Fulvio Barni e Alessandro Bologni, consiglieri comunali del gruppo “La Primavera di Chiusi”
PREMESSO
– che nel 2006 era stata indetta un’asta pubblica per l’alienazione dell’immobile comunale, posto presso Porta Lavinia in Chiusi Città, denominato “Vecchi Macelli”;
– che rispondendo ad una nostra interrogazione, nel Consiglio Comunale del 31.8.2011, il Sindaco aveva comunicato che l’immobile era stato aggiudicato e che era stato anche approvato il relativo piano di recupero per cui i lavori avrebbero potuto iniziare entro breve tempo e che sarebbe stata sua cura sollecitare il privato in tal senso;
CONSIDERATO
– che tale immobile costituisce, allo stato attuale, oggetto di pericolo e di grave degrado di una zona della città che invece potrebbe essere adeguatamente rivalutata e rivitalizzata;
– che anche il bando per l’alienazione sottolineava l’interesse dell’Amministrazione a completare quanto prima la ristrutturazione dell’immobile fissando il termine dei lavori in tre anni dall’ottenimento del permesso a costruire;
– che per dare maggiore forza a tale interesse venivano fissate delle precise scadenze, con relative penalità, per quanto riguarda la presentazione del piano di recupero, l’inizio e l’ultimazione dei lavori;
– che il ritardo che si sta verificando costituisce un danno per la collettività che in tal modo viene privata di un’opera importante, anche se di carattere privato, per il rilancio del centro storico;
INTERROGANO
il Sindaco per sapere se e quali azioni intende intraprendere per far rispettare i tempi di realizzazione previsti dal bando e quindi accettati al momento della partecipazione.
Risponde il Sindaco dicendo che la questione è complessa e già approfondita in questo consiglio comunale; non tornerei sul bando .C’è un piano di recupero approvato, per noi è cantierabile. Se domani viene un imprenditore può iniziare i lavori. Ho avuto incontri con la proprietà e sollecitare questi interventi, ho segnalato tutta una serie di iniziative e dinamicità che sta facendo l’Amministrazione Comunale come l’inizio dei lavori alla Domus Romana. E’ un comparto
che va a riqualificazione complessiva, vogliamo risistemare tutta quell’area, il parcheggio fuori Porta Lavinia è ormai a progettazione è quasi al culmine. E’ un comparto che quando parte, parte tutto insieme. Le risposte posso renderle pubbliche e sono state di una crisi economica che in questo momento impedisce all’imprenditore a partire, indipendentemente dal fatto che vi fossero proposte rispetto all’acquisizione di queste abitazioni. Noi in mano grandi strumenti non li abbiamo tranne fare ordinanze per il degrado urbano, ma facemmo e l’area fu ripulita e fu messa in sicurezza. Non c’è un imminente pericolo per l’incolumità pubblica tale da consentire un’azione che comunque nelle more la fa il Comune e poi si fa ridare i soldi?.
Ringrazio per l’interrogazione perché andremo con forza a dire alla proprietà che bisogna partire per fare l’azione di recupero anche per questa sollecitazione.
Il Consigliere di minoranza Giorgio Cioncoloni rileva che è fondamentale ricordare il bando. Ho studiato copia del bando con cui è stato aggiudicato l’immobile: erano presenti tempi e penalità se non venissero rispettati i tempi. In altri casi, come ad esempio per la ex Pesa, sono state applicate penalità. Perché in questo caso non è stata fatta una forzature in quel genere?
C’è un danno pubblico perché se l’avesse presa un altro probabilmente l’avrebbe già realizzata.
Il Sindaco risponde che ci sono stati problemi per la presentazione del progetto ed i tempi lunghi sono dettati anche per le cause esterne all’Amministrazione Comunale. Occorre verificare se c’è una connessione tempistica tra l’approvazione della progettualità esecutiva e l’inizio dei lavori. Se
quella c’è si mette in atto. Si dà mandato agli uffici di valutare questa cosa.
Il Consigliere di minoranza Giorgio Cioncoloni replica dicendo che non è che la penalizzazione porta ad una soluzione del problema. Il bando prevedeva tempi precisi. Entro tre anni dall’acquisizione della licenza edilizia dovevano iniziare i lavori.
Il Sindaco spiega che gli aggiudicatari hanno un piano di recupero in mano e non concessione edilizia. E’ diverso, sono valutazioni da farsi con gli uffici.
Sono andato a rivedere un mio post sul blog relativo al consiglio del 2013, dove lamentavo un certo disagio per la poca chiarezza sugli argomenti trattati, primo fra tutti questo. Ho così scoperto che non avevo capito niente di quanto si stava allora discutendo, compresa la localizzazione e la consistenza del complesso in questione. Oggi, dopo tre anni, la questione è ancora poco chiara. Secondo l’asta del 2006 la realizzazione di un piano di recupero (da produrre entro sei mesi) doveva risolversi in poco tempo. Invece tutto tace.
Queste due interrogazioni forniscono molti elementi in più per condurre una ricerca sugli atti che interessano la vicenda. Afferma il sindaco che c’è un Piano di recupero. Dato che l’approvazione di un Piano di Recupero richiede una delibera consiliare sarà utile trovarla e magari fare anche una copia del piano medesimo.
Inoltre il sindaco dichiara “Siamo nelle condizioni di ritirare il permesso a costruire da parte del proprietario. Può farlo subito. Non serve altro.”. Quindi sembvra che la concessione fosse pronta. Anche di questo ci deve essere traccia.
Si ha comunque l’impressione di una risposta evasiva. Però ora ci sono tutti gli elementi per una valutazione approfondita e veloce della documentazione.