da Agnese Mangiabene*
Frequentando il mondo di Facebook e dei social, capita spesso di vedere post del Sindaco che risuonano come proclami sulla realtà politica nazionale e locale, con tanto di affreschi propagandistici del nostro paesello. Rimaniamo attoniti di fronte ai sentimenti da tifoseria che questi post suscitano tra gli amici di Bettollini. Centinaia di “like” e tanti (troppi) commenti in cui viene scritto “bravo Juri”, “grande Sindaco”, “complimenti”, “sei il più forte”…
Ma complimenti e bravo per cosa? Il Sindaco di una città ha il dovere di amministrarla e Bettollini lo fa in modo del tutto normale, senza neppure troppa originalità. E allora come si spiega questo tifo? Ormai anche i social diventano veicolo di propaganda e consenso; il nostro Sindaco gioca bene su Facebook, ha capito che quello è un terreno su cui anche chi non si esprime mai, trova uno strumento semplice per dire la sua (che però si limita al tifo, appunto). Sotto i suoi post si dividono le posizioni; si sta da una parte o dall’altra.
Ma la Politica non è agonismo! O almeno nella nostra concezione di Politica, non riteniamo opportuno che venga sminuita a ciò. Pensiamo, invece, che dal confronto e dalla collaborazione sia possibile creare qualcosa di più complesso per far sì che non ci fermiamo alla normale e consueta amministrazione che qualsiasi ufficio tecnico è in grado di svolgere e si possa dare nuovo impulso alle politiche cittadine. Per cui, Sindaco, ben vengano idee e opinioni diverse sui social, piuttosto che vuoto consenso.
Il social network, il cui utilizzo non demonizziamo, non è uno strumento unidirezionale, ma comporta un’interazione tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini, proprio per colmare le eventuali distanze e difficoltà comunicative; i social devono rappresentare importanti opportunità di dialogo e confronto.
Resta però l’ambiguo e irrisolto interrogativo per cui “il profilo del Sindaco è privato o rappresenta la pubblica amministrazione?”
Il confine è molto labile: è facile in questi casi intrecciare il privato con il pubblico e questo crea inevitabilmente confusione. Una soluzione di cui il Sindaco potrebbe farsi carico può essere trovata nel differenziare nettamente i due profili, uno di “Juri Bettollini”, quale cittadino privato, e uno del “Sindaco della Città di Chiusi Juri Bettollini”; tanti professionisti utilizzano questa formula e molti Sindaci hanno pagine ufficiali distinte dai profili privati (Luigi De Magistris, Leoluca Orlando, Filippo Nogarin per fare alcuni esempi). In questo modo Bettollini potrà “postare” o “twittare” su se stesso e la sua vita privata e il Sindaco di Chiusi potrà informare la cittadinanza di cosa succede nel nostro paese. Lo invitiamo, pertanto, a prendere atto di quanto richiesto, cosicché non si ripetano spiacevoli episodi quali post che invitano a votare “SI’” al referendum costituzionale, riportati dal primo cittadino, Sindaco di tutti (anche di quelli che hanno votato NO).
Su Facebook è presente anche una pagina ufficiale del Comune della Città di Chiusi che dovrebbe essere utilizzata per la condivisione di informazioni su tematiche di interesse generale, per la segnalazione di eventi o per comunicazioni di pubblica utilità. Spesso la pagina diventa una celebrazione dell’operato della Giunta, con tanto di foto patinate ed autoelogi e finisce per creare una confusione evidente tra la dimensione di comunicazione istituzionale e quella di comunicazione politica, visto che la bacheca viene usata per sostenere le campagne politiche dei soggetti eletti.
Chi gestisce la pagina Facebook? L’Addetto Stampa del Comune? Come gli è stato dato l’incarico? Oppure il Sindaco o gli Assessori? Sulla carta nessuno avrebbe titolo formale a creare un presidio Facebook per l’amministrazione, nella pratica pressoché chiunque si sente titolato a farlo, spesso senza alcun raccordo o coordinamento organizzativo con gli altri uffici dell’Ente. Inoltre non abbiamo trovato nessun tipo di regolamento o disciplinare sull’utilizzo della pagina Facebook comunale approvato con Delibera di Consiglio o di Giunta. Chiediamo che si provveda quanto prima a ciò.
Ci auguriamo che il Sindaco metta in atto quanto richiesto, per una migliore fruibilità della comunicazione tra l’Amministrazione e i cittadini e per evitare quella fastidiosa confusione di ruoli per cui, non sempre, tutti ci sentiamo rappresentati da chi amministra.
*Gruppo Possiamo-Sinistra per Chiusi
Non solo quello che aggiunge giustamente Fiorani ma anche il fatto che non esiste una proposta alternativa su cui ragionare. Ci sono giuste critiche dei “minoritari” ma – dopo un periodo così lungo di gestione della cosa pubblica da parte di una stessa maggioranza – la critica sola non è più sufficiente. Andrebbe fatta una proposta “governativa”, presentata da chi si candida alla guida la prossima volta. Presentata e illustrata ora e non due settimane prima delle elezioni. Altrimenti la ruota girerà un’altra volta senza che nulla sia cambiato.
“Degli spettatori presenti a Pierino ed il Lupo non se ne sono viste più le tracce e ripeto lo spettacolo era di primo ordine, chissà perchè il pubblico del primo anno non si è più visto?” si chiede Donatelli.
E aggiungo io, ma lor signori che sminestrando soldi pubblici hanno deciso quale cultura va bene per Chiusi se lo sono chiesto? O più semplicemente, se ne sono accorti?
Tempo feci notare al Sindaco che i cartelli stradali di Chiusi erano, a dir poco, confusionali. Prese atto, e ne fu tolto (forse il peggiore), per tutti gli altri ho sentito dire che non ci sono i soldi, ma per Orizzonti, Chiusi Informa e il Palazzetto i soldi ci sono. Fa male al cuore vedere una cittadina con un enorme potenziale diventare soltanto un veicolo per glorie personali, tagli di nastri che non hanno senso, proclami…..al vento, opere che non si sa bene cosa portino a Chiusi, al di sopra di consistenti spese di denaro pubblico, e via dicendo…mentre a Chiusi continuano a chiudere attività commerciali, l’ultima è il giornalaio davanti al bar Venezia. Un’ultima osservazione, La Prima di Orizzonti, 4 anni fa, fu reclamizzata su due pagine di quotidiani nazionali La Repubblica, La Nazione e via dicendo. Lo spettacolo lo meritava.
Degli spettatori presenti a Pierino ed il Lupo non se ne sono viste più le tracce e ripeto lo spettacolo era di primo ordine, chissà perchè il pubblico de primo anno non si è più visto?
dei politi locali e dei loro amici stretti e tirapiedi e addetti stampa… ecc… ecc…
confesso che da quando non leggo più i proclami e i “consigli per gli acquisti” dei politici locali la mia qualità di vita è molto migliorata… parafrasando Gaber: ” quando mi perdo un tweet di un politico PD mi sento più buono”
Sono d’accordo. Solo una piccola nota a margine. La politica È AGONISMO. La politologa belga Chantal Mouffe lo teorizza. Quell’agonismo, però, è letto in chiave nobile, gramsciana, si compete secondo le regole per conquistare l’egemonia della propria linea. Ci può stare anche l’accordo e il negoziato. È agonismo, ma non antagonismo e tanto meno, come qui da noi, bolsa propaganda. Su questo Luciano (Fiorani) ha non una, ma mille ragioni.
Sono d’accordo. In un paese normale di queste precisazioni e sollecitazioni non ci sarebbe bisogno ma qui è bene dirlo e ridirlo perché ogni strumento viene usato per un unico scopo: la propaganda di chi comanda.
Altro fulgido esempio è il periodico Chiusinforma, pagato con i soldi di tutti e utilizzato ad uso e consumo di una parte politica. E non per la comunicazione istituzionale ma per mostraci le gesta del sindaco.
Stesso discorso vale per l’addetto stampa e per le convenzioni con le tv locali.
Insomma tutto l’apparato informativo del comune è utilizzato esclusivamente per la propaganda di sindaco e giunta.
Quanto a facebook vediamo una presenza assidua, specie del sindaco e dell’assessore Micheletti, per sollecitare i ben noti “bene, bravo, bis” o per dimostrarsi solleciti nel rispondere alle innocue domande dei propri sostenitori. Mai per rispondere su temi importanti e su questioni che, evidentemente, ritengono scomode.