da Luca Scaramelli e Daria Lottarini
Nel consiglio comunale di Venerdì, l’unico punto all’ordine del giorno, prevede l’interrogazione del gruppo di maggioranza al Sindaco sulla questione del palazzetto. IL REGOLAMENTO PREVEDE CHE A SEGUITO DI UN’INTERROGAZIONE, NON VI SIA DIBATTITO POLITICO. Con questo sistema non si permette alle opposizioni di esprimere la propria opinione e quella dei cittadini che non si sentono rappresentati da questa maggioranza.
Per noi la Politica è Partecipazione. Non autocelebrazione.
Possiamo- Daria Lottarini, Luca Scaramelli
Chiusi, 24 Ottobre 2016.
Sentiamo cosa dirà il Prefetto a cui è stata sottoposta la questione visto che il segretario comunale non ha saputo/voluto/potuto dare una risposta chiara.
L’interrogazione della maggioranza è stata presentata lunedì mattina (gli uffici comunali aprono alle 8,30) e dopo un’ora e mezza era già stata notificata ai consiglieri la convocazione del Consiglio per venerdì.
Ma i 5 giorni di preavviso non ci sono!
La fretta non è mai buona consigliera.
Comunque il sindaco, al di là degli espedienti procedurali, dovrà chiarire molti aspetti sul nuovo Palazzetto perché a Pania si stanno affondando milioni di euro e tutti devono sapere come e per cosa vengono spesi.
Un consiglio comunale convocato il 24 per i 28 ottobre, quindi senza neppure concedere i 5 giorni previsti dal regolamento, e senza che le minoranze possano intervenire presenta tratti kafkiani. Un altro bel capitolo di questo che secondo me è un caso di scuola che andrebbe scritto.
È quasi certo, pena un giudizio politico negativo generalizzato, che in qualche modo il sindaco aprirà un dibattito. Il vero punto interrogativo è se i gruppi di minoranza in consiglio accetteranno un dibattito concesso al di là delle regole e condotto con le regole inventate dal sindaco. Per regolamento le comunicazioni del sindaco non sono dibattute e al solo consigliere presentatore vengono concessi 5 minuti complessivi fra presentazione e commento dopo la risposta. Propongo che tutti i consiglieri devolvano il gettone di presenza a qualche buona causa in segno di protesta.