di Paolo Scattoni
Chiusiblog, si sa, è piccola cosa. Una piccola cosa che però serve. Non è un giornale, non ha una linea. Deve però rassicurare che c’è un angolo in cui tutti, a determinate regole, possono scrivere di fatti locali e confrontarsi con altri con gli stessi interessi. Questo ruolo è stato riconosciuto via via da alcuni. Ringrazio per tale riconoscimento che ripaga il non poco impegno di gestione. Ai tempi di chiusinews e poi nel primo anno di chiusiblog maturò un conflitto con Luciano (Fiorani). Ebbi la poco brillante idea di ricordare a chi usava il blog come una specie di discarica, senza capire che lo spirito dell’iniziativa era quella di una reciprocità implicita. Se ti dico buongiorno è buona educazione rispondere, se ti offro uno spazio cerca di contraccambiare con l’informazione che possiedi. Sarebbe bene, ma non è un obbligo. Purtroppo infatti non è stato e non è ancora del tutto così, anche se qualche passo in avanti è stato fatto.
A Chiusi in passato c’è stato una sorta di equilibrio dove confluivano elite politico-economiche che dovevano trovare un accordo implicito. In questo “groviglio” c’era anche un loggia massonica locale che il suo peso l’aveva. Nel “groviglio” il possesso esclusivo di informazione viene giocata come una posizione di potere.
Io credo che una politica di trasparenza sarebbe rivoluzionaria, ma la condivisione completa dell’informazione non è abitudine semplice.
La trasparenza totale migliorerebbe la qualità del governo locale. In assenza di disponibilità su quel fronte, comunque la condivisione dell’informazione migliorerebbe la qualità della partecipazione. Recentemente questa piccola cosa che è chiusiblog ha creato irritazione, ma se si nega il giusto spazio alle iniziative per la trasparenza, non possiamo farci proprio niente.
Ho pubblicato anche se non avrei dovuto. Qui si parla di trasparenza come accumulazione di informazione al servizio di tutti. Insomma una precodizione per il dibattito.
…e allora perchè le poche volte che ho sentito di risponderti me li cestini sempre i miei interventi? Se li reputassi offensivi avresti ragione ma a me è sempre sembrato che offensivi non siano,ma forse è perchè non ti piacciono ed anche se espressi in maniera grossolana e di getto e senza rileggerli ti danno fastidio e non li tolleri ? Non ti devi giustificare con me ma almeno in nome di quella trasparenza di cui parli li potresti pubblicare.Invece no, la maggior parte li cestini. Anche perchè non è affatto vero che nell’ultimo anno sia andato fuori quantità massima di lettere.Per lunghi mesi ho deciso di non risponderti visto che non me ne pubblicavi uno, ma comunque qualche volta ti sei giustificato che quelle cose non riguardavano la politica e le cose di Chiusi.Io sono dell’avviso contrario, ma resto della mia idea-forse presentuosa la mia – che quando si voglia sfuggire ad una discussione perchè si dimostrerebbero cose che metterebbero in difficoltà,lo si faccia in maniera talmente semplicistica e ”normale” quasi da non farlo sembrare fatto apposta, ma comprenderai che gli altri non sono sempre disposti ad essere davanti ad uno che ti fa vedere l’asso di picche e che dopo te lo tramuta in asso di cuori…girerebbero gli zibidei o no? Passami la franchezza, ma ho ricevuto sempre da te tale impressione e che le cose che ho scritto sempre, ti abbiano dato un certo fastidio.Forse mi sbaglio ma per me è stato questo.
x Carla Biscottini. Mi sembrava che l’argomentazione fosse chiara. Vedo di riassumerla di nuovo in maniera più esplicita:
1) La ricerca della completa trasparenza può essere perseguita a prescindere dalle appartenenze, perché è un valore in sé.
2) La trasparenza se non viene garantita come prevede comunque la legge può essere costruita attraverso un processo di condivisione delle informazioni fra chi crede a questo valore.
Posso aggiungere che questo ho tentato di fare insieme ad altri in questo blog, ma ci possono essere molti altri “luoghi”.
se si vuole che si possa capire si dovrebbe essere più espliciti, semplicemente.
Si legge un gran rigiro di parole con rimandi e allusioni che non giovano alla reale comunicazione.
Truffaldino invocare la trasparenza se non c’è una reale intenzione di comunicare e non c’è ovviamnete comunicazione se al dialogo si preferisce il monologo.
Ci si lamenta tanto dei mancati confronti ma si è mancato di chiedersi il perché.
Le sfumature posso essere molteplici e diversissime ma ritengo che senz’altro solo pochissimi mancati interventi siano riconducibili alla paura di esporsi, penso piuttosto a distanti “affinità elettive”.
carla biscottini