di Rita Fiorini Vagnetti
Non desidero questa volta mettere il dito sulla piaga dell’inflazione dei selfie,: più se ne parla e più si dà visibilità, e questo non e’ un bene. È solo per puntualizzare un aspetto interessante e sconvolgente di una vicenda a lieto fine.
Ma il bambino è arrivato a Chiusi da dove con chi e perché? Credo che questo lungo viaggio da Villa San Giovanni a Chiusi sia stato abbastanza traumatico per un bimbo solo, straniero e senza punti di riferimento. C’è da chiedersi: ma nessuno durante un percorso cosi’ lungo si è accorto del bambino? Senza fare polemica e puntare l’attenzione su qualcuno o qualcosa in particolare, ma come possono certi avvenimenti così tristi e sconvolgenti passare inosservati? Volendo ampliare il ragionamento si andrebbe troppo lontano e si dovrebbe aprire una finestra sul problema annoso dell’immigrazione, dell’accoglienza, dell’integrazione. Questo non può partire da un semplice cittadino come sono io se non per qualche riflessione di carattere generale.
Da parte mia ho tentato nell’ultima competizione elettorale a Chiusi, per le amministrative, di richiamare l’attenzione sul fatto che una cittadina rumena venisse inserita nella lista elettorale e ritengo che la provenienza non possa e non debba fare la differenza, se si considera il punto di partenza personale, famigliare, sociale, pur con le distinzioni dovute. Doveva essere un messaggio, un invito a riflettere e a fare proposte nel senso proprio del quale si sta ragionando, ma forse non e’ stato ben compreso o non sono stata in grado di spiegare bene le ragioni della mia scelta.
Forse aprire un tavolo di dibattito per qualche riflessione in più non sarebbe male anzi un occasione per qualche proposta interessante. Mi aspetto che l’Amministrazione se ne faccia carico…
Condivido le considerazioni della professoressa Fiorini. Troppo spesso si semplifica su un tema assai complesso. Costruiamo conoscenza intorno al fenomeno.
Ricordo che questi bambini vengono talvolta (forse spesso) utilizzati per il commercio degli organi. Stiamo vivendo un nuovo nazismo e non ce ne rendiamo conto. La nostra civiltà occidentale che ha maturato regole civili di convivenza non può chiudere gli occhi di fronte a questi crimini.