da Agnese Mangiabene per conto di Possiamo – Sinistra per Chiusi
Appello a firmare per indire il referendum abrogativo dell’articolo 34 bis della riforma della sanità toscana.
Dopo la grande mobilitazione che, nel 2015, portò in poche settimane ad avere 55.000 firme a sostegno della richiesta di Referendum che chiedeva di abolire completamente la Legge sanitaria 28/2015, i comitati referendari tornano a gridare alla privatizzazione e a puntare il dito contro lo smantellamento della sanità pubblica, chiedendo un ulteriore referendum contro la riforma targata Rossi-Saccardi. Come è noto la proposta fu insabbiata con l’approvazione, nel mese di dicembre 2015, di una nuova legge (la 84/2015) che ha richiesto una maratona del Consiglio regionale e il referendum non è mai stato fatto.
Stavolta il quesito chiederà agli elettori quanto segue: “Volete voi abrogare l’art. 34 bis della legge regione Toscana n. 40/2005, qui sotto riportato, inserito dall’articolo 32 della legge regione Toscana 84 del 28 dicembre 2015, inerente le sperimentazioni gestionali con convenzione?”.
In pratica, l’articolo 34 bis permetterebbe alle Asl, anche se in via sperimentale, di chiamare senza concorso un privato per svolgere alcuni servizi sanitari. Questa prerogativa non è contemplata dalle leggi nazionali ed è stata inserita, per la prima volta, nella normativa toscana.
Come gruppo “Possiamo – Sinistra per Chiusi”, non condividiamo i contenuti della riforma di Rossi e Saccardi; la riteniamo ingiusta e spaventosa in quanto architettata per delegare sempre più al privato le attività. Pertanto invitiamo i cittadini residenti nel nostro comune ad andare a firmare per richiedere il referendum abrogativo, presso l’ufficio anagrafe. L’obiettivo è raccogliere 40mila firme entro la fine di ottobre così da poter svolgere il referendum nella primavera dell’anno prossimo.
Crediamo nell’importanza di questa raccolta firme per preservare i diritti all’assistenza, alla cura, alla prevenzione e non massacrare l’ultimo stralcio di sanità pubblica.
Tentano di indottrinarci sull’efficienza e la bontà della sanità toscana, ma i fatti dicono altro; sin dagli anni ’90 la Toscana ha adottato una politica di riduzione del numero delle ASL, di centralizzazione dei servizi e tagli di strutture sanitarie, provocando un allungamento estenuante delle liste d’attesa e ticket esosi. La riforma Rossi-Saccardi, con l’accorpamento delle Asl regionali, il taglio dei posti letto e del personale, andrà sempre più ad ingrassare il privato e a destrutturare il sistema pubblico. Promuovere il referendum avrà anche il significato di opporsi a questo sistema che lede i diritti dei cittadini. La salute è un diritto di tutti e la sanità deve rimanere pubblica.