di Romano Romanini
Sono rimasto particolarmente colpito dalla reazione di Amministrazione Comunale, Medici e Misericordia riguardo alla interrogazione presentata dal MoVimento 5 Stelle in Consiglio Comunale sulla Casa della Salute.
Preso atto di uno stanziamento annuale da parte della USL di circa 120.000 € (soldi pubblici) per la Casa della Salute di Chiusi Città, con cui (tra l’altro) retribuire un infermiere e un collaboratore di studio, due le domande poste: sono utilizzati fondi pubblici nel Centro medico privato che ha sede nei locali della Misericordia a Chiusi Scalo?
Può essere parificata la situazione che i pazienti trovano nella Casa della Salute (ex ospedale) a Chiusi Città a quella del Centro medico privato per quanto riguarda computer in rete, infermiere e collaboratore di studio così da evitare le lunghe file?
Ad oggi nessuna risposta a queste due domande. Al loro posto un profluvio di accuse a scandire scandalo e sconcerto con contorno di attestazioni di stima reciproca, apprezzamento per il lavoro svolto e autoelogi. Una reazione che pone una questione politica e sociale molto seria. Politica perché appare evidente l’intolleranza dell’Amministrazione a dover rispondere alle forze di opposizione di ciò che fa. Una intolleranza segno di malintesa democrazia che considera l’opposizione un “accidente” fastidioso e inutile. Ma questo già lo sapevamo.
La vera novità è la questione sociale perché sembrano esistere delle categorie protette a cui nessuno può avere l’ardire di rivolgere neppure una domanda. Non solo, tutti quelli che prendono la parola su questo argomento, si sentono in obbligo di premettere la loro stima e apprezzamento per il lavoro dei medici e della Misericordia. Che non sono minimamente gli argomenti in discussione. In un modo normale è sacrosanto diritto di un qualsiasi cittadino domandare come vengono usati i soldi pubblici senza dover preliminarmente chiedere scusa o chiarire che non ce l’ho con qualcuno. E, viceversa, quel qualcuno, chiunque esso sia, (Amministrazione, medici, associazioni private) per il solo fatto che usano soldi pubblici, hanno l’obbligo di rispondere. Rispondere senza isterismi e senza arroganza. Semplicemente rispondere. Questo in un mondo normale. La dobbiamo finire di considerare la cosa pubblica “cosa loro” o “cosa nostra” a seconda dei punti di vista. La cosa pubblica è di tutti, e, il principio democratico di trasparenza e informazione obbliga chi opera con risorse pubbliche a rendere conto ai cittadini e ai loro rappresentanti democraticamente eletti. Quindi: risposte please.
Le due domande senza risposta sono state poste dai 5Stelle nel Consiglio comunale del 1 marzo.
Primapagina le ha rilanciate con un articolo il 3 marzo che in chiusura chiedeva: “Qualcuno dovrà spiegare perché. E prima lo fa e meglio è”.
Sui social la questione è stata ampiamente ripresa e discussa.
I 5Stelle le hanno rilanciate su TeleIdea e con un video https://www.youtube.com/watch?v=4hAxPCmFqoU&feature=youtu.be
oltre che con vari interventi tra cui http://www.movimento5stellechiusi.org/articoli/editoriali/93-ma-hanno-capito-le-domande-o-parliamo-un-altra-lingua
Tutto il paese ne parla.
Oggi un nuovo sollecito con questo pezzo di Romano Romanini.
E così siamo arrivati al 15 marzo, sono passate più di due settimane, e non c’è verso che qualcuno degli interessati (Amministrazione comunale e Usl) si degni di rispondere.
In un famosissimo romanzo di Camilleri, il protagonista, che non riceve risposta dall’autorità ai suoi ripetuti inviti, sbotta: “Manco gli avessi chiesto lo sticchio di sua sorella”.