di Rita Fiorini Vagnetti
Dovrei ringraziare gli attuali rappresentanti della maggioranza comunale di Chiusi perché ultimamente mi offrono con alcuni loro interventi la possibilità, per me ghiotta, di spolverare la mia antica cultura umanistica, almeno quella scolastica, con riferimenti a situazioni che hanno molte similarità, molte analogie tra loro, anche se riconducibili a tempi diversi e a circostanze diverse. Per caso, ho ascoltato uno stralcio di una diretta di Consiglio comunale di chiarimenti sulla “vexata quaestio della Fondazione Orizzonti”.
Il sonoro non era sufficientemente chiaro e quindi potrei aver capito e interpretato male le parole dello speaker. Su un punto, in particolar modo, mi sono soffermata perché incuriosita: quello che riguarda il programma ancora, sembra, in evoluzione che prevede tra le altre iniziative quella di far pagare un biglietto 10 euro per i non residenti, 5 euro per i residenti per spettacoli all’aperto.
Potrei sbagliare ma quello che mi ha colpito sono le motivazioni espresse a favore del biglietto con pagamento. “Se i cittadini non pagano perché la manifestazione e’ gratuita non si sentono coinvolti al punto di avere un atteggiamento non consono al momento: si muovono, fanno rumore, mangiano patatine.… al contrario, se pagano un biglietto diventano improvvisamente “educati, compresi del significato di ciò che stanno vedendo”, insomma , a quanto pare “cittadini modello”.
Il costo del biglietto ,anche se ridotto, fa formazione e quindi tutti insieme in silenzio, altrimenti sono soldi sprecati”. Penso che il buon Massimo d’Azeglio si potrebbe rivoltare nella tomba, ma la cultura è soltanto un problema economico e non nasce, al contrario, da una sensibilita’ che ognuno di noi, oltre all’educazione , dovrebbe avere?!
Insomma non sarebbe il caso prima di tutto di non offendere i cittadini” e poi di convincersi che la cultura nasce dalla formazione, dalla preparazione che anche la scuola e perché no l’amministrazione oltre che la famiglia avrebbe come compito primario”!!?
Forse la societa’ sembra venir meno alla sua funzione di “docente”, trascurando proprio quelli che sono le basi di una cultura che non è solo preparazione di contenuti, ma anche un veicolo di “modus operandi” e prima di ogni cosa “modus pensandi”
Altrimenti l’aforisma “con la cultura si mangia” si riduce ad una brutta espressione di un pensiero di ben piu’ grande levatura..
Ognuno di noi , a conforto delle proprie tesi, può portare esempi personali. È vero che il pubblico non e’ sempre corretto e composto come sarebbe doveroso davanti a qualsiasi manifestazione che sia teatrale, sociale, religiosa e cosi’ via.
Possiamo portare l’esempio del cinema. È solo questione di correttezza per non dire…” buona educazione” e senso del vivere civile. E al cinema il biglietto si paga!!!
Mi viene ora in mente ,anche nelle chiese si potrebbe mangiare, bere e quant’altro. Perché non si fa?
non perché non si paga un biglietto ma solo perché siamo stati abituati, per chi crede, a rispettare un luogo della comunità che ha ovviamente diversi modi di operare.
Probabilmente non sono stata in grado di esprimere bene il mio pensiero in ordine al concetto di cultura e al senso del rispetto per gli altri e soprattutto alla crescita artistica che ci dovrebbe mettere in condizione di saper gustare, a volte, anche quello che non ci piace…. me ne dispiace.
Apprezzo comunque il fatto che il mio semplice pensiero ha suscitato qualche reazione che non e’ certo finalizzata ad imporre il mio modo di essere ma piuttosto ad un contributo per la societa,’ nella quale comunque dobbiamo vivere e speriamo …al meglio, non trascurando anche quei bambini” schiamazzanti”, come sono stati definiti, che piu’ degli altri devono essere amorevolmente formati
: “ubi societas, ibi jus”
Comunque posso affermare per esperienza che questa cosa è vera. Un biglietto anche basso riduce il rischio di avere bambini schiamazzanti che corrono sotto il palco, o avventori che “passano di li” ascoltano 10 minuti e poi se ne vanno parlando a voce alta. Provare per credere, basta pico, l’equivalente del costo di un caffè, per fare la differenza
Già il fatto che i nostri bravi amministratori abbiano imparato a mettere da parte i telefonini durante le manifestazioni pubbliche è un passo avanti
Molto probabilmente vogliono trasmettere a tutta la popolazione la loro nuova scoperta