di Paolo Scattoni
Tempo fa intervenni sulla questione palazzetto per commentare un passaggio della relazione di collaudo. Vi si diceva che il terreno di riporto sull’area del palazzetto aveva comportato un notevole aggravio dei costi. Mi chiedevo cosa avesse determinato quella localizzazione. Qualcuno ipotizzò che la localizzazione fosse stata determinata da una “donazione” da parte della ditta proprietaria (EUROSCAVI Srl). Quella ipotesi non regge perché dalla delibera del Consiglio Comunale del 22 ottobre 2003 si evince che gli otto ettari sono stati pagati ben 100.000 euro.
Allora la domanda “ma perché proprio lì?” rimane ancora senza risposta. La localizzazione non ha giustificazione urbanistica perché assai distante da tutte le frazioni del nostro Comune. C’è allora da capire lo stato di quell’area che era stata una cava al momento del passaggio di proprietà. C’erano obblighi di ripristino, così come previsto per qualsiasi cava? Di solito si provvede con la sottoscrizione di una fideiussione. C’è stata? È stata escussa?
Con un po’ di pazienza i consiglieri comunali che hanno un canale preferenziale (per quanto riguarda i tempi) ci possono lavorare. Buon lavoro dunque.
xLuciano (Fiorani). L’invito viene fatto a tutti i consiglieri perché tutti loro debbono svolgere funzioni di controllo. Mi pare che anche questa mandata di consiglieri di maggioranza non ami questo ruolo. Staremo a vedere. Intanto le informazioni piano piano arrivano perché gli uffici fanno il loro dovere.
Questo lavoro di ricerca è fondamentale perché un conto è ragionare sui fatti e un conto è ragionare sui “si dice”.
Insomma è un’indispensabile operazione di verità.
Non condivido invece il formale appello ai consiglieri tutti perché in questi anni mai un consigliere di maggioranza si è prestato per fare chiarezza su nessuno degli argomenti sollevati.
I fatti ci dicono chiaramente chi sono i nemici della trasparenza e della partecipazione a Chiusi: tutti gli esponenti della maggioranza che siedono nel Consiglio comunale.
Quindi che l’invito sia per i consiglieri di opposizione bisogna cominciare a dirlo chiaramente e non lasciarlo solo sottinteso.
100.000 € nel 2003 (o prima?) non sono pochi. Circa 193.000.000 di vecchie lire che vuol dire approssimativamente 24.000.000 a ettaro (se sono confermati gli 8 dichiarati nel post). 24 milioni di lire per un ettaro di una ex cava dismessa? Mi viene di domandare: quanto costava all’epoca un ettaro di terreno a vigna o a uliveto? C’è qualcuno che lo sa? Certo, come dice Paolo (Scattoni) nel post, l’area non era certo delle migliori per la realizzazione di un impianto sportivo. Forse però nelle delibere precedenti a quella citata da Paolo ci saranno scritte le motivazioni. Concordo con lui che sia opportuno poterle visionare per ricostruire la genesi del costruendo palapania. Sono sicuro che rivedere oggi (con la distanza degli anni) la nascita e lo sviluppo dell’operazione sia estremamente utile, oltre che per assegnare a ciascuno le reali responsabilità politiche e amministrative dell’uso del denaro pubblico, come esercizio di educazione civica per tutti noi. Ringrazio anticipatamente chiunque sia in grado di rispondere alla mia domanda: quanto costava un ettaro di terreno coltivato a vigna o oliveto all’inizio degli anni 2.000?
Il contratto per la cessione dei terreni è del 12 febbraio 2004. Quindi su quei terreni non si sarebbe più potuto procedere ad ulteriori scavi. Probabilmente l’autorizzazione è su terreni contigui di proprietà della ditta. Il punto che pone il mio post è però su quale base si è scelto quel sito.
L’autorizzazione a continuare la “coltivazione” della cava fu rinnovata qualche anno dopo, se non ricordo male nel 2008, quando già era stata ceduta la porzione di terreno su cui costruire lo stadio e già era stata posta la fatidica “prima pietra”… Emerse invece nel 2006 – con una serie di articoli di primapagina e le repliche con tanto di minaccia di querela dal parte dell’amministrazone Ceccobao – la questione del presunto “interramento” di rifiuti speciali nell’area.