di Paolo Scattoni
Riemerge Renzi. Si ricomincia con la propaganda. Sono già passati due mesi dal referendum. Il risultato è stato clamoroso. Si ricomincia come se niente fosse.
A Chiusi il processo ricalca quello nazionale. Nel PD si doveva discutere di referendum il 21 dicembre. Poi il tutto è stato rinviato di un mese, ma a quell’appuntamento il dibattito è durato pochi minuti e si è discusso di bilancio comunale, argomento non all’ordine del giorno. Il dibattito su quanto sta succedendo a Chiusi non c’è, un atteggiamento che non è solo del PD, ma anche di quelle forze che il referendum l’hanno vinto.
Senza quel passaggio non è possibile pensare a una strategia per questi nostri luoghi in evidente decadenza. Che ruolo gioca la politica in una situazione come questa? Purtroppo non si ha la percezione di un salto di qualità. La propaganda della maggioranza impera e fa riferimento ai fondi magazzino. Il Palapania sarebbe il perno di un nuovo sviluppo, quando invece c’è un alta probabilità che rimanga una struttura largamente o per nulla utilizzata, con costi di gestione che andranno a pesare sul bilancio pubblico. L’adeguamento dei marciapiedi della stazione diventano la svolta per l’alta velocità. Il centro intermodale non è una strada in mezzo alla campagna, ma la premessa per un polo logistico importante e compagnia cantando. Sul fatto che al confine e in prossimità del lago si costruisca una maxi-stalla da 2.000 capi bovini il silenzio è assordante.
Così mentre si ripropongono le opere e le iniziative che stano dissanguando il bilancio comunale, poco si dice dell’arretrato non riscosso dai concessionari degli impianti solari su proprietà comunali. Insomma il referendum diventa soltanto un incidente di percorso, Renzi ritorna con la sua propaganda e tutto procede come prima.