Ferrovia: l’importanza degli archivi

dav

dav

  di Rita Fiorini Vagnetti

Sempre per riprendere, come ad un giro di giostra, argomentazioni su tematiche importanti per il presente-futuro  del nostro paese, vorrei tornare indietro nel tempo.

Per quanto mi riguarda il 26 novembre del 2014, data certamente non significativa se non per la mia partecipazione alla querelle   sul futuro della nostra stazione ferroviaria. In quella data, in particolare, come lista civica “ I Cittadini per Chiusi”, ho presentato un’interrogazione circa i collegamenti ferroviari  nel nostro territorio.

Qualcuno potrebbe insinuare ma :” ha fatto poco o niente  quando era in consiglio, ed ora (allora) cosa vuole?“.

Sarebbe, forse, un giudizio  un po’ superficiale, ingeneroso  e di parte. Avendo più tempo per riflettere senza i limiti imposti dalle convocazioni o dalle ” intemperanze” di alcuni amministratori, posso oggi, con più distacco ma anche con più incisività, riflettere e valutare quanto fatto o non fatto durante la passata legislatura.

Nell’interrogazione, dopo la dovuta premessa e le opportune argomentazioni, nella parte finale, si chiedeva al sindaco Scaramelli e ovviamente gli assessori di competenza:

SE

“Ha chiesto a Rete ferroviaria italiana e Trenitalia almeno due fermate delle frecce rosse o simili utilizzando le attuali interconnessioni, come ha fatto Arezzo”.

“Se non sia opportuno, in alternativa, ripristinare gli intercity con la connessione veloce con le stazioni di Firenze e Roma”.

Non ricordo, a memoria,  quali siano state le risposte del sindaco o dell’assessore competente, ricordo solo che, allora, si sosteneva cosa diversa da quanto da me richiesto:

Era quasi, per la maggioranza , un” cavallo di battaglia” quello di pensare ad una nuova stazione in linea Non si teneva, pero’, conto che bisognava e bisognerebbe puntare principalmente sull‘esistente e sulla sua ricostruzione

Oggi più che mai ,senza fare voli pindarici, la stazione di Chiusi , potrebbe e dovrebbe migliorare “ il suo look e la sua funzionalità”, senza troppi sforzi o sciupio di altre forze economiche. Fermarsi, cioe’, un attimo e pensare a  quanto sia necessario rivalutare la nostra stazione che, absit iniuria verbis, è stata troppo tempo declassata

Penso che i marciapiedi e cose simili siano un ottimo orpello ma non sono determinanti se non in parte per i servizi richiesti. Al momento sentiamo spesso ripetere il ritornello: “dobbiamo pensare al futuro, alla politica del fare”. Benissimo, ma allora pensiamoci davvero ma con buon senso e con oculatezza, senza farsi prendere dal facile entusiasmo di momenti esaltanti per  se stessi ma non per il paese, soprattutto facendo bene i conti con previsioni realisticamente concrete.

Si tratta di denaro pubblico, non possiamo dimenticarlo:  sarebbe un errore epocale, a danno dei cittadini

Questa voce è stata pubblicata in POLITICA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.