di Rita Fiorini Vagnetti
Un giocatore di poker non può, credo, essere “disperato”, ha sempre un asso nella manica : quello del bluff in fondo, essere indicato come giocatore di poker, è, a mio avviso, una sorta di elogio nel riconoscere certe abilità coloro che pensano in modo diverso. Forse, non sono né strateghi né abili. Con ciò non voglio sostenere la causa del governatore Rossi: non lo conosco e non sono certo del PD. L’ho visto solo una volta al teatro Mascagni di Chiusi in occasione di un evento particolare e mi sembrava molto ossequiosamente circondato dalle persone che condividevano con lui un progetto comune. È da saggi mutare parere ma non al punto di dimenticare…
È anacronistico insultare, non è mai un bell’esempio di dialogo democratico. Però dovrebbe valere per tutti e in tutte le occasioni. Per esempio solo per fare un riferimento personalmente vissuto, il principio dovrebbe valere anche nel rispettare le minoranze, le “povere” opposizioni che hanno solo doveri e non diritti, almeno nella logica di certi amministratori che riducono il dibattito consiliare ad una vetrina di ascolto e di alzate di mano. Tanto per essere chiari vorrei dire che l’invito ad esporre le proprie idee, nel caso del PD, in un dibattito in congresso è, a mio parere, più che legittimo. Peccato però che, a quanto sembra, le varie anime del partito non intendono organizzarlo se non a scadenza naturale. Se, però, c’è un’emergenza, una necessità per il paese, non sarebbe possibile trovare una via di scampo ed accontentare anche le minoranze dello stesso partito? Dare voce, cioè, a coloro che non la pensano come noi e che forse hanno qualcosa da dire!!!Tutti devono “amministrare bene e rispettare gli impegni con i cittadini”, ma questo vale a tutti i livelli anche a livello dei sindaci che comunque, quando vogliono, riescono a trovare mille modi per far prevalere il loro modus pensandi, nei limiti ovviamente dei limiti stabiliti dalle varie norme ( “almeno si spera”).
Dare più forza non solo ai sindaci ma a tutto il consiglio comunale dovrebbe essere auspicabile perché importante per l’attivazione di progetti condivisi nell’interesse dei cittadini non si comprende bene, pero’, leggendo le dichiarazioni renziane. Di chi e’ la responsabilità se non di chi sta al governo e che se non si erra e’ proprio lo stesso PD?Allora c’e’ da concludere che è il PD che non funziona e forse di questo ne sono convinti molti, moltissimi cittadini. Le colpe dei padri, e’ vero, non devono ricadere sui figli ma i figli sono pronti e preparati a sostituire i padri ?
Ho scritto e detto fuori e dentro il PD che il risultato del referendum è anche espressione di un grande disagio, soprattutto fra i giovani. A due mesi da quei risultati ancora non si riesce a fare una riflessione adeguata e attivare percorsi di partecipazione politica. Invece la si butta in caciara. Non so se il pokerista si renda conto che ormai la partita, almeno per lui, è finita.