Possiamo: le dimissioni certificazione del fallimento politica culturale del Comune

fondazione orizzonti d'arte

da Luca Scaramelli per lista Possiamo

Le annunciate dimissioni del Presidente della Fondazione Orizzonti segnano il fallimento delle politiche culturali e promozionali operate dalla maggioranza che governa Chiusi. In quattro anni di attività della fondazione, Silva Pompili, è il terzo presidente che si dimette. 

Possiamo – Sinistra per Chiusi ha sempre sostenuto che la Fondazione è nata su presupposti sbagliati, con una decisione calata dall’alto, senza nessun coinvolgimento del tessuto cittadino, senza indirizzi e strategie chiare.  In definitiva, l’ente costituito nel 2012 ha preso il posto dell’Istituzione Teatro Mascagni solamente per meglio  aggirare le difficoltà economiche di bilancio del comune e poter attrarre risorse private. Fin dall’inizio la Fondazione si è caratterizzata come un carrozzone dove inserire personaggi vicini all’allora Sindaco Scaramelli, e inclini ad assecondarne le direttive, prova ne sia che la prima presidente si è dimessa dopo pochissimo tempo dall’aver assunto l’incarico in quanto impossibilitata a svolgere in maniera autonoma il proprio ruolo.

L’obiettivo di coniugare lo sviluppo culturale come volano della dinamica turistica, in modo tale da far crescere l’attrattività e la visibilità di Chiusi anche in termini di nuove opportunità di rilancio economico e dare attuazione così al progetto del sistema Chiusipromozione non si è mai realizzato.   

Al di là dell’attività svolta dalla Fondazione, degli spettacoli proposti, del lavoro e dell’impegno di coloro che hanno diretto l’ente, ciò che è mancato è una visione d’insieme e una strategia da parte dell’amministrazione comunale.   Sono stati, inoltre, ristretti gli spazi di utilizzo di strutture vitali, come il Teatro Mascagni, imponendo il pagamento di cifre assurde per il suo utilizzo. In poco tempo sono stati accumulati ingenti debiti che tuttora gravano sul bilancio. In particolare durante il triennio di presidenza Rossi, con il colpevole silenzio e totale immobilità del Sindaco Scaramelli. 

Silva Pompili, chiamata a presiedere l’ente dopo la disastrosa presidenza Rossi, è stata prima sottoposta al massacro elettorale delle scorse consultazioni comunali, dove è risultata clamorosamente non eletta, condividendo tra l’altro lo stesso destino con la funzionaria della fondazione Arianna Fè, dopodiché nonostante sia rimasta inspiegabilmente in carica è stata costretta alle dimissioni, nonostante avesse “dimenticato” la vicenda elettorale. Adesso bene sarebbe conoscere i dettagli sulle motivazioni che l’hanno portata a maturare questa scelta, quello che appare evidente comunque, al di là di quelle che saranno le motivazioni ufficiali, è la solitudine politica, amministrativa e personale in cui si è dovuta muovere in questi mesi.

In ogni caso, come avevamo previsto, un’intera esperienza è giunta al capolinea. L’assunzione della presidenza della Fondazione da parte del Sindaco sarà quanto meno singolare: si nomina nel consiglio di indirizzo e poi si fa eleggere da coloro che egli stesso nomina nel Consiglio. Oltre al conflitto tra controllore e controllato, la scelta del sindaco si configura anche come un segno di sfiducia nei confronti dell’assessorato alla cultura, rendendolo di fatto inutile e rafforzando la logica “dell’uomo solo al comando”. Ritenere che tutto questo sia un passo in avanti per riportare più vicino al comune la gestione e la promozione delle attività culturali ci pare fuorviante. Ci sembra invece un passo fatto a caso per assenza di idee e proposte. Del resto gli stessi recenti pseudo Stati Generali della cultura sono stati l’ennesimo evento passato nell’anonimato della città, senza lasciare alcun segno tangibile di coinvolgimento e senza idee sulle quali progettare una visione compiuta di politiche per la crescita culturale e turistica. Ci avviamo, come ormai le amministrazioni degli ultimi anni ci hanno abituato, ad un pericoloso salto nel vuoto, sia per quanto riguarda la gestione della fondazione, che non può essere certo liquidata in poche settimane, sia per quanto riguarda la gestione nei prossimi anni di un settore fondamentale della vita di una comunità come è quello della cultura.

Lista “Possiamo, Sinistra per Chiusi”.

 

 

 

 

 

 

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Una risposta a Possiamo: le dimissioni certificazione del fallimento politica culturale del Comune

  1. carlo sacco scrive:

    Nella situazione che Luca Scaramelli ha così bene chiarito e tengo a dire che tale riassunto non faccia una grinza, io credo di immaginare, e sottolineo ‘immaginare” che la mossa di Bettollini non avrebbe potuto essere per adesso diversa, purtuttavia pensando che tale provvisorietà cozzi col fatto della schiera di nominat che a loro volta nominino lui.In pratica se la canta e se la suona e questo è senza dubbio cosa che sotto ogni punto vista non abbia ragione di essere.Io, come ho detto in altro loco, lo immagino come un passaggio ed una attribuzione di certe funzioni a chi politicamente porta ed impersonifica tali responsabilità dalle quali ritengo non si possa esimere, pena ancora di aggiungere vacuità e non rispetto delle regole di gestione diretta della democrazia rappresentativa.Io credo che senza una assunzione di una buona e forte dose di autocritica da parte di chi politicamente ha voluto , protto ed usato certe scelte,non si possa andare tanto lontano.Le scelte comportano coraggio ma anche assunzione di responsabilità.Se si ritiene di non essere all’altezza di poter affrontare le conseguenze di scelte politicamente ed eticamente errate,che hanno coinvolto nel loro divenire anche anche persone ”normali” si abbia il coraggio di lavare i panni sulla pietra di un lavatoio con buon spargimento di sapone di marca ”Umiltà”e trarne le necessarie conseguenze.

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