di Paolo Scattoni
L’incontro all’Eden sulla politica culturale organizzato da Possiamo di giovedì 9 marzo ha sicuramente presentato aspetti interessanti e alcune novità. La prima novità ha riguardato le presenze. Hanno partecipato alcuni “giocatori” che per la prima volta si sono esposti a confronto pubblico. Una presenza sicuramente interessante è stata quella della presidentessa dimissionaria della Fondazione Orizzonti Silva Pompili, ma anche esponenti di forze politiche come il movimento 5 Stelle.
Non sono potuto rimanere fino alla fine per l’ora tarda (avevo su questo avvertito gli organizzatori), ma una novità in relazione alla Fondazione Orizzonti c’è stata e solo quella solleva molte domande.
Silva Pompili ha confermato quanto aveva dichiarato in una intervista a Primapagina, poco virgolettata per la verità. Pompili ha arricchito con alcuni dettagli riguardo all’impegno che ha caratterizzato il suo lavoro nella Fondazione: un intero giorno a settimana e continuo per un’ora al giorno durante la pausa pranzo del suo lavoro come imprenditrice. La sua mancata elezione in Consiglio Comunale è stata letta come una sfiducia al suo impegno.
Purtroppo non ho avuto la possibilità, come avrei voluto, di capire come quella candidatura sia emersa all’interno del PD. Personalmente, se pur iscritto a quel partito, non avevo capito la connessione fra candidatura e impegno in Fondazione. Mi sarebbe piaciuto chiedere per sapere come quella candidatura sia emersa e perché non sia stata di conseguenza sostenuta.
A questo punto mi piacerebbe anche sapere come si concilia la posizione di Pompili con quella del sindaco che quella motivazione ha espressamente escluso.
Nella parte del confronto di giovedì alla quale sono stato presente (quella sino alle 24) sono emerse, come prevedibile, diverse posizioni. Quella della chiusura della Fondazione è stata chiaramente espressa da Luciano Fiorano e da chi scrive. Un’ipotesi che dovrebbe essere presa in considerazione rispetto ad altre, ma che sembra essere esclusa anche se gli argomenti per il mantenimento non sono stati espressi. Un’altra domanda che mi sarebbe piaciuto fare è quella relativa al bilancio. Dice Pompili: lascio un bilancio sano anche se soffre della gestione precedente in perdita. Bene una cosa che avrei vluto chiedere è: si può finalmente dire a quanto ammontano complessivamente le perdite della gestione Rossi? Può darsi che lo si possa ricavare da quanto pubblicato nel sito della Fondazione, ma io che non sono un esperto di bilanci non ci sono riuscito.
Proprio sulla trasparenza sarebbe stata la mia successiva domanda. Romano Romanini ha esposto il suo pensiero sul controllo del lavoro della Fondazione. Sostiene Romano che alla Fondazione dovrebbe essere lasciato uno spazio autonomo per svolgere il suo programma che interpreta le linee di indirizzo del Consiglio Comunale. Con la mia proposta di chiusura il problema viene risolto alla radice. Nell’ipotesi della permanenza sarei d’accordo con Romano. Avrei, però, chiesto a Romano e ai partecipanti al dibattito su come rendere trasparente quella gestione. Con un po’ più di trasparenza forse il disastro della gestione Rossi lo si poteva prevenire, almeno in parte.
Trasparenza, trasparenza, trasparenza.
Certo che il post è limitato. L’ho anche scritto, sono dovuto andar via a mezzanotte, prima della fine dell’incontro. Come dire, questo passa il convento, se qualcuno avesse voluto, poteva (e può ancora) sicuramente inviare un suo post. Una delle domande poteva ad esempio essere: si dice che la presidenza Rossi abbia lasciato un notevole buco di bilancio. Ne ha accennato la stessa Pompili. Magari Giorgio (Cioncoloni) ci può dire perché i meccanismi di controllo non hanno funzionato.
E’ un post molto limitativo rispetto a quella che è stata l’ampia e partecipata discussione della serata in cui sono emersi anche diversi contributi sull’impostazione di una gestione della cultura nella nostra comunità, in riferimento anche ai rapporti con un’area vasta e vivace come quella che ci circonda.
Probabilmente all’autore interessava solo l’aspetto che ha messo in risalto nel post che però non è stato l’unico dibattuto ma uno dei tanti.
x Enzo Sorbera. La richiesta di trasparenza è da addebitarsi all’autore del post. Non credo che chi aspira alla guida del Comune debba necessariamente proporre discontinuità. Per le cose che sono andate bene si possono proporre eventualmente piccole correzioni in continuità con quanto costruito. Personalmente (sottolineo personalmente) credo che questo successo non ci sia stato e che urga procedere alla chiusura della Fondazione. Per gli elementi che ci sono stati dati i risultati non valgono gli investimenti pubblici impiegati. Quindi prima di procedere a proporre procedure e miglioramenti occorrerebbe capire se ne valga la pena. La richiesta di trasparenza serve anche a questo. È mai possibile che si citi sempre il “buco” lasciato dalla gestione Rossi senza mai quantificarlo. Sappiamo dall’ultimo bilancio che quel debito sia stato rateizzato (mi pare per 24.000 euro annui). Per quanti anni, con quali banche? Come vedi il problema di trasparenza è essenziale per procedere alla proposte. È un diritto, cerchiamo di esercitarlo.
A causa di una forte infreddatura, non ho potuto partecipare. Mi è dispiaciuto molto. Però, se il resoconto della serata è fedele, devo manifestare la mia delusione. Una forza che si candida al governo (di un condominio, di una città, di un paese) non può farsi dettare l’agenda dal “nemico”. Tre obiettivi sono prioritari, una volta arrivati al “palazzo d’inverno”: decapitare la struttura di comando (funzionari di primo e medio livello) della passata amministrazione, distruggerne le basi di consenso (si limitano i finanziamenti agli organismi collaterali di prima, si creano nuove alleanze), alimentare/imporre una propria “narrazione” di fatti ed eventi. Se i primi obiettivi sono da praticare ex-post, il terzo è un sistema che dovrebbe essere già costruito. Dall’articolo non traspare nulla di definito, se non un problema di trasparenza nella gestione di una fondazione. Troppo poco per candidarsi come alternativa.
C’è troppa cultura in questa città, forse è per questo che per la trasparenza non c’è spazio.
È bene evitare le sterili polemiche. Per un buon confronto bisognerebbe indicare quali effettivamente sono e perché.
Serata interessante, partecipazione buona come numero ma soprattutto come qualità, con tanti “addetti ai lavori”. Un metodo di lavoro che ha permesso un primo interessante confronto e che come Lista Possiamo sicuramente riproporremo, anche su altre questioni, perché una discussione aperta come quella di giovedì permette di entrare negli argomenti, permette di confrontarsi e di proporre idee, anche le più diverse.
La parte relativa alla Fondazione, grazie anche alla presenza della Presidente, credo abbia fornito spunti importanti sul ruolo della Fondazione stessa, sul suo passato e sul suo futuro. Al di là di sterili polemiche che proprio per il metodo di lavoro che ci siamo dati vogliamo evitare, direi però che sono emersi anche elementi nuovi e interessanti riguardo a questioni mai del tutto chiarite. La presidente Pompili ha dichiarato, smentendo di fatto quanto affermato dal sindaco in consiglio comunale, che la sua bocciatura elettorale ha inciso sulla decisione di dimettersi, oltre al fatto che, cito sempre le sue dichiarazioni, il suo è stato spesso un lavoro isolato, senza supporto del consiglio e a volte anche in disaccordo con l’amministrazione comunale sulla pianificazione del lavoro.
La lista Possiamo ringrazia tutti i presenti alla serata per il contributo al confronto, consideriamo questa la strada giusta per ridare impulso alla politica, quella buona, quella fatta tra le persone e fatta grazie alla partecipazione attiva delle persone.