di Paolo Scattoni
Ieri sabato, di solito giornata di stanca per chiusiblog, c’è stato un recordo di contatti. Poco meno di 300, forse un record nella storia di questo blog. L’eccezionalità è data anche dalla velocità dell’evento commentato. La decisione presa dal Consiglio su una mozione, non precedentemente depositata, presentata dal gruppo PD-PSI all’improvviso verso le 20 in coda a un’interrogazione del gruppo Possiamo sulla ritardata pubblicazione del bilancio 2016 della Fondazione orizzonti. Quel bilancio infatti era stato votato il 10 marzo, ma non si era potuto vedere.
Sulla correttezza formale della procedura ci sarebbe da dire, ma non è questo il punto più importante. La mozione votata dalla maggioranza dà in pratica pieni poteri al Sindaco/Presidente della Fondazione anche in deroga agli indirizzi votati a suo tempo dal Consiglio, per la sostenibilità economica dell’istituzione, in sintesi: la situazione economica è disastrosa, ci pensa il Sindaco. Possibilità di seguire in trasparenza: nessuna. Ci pensa lui. Come ho già scritto è come numinare curatore fallimentare uno che ha partecipato in prima persona (non da solo ovviamente) al maturare di questo disastro.
A coloro che hanno visitato questo sito per capirci un po’ di più, propongo un piccolo esperimento. Il blog ha un archivio che è dotato di un motore di ricerca. Provate allora a digitare “Fondazione Orizzonti”. Compariranno decine di post sull’argomento. Dalle dimissioni di Rossella Rosati da presidente della Fondazione a poche settimane dalla nomina, ai commenti sui primi disastrosi bilanci, sino all’impermeabilità a qualsiasi proposta. Di queste quella più clamorosa fu il rifiuto di una compagnia dignitosissima che in occasione del centesimo anniversario della nascita di Pietro Mascagni, e con il patrocinio delle eredi Mascagni, offrivano una rappresentazione dell’opera “L’amico Fritz”. In cambio chiedevano l’uso del teatro e l’incaso al botteghino. Non risposero neppure.
Tutto il dibattito su questo blog sulla Fondazione NON HA MAI OTTENUTO RISPOSTE. Nessuno della maggioranza ha creduto opportuno parteciparvi. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Purtroppo, però, le conseguenze le subiscono tutti.
Quella a cui abbiamo assistito in questi giorni è la cronaca di un disastro annunciato.
E’ il Sistema paese ad essere saltato. A Chiusi, nel suo piccolo, accade ciò che accade nel resto del paese. L’assenza dell’etica della responsabilità e il conflitto di interessi hanno pervaso la cosa pubblica tanto da non essere più neppure riconosciuti. Nessuno, salvo i soliti rompicoglioni, ha da dire nulla. Nessuno che sollevi pubblicamente le questioni, salvo poi farlo in privato, e avendo l’accortezza di precisarlo anche: “lo dico a te, ma che rimanga tra noi”. Ecco è quel “rimanere tra noi” il maggior responsabile del “rimanere tra noi” di lor signori. Fino a quando non si avrà il coraggio di chiedere pubblicamente e duramente conto delle responsabilità, senza se e senza ma, non possiamo illuderci che qualcosa cambi. Ammesso che effettivamente si voglia un cambiamento. Il paese è sempre più povero, ma l’uso sapiente del rubinetto del finanziamento fa si che il “consenso” rimanga granitico.