di Paolo Scattoni
Così ha commentato Paolo PMiccichè sul mio precedente post:
Io Paolo rimango sempre sorpreso che tu possa sorprenderti ancora.
Quello che dichiari di non capire non è una deviazione bensì un tratto caratteristico e costitutivo di un cultura politica neo-tribale che ripropone la “Famiglia” come valore fondante, una famiglia comunitaria ma al passo coi tempi e quindi per gergo e per modalità allineata ad un certo telemarketing fatto di lustrini scintillanti e di annunci a sorpresa. Non sono richieste competenza ed intelligenza ma appartenenza e fedeltà.
Renzi, ma anche la Boschi, avevano ripetutamente annunciato dimissioni e un auto-esilio dalla politica. Nessuno ci aveva davvero creduto, contemplando una tara, ma almeno si pensava ad un “parcheggio” prolungato come sta ancora facendo il “sereno” Enrico Letta. Niente di tutto ciò: una nemmeno si è dimessa, l’altro ha prima creato un governo fotocopia e ora riappare candidandosi al bis. Ma di cosa stiamo parlando?
Gli Orizzonti, purtroppo….sono questi.
Rispondo poco volentieri alle domande di Paolo (PMiccichè), per il semplice motivo che devo necessariamente fare un po’ di autocitazioni. La risposta è che non sono assolutamente sorpreso. Le cose che afferma Paolo le condivido, l’ho dette e scritte in più sedi. Potrei aggiungere alle cose scritte da Paolo anche la mancanza di dibattito sui risultati dell’ultimo referendum dopo quasi un anno di mobilitazione propagandistica.
La battaglia che cerco di proporre si basa su una convinzione: la trasparenza dei processi decisionali non è un gadget di dubbia utilità. La trasparenza incide sulla qualità della decisione. Questa convinzione proviene dai miei studi. Trent’anni fa conclusi dopo anni di studi la mia tesi di dottorato presso la Newcastle University. Si intitola “Processes of Planning and Land Development in Italy. The case of Chiusi“. Anche allora c’erano forti resistenze. Fui obbligato a richiedere ogni documnto con domanda in carta bollata e una marca da bollo ogni quattro pagine di copia. Si può immaginare quanto mi sia costata. Fra l’altro lo storico era ammucchiato in una stanza al primo piano e trovare i documenti spesso richiedeva delle vere e proprie scalate. Mi è testimone la signora Adele Maone all’epoca appena entrata in Amministrazione e chiamata a controllare che non mi appropriassi indebitamente di documenti conservati in quella maniera barbara. Scrivere quelle 417 pagine (con un centinaio di illustrazioni) mi permise di capire i motivi dello scempio perpretato. Soprattutto mi fece concludere che lo scempio non sarebbe avvenuto (almeno nelle dimensioni che conosciamo) se quei processi fossero stati documentati adeguatamente e non ricostruiti anni dopo attraverso una tesi scritta con un approccio caro agli anglosassoni (la ricerca empirica) e poco qui da noi. Chi si ricorda oggi della vicenda SIPEB a Pozzarelli? Ma le migliaia di persone che transitano ogni giorno per quella strada si debbono sorbire la vista di un obbrobrio urbanistico. Lì addirittura si procedette con documentazione falsificata. Senza dover citare gli estremi l’opacità delle procedure che ha permesso una trasformazione dell’organizzazione urbana e del paesaggio di cui ogni giorno subiamo le conseguenze.
Si potrebbero citare molti altri aspetti della vita cittadina che hanno subito e ancor oggi subiscono le conseguenze dell‘opacità delle decisioni. Quella della trasparenza è una battaglia che vale di per sé a prescindere dalle appartenenze. È una precondizione per la vita democratica. Chi la ostacola o la ritarda rifiuta il concetto stesso di democrazia. Questo è il vero giudizio politico che conta.
X Luca Scaramelli. Abituati come siamo all’ambiente blog (non solo questo, ma anche giornali online, forum, social ecc) è difficile pensare all’inizio ad un ambiente wiki. Non sappiamo quanto la conoscenza che costruiamo collettivamente possa servire e a chi. Faccio un esempio. Su chisiaperta.it c’è una voce denominata “sicurezza idrogeologica”. All’inizio solo un titolo. Poi leggo sull’albo pretorio di una delibera di Giunta per una eventuale opera, una cassa di espansione (credo) per mettere in sicurezza una parte di Chiusi Scalo. Ne avevo in precedenza parlato con un esperto e gli chiedo se quella era quello che mi aveva detto essere utile a completare un processo iniziato anni fa e interrotto. Mi risponde con una breve sintesi che sistemo e inserisco nella relativa voce di chiusiaperta. Forse una letta prima che quella delibera di Giunta arrivi in qualche modo in Consiglio potrebbe essere utile. Magari può servire anche ad altri. Può via via essere aggionata e arricchita, sarà sempre più utile. Anche i (le) wiki hanno qualche efficacia se Erdogan ha proibito l’accesso a wikipedia perchè considerata uno strumento per sovversivi 🙂
Tutte considerazioni giuste ed interessanti. C’è un aspetto però, a mio avviso, che viene trascurato: al di là della bontà delle azioni messe in atto e delle capacità degli “attori” della p0litica locale, c’è interesse riguardo ai contenuti in discussione e alla discussione stessa? In sostanza, se venisse girato un film perfetto nella regia, sceneggiatura, fotografia e costumi, un film da Oscar, che venisse visto però solo da qualche spettatore in pochissime sale, non credo che quel film potrebbe cambiare la cultura di un certo periodo e passare alla storia del cinema.
Concordo con PMiccichè quasi su tutto quello che scrive. Gli vorrei, proporre una riflessione sugli strumenti.
Il blog ha un’efficacia relativa dice Paolo M, sono d’accordo. È soltanto un diario. L’unico vantaggio è che possiede un archivio e un motore di ricerca interno che possono aiutare la nostra memoria. C’è poi un settore pagine che sfruttiamo poco e che può contenere le informazioni più importanti. Sono, però, d’accordo il blog non può essere un data base dei nostri problemi, ma è soltanto, quando documenta bisogni, il ricettore di espressioni abbastanza approssimative di disagio immediato.
Il 7 aprile all’Eden è stato lanciato un’altra iniziativa che potrebbe farci passare dal diario all’enciclopedia dei problemi di Chiusi in ambiente wiki. IL progetto ha il vantaggio che si può lavorare in tutta tranquillità e in totale trasparenza. Poi ognuno potrà utilizzare l’enciclopedia come meglio crede…. se ci crede. Personalmente sono molto fiducioso e mi piacerebbe che tu Paolo M almeno all’inizio fossi con noi.
Scrive Paolo Scattoni: “La battaglia che cerco di proporre si basa su una convinzione: la trasparenza incide sulla qualità della decisione. ”
Certo Paolo ma fin qui la Teoria, che condivido. La Pratica è che manca lo strumento idoneo. Si rischiano azioni donchisciottesche, necessitando appunto di uno strumento che abbia una sua forza d’urto capace di modificare la realtà e non solo di poterne segnalare le anomalie. Il PD non è quello strumento, anzi crea proprio quelle distorsioni e quei comportamenti anomali. All’opposto abbiamo il Blog che denuncia opportunamente ma che rimane per lo più lettera morta; vedi anche la scarsa adesione al dibattito su questo tema perché anche chi potrebbe concordare, si sente poi impotente. Da soli si perderebbe tanto tempo per “estorcere” documenti che poi non possono essere usati come strumenti se non con lunghe ed estenuanti trafile amministrativo-giudiziarie da parte di singoli cittadini. La nostra cultura civica è lontana anni luce da queste modalità e prospettive. Insomma, nel momento in cui si possa eventualmente passare ad una fase operativa, mancherebbe lo strumento, il piede di porco che scardina questo sistema. Mi pare che il Movimento 5 Stelle, al momento, sia il solo ad avere alcune delle caratteristiche per farlo. Mi auguro solo che non perda per strada la bussola…
Se i militanti di un movimento politico come i 5stelle concentreranno i loro sforzi prevalentemente sulla costruzione della trasparenza sarà un gran bel passo in avanti. Io spero che lo facciano tutti. Non escluderei neppure il PD. Lo faccia e ne avrà merito. Potrebbero lasciare un po’ di spazio almento ad uno dei loro consiglieri, uno a cui non viene chiesto esclusivamente di alzare la manina, ma funzionare da garante degli elettori. In fondo anche nella Roma repubblicana di 2500 anni fa c’era un garante di quelli che non avevano diritti: il tribuno della plebe.
Ineccepibile.
Se solo diventasse senso comune questa lampante verità (La trasparenza incide sulla qualità della decisione) vedremmo gran parte dei problemi di questa città sotto un’altra luce.
E la barbarie amministrativa che dura da sempre non avrebbe più alibi.
Poi ognuno starà con chi più gli aggrada ma senza alibi di sorta.
E’ quindi su questo versante che, secondo me, i 5Stelle devono concentrare i loro sforzi.