di Paolo Scattoni
La settimana scorsa ho partecipato a due convegni sull’Agenda digitale regionale a Roma e Firenze. Si trattava di fare il punto delle politiche messe a punto sulla base dell’Agenda Digitale nazionale a cura Agenzia per l’Italia digitale che ha come compito quello di attuare alcune direttive europee su questo tema. La costituzione di questa agenzia si deve al governo Monti. “L’Agenzia è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del presidente del Consiglio dei ministri o del ministro da lui delegato. Svolge le funzioni ed i compiti ad essa attribuiti dalla legge al fine di perseguire il massimo livello di innovazione tecnologica nell’organizzazione e nello sviluppo della pubblica amministrazione e al servizio dei cittadini e delle imprese, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza e secondo criteri di efficienza, economicità ed efficacia” (dal sito dell’Agenzia). Si sarebbero dovute poi creare agende regionali, ma sino ad ora questo è stato fatto soltanto dalle regioni Toscana, Umbria, Lombardia e Veneto. In teoria poi si dovrebbe procedere a livello comunale o di associazioni fra comuni.
Nell’incontro romano si è discusso di agenda digitale per l’urbanistica. Come poter procedere all’omogeneizzazione dei dati soprattutto le cartografie e la documentazione sui piani urbanistici. Molto interessante a questo proposito l’utilità di questo lavoro per il dopo terremoto. Una parte molto periferica di questo lavoro ha comunque permesso di ricostruire immediatamente la base di dati delle anagrafi dei comuni con sedi comunali distrutte o inagibili.
Molto più avanzata la situazione in Toscana dove i cosiddetti “open data” prodotti dalle pubbliche amministrazioni regionali, provinciali e comunali cominciano ad essere a disposizione di tutti. Alcuni comuni sono in uno stato sicuramente più avanzato, altri meno.
Dovremmo a questo punto capire come stanno i nostri comuni e prima di tutto quello di Chiusi. Sappiamo che vi operano tecnici di valore. Si tratta di capire se c’è una sensibilità per le agende digitali locali che si debbono da una parte relazionare con quella regionale e dall’altra coordinarsi fra di loro.
C’è però anche un aspetto che andrebbe approfondito. La Pubblica Amministrazione non gestisce soltanto servizi, ma produce anche decisioni. Fra i “dati aperti” da mettere a disposizione ci dovrebbero essere anche quelli relativi ai processi decisionali: non solo gli atti finali ma tutti i processi che li hanno caratterizzati. Un facile accesso anche a questi permetterebbe il miglioramento della qualità delle decisioni stesse.
Sull’open source sfondi una porta aperta. Però va anche detto che, a fronte di colossi come Oracle o Postgres, l’aver a che fare con piattaforme open o proprietarie, cambia poco per l’utente finale, fosse pure un “power user”. Per dire, durante il mio lavoro con Postgres, il massimo dello hacking che ho fatto è un crack di password del db o la costruzione di un tracer. L’accesso a piattaforme Microsoft è garantito anche con strumenti open: ad es., sto sperimentando in questi giorni alcuni script python che vadano a scrivere direttamente su fogli excel il risultato dell’elaborazione. Se rammenti, abbiamo utilizzato alcuni esempi excel based in un paio di incontri su Arduino. Forse, i problemi che si aprono sono altri: l’uso del cloud in qualche modo “espropria” i dati, trasferendoli in una “dimensione” irraggiungibile. Però il valore aggiunto che porta ripaga di questo rischio. Ripeto, siamo ancora agli inizi e, per ora, si vedono luci e ombre, ma occorre fare attenzione a non fare come i bambini, che di un’ombra fanno un mostro 🙂
Si, Enzo (Sorbera) la stessa cosa ho sentito da altri comuni. Io poi il passaggio a Microsoft, da ignorante, non mi entusiasma essendo per il software opensource
Noi siamo già partiti su cloud. Nel giro di qualche settimana trasferiremo ulteriori applicazioni. Ovviamente, incontriamo qualche difficoltà. Bisognerà attendere un po’ per fare valutazioni. Stiamo abbandonando una piattaforma basata su java+oracle per una nuvola microsoft centered (azure + c#).
Ho fatto un’eccezione pubblicando di due commenti di Enzo (Sorbera) in sequenza. Se, però, l’autore vuole i de commenti possono diventare un post. Tutto giusto quello che dice. Io credo, però, che un coordinamento con chi sta lavorando sul tema forse sarebbe bene.
Non so a che punto siano, ma ad esempio il trasferimento sul cloud è stato più volte citato nell’iniziativa di Firenze.
Questione della trasparenza. C’è una forte attenzione alle indicazioni del ministro Madia, sebbene ci siano aspetti dell’iter decisionale che sono disciplinati da una legislazione in (buona) parte sorpassata dallo stato dell’arte. Molto abbiamo fatto, ma siamo ancora troppo dentro a una logica burocratico-normativa: l’alberatura della trasparenza per come è stata disegnata e sta venendo gestita è in linea con le disposizioni di legge (ad es., si può leggere la filigrana del bilancio a partire dallo strumento elettronico), ma non è fruibile per finalità di open data. E’ comunque una questione sul tavolo, aspettiamo il precisarsi del quadro normativo. Un punto dove siamo in ritardo è la questione delle smart-cities. Purtroppo, per questo tipo di progetti occorrono risorse molto superiori a quelle disponibili, per cui, al momento, è un po’ un sogno nel cassetto. Mi fermo qui. Da quel minimo che ho delineato, credo che emerga il fatto che nessun ente di piccole/medie dimensioni abbia la forza per affrontare, da solo, questo tipo di complessità. L’associarsi è sicuramente una strategia che consente, almeno, di affrontare il problema. Per risolverlo, ci vuole un po’ di pazienza, ma ci arriviamo 🙂
L’articolo sintetizza un argomento molto corposo e articolato, tanto da dover essere affrontato per settori, e ciascun settore presuppone competenze specialistiche anche molto sofisticate. L’agenda regionale ha individuato già da tempo diversi progetti e priorità che hanno tutti come nucleo centrale l’impresa e i cittadini – ad es. ap@ci -. In questo quadro, gli Enti della nostra zona hanno trasferito all’Unione Valdichiana una serie di competenze (e di persone) destinate in parte anche alla realizzazione dell’Agenda; e l’Unione si sta muovendo lungo diverse direttrici. Ne indico un paio. Intanto, una politica – avviata due anni fa – di omogeneizzazione dei software gestionali dei diversi comuni associati: questo per far sì che si abbiano degli standard confrontabili di qualità del servizio. Tra l’altro, in collaborazione con il partner tecnologico, avevamo introdotto anche strumenti di BI – i cd dashboards – ma sono stati usati pochissimo – segno che c’è da lavorare sulla mentalità dei funzionari -. Con il 2017, proprio nel mese di febbraio, è stata avviata la migrazione su cloud degli applicativi gestionali – così come indicato dall’agenda regionale –, progetto che sarà completato entro il 2017 almeno per il 70 % degli enti dell’Unione. Credo che siamo i primi in Toscana su questa strada. L’idea è di arrivare a fornire al cittadino e all’impresa un accesso permanente ai servizi degli enti. Questione della trasparenza. C’è una forte attenzione alle indicazioni del
Per Fiorani: ”….è difficile far capire qualcosa a qualcuno per il quale il proprio stipendio dipenda dalla capacità di non capirla”…. Upton Sinclair.
Argomento molto interessante. A Chiusi, come al solito, non c’è da farsi illusioni. L’Amministrazione si muove quando non ne può fare a meno perché nel covare le carte e nell’abbuiare i processi decisionali sono maestri.
Certo, se ci fossero maggiore attenzione e pressione da parte dei cittadini sulle questioni che attengono alla trasparenza amministrativa, forse qualcosa si potrebbe smuovere.