di Paolo Scattoni
Venerdì sera sono andato a votare per il rinnovo dei segretari PD per il circolo dello Scalo, Unione comunale e segretario provinciale.
Sono stati presentati i candidati. Per il circolo e l’unione comunale si trattava di candidature uniche quindi senza competizione. Tre i candidati per la segreteria provinciale. Non conosco i risultati del voto, neppure l’affluenza. Pare che il circolo PD di Chiusi Scalo, con i suoi 124 iscritti sia la più grande di tutta la provincia. Il dato è un segno della profonda trasformazione del partito e di una crisi politica che non può essere più negata. Personalmente credo che l’esistenza di una forza di sinistra abbia ancora un senso, soprattutto in relazione alla necessità di affrontare le crescenti differenze sociali in termini di reddito e del rispetto dei diritti e dei doveri. Purtroppo l’organizzazione del PD non appare all’altezza del compito. Il triste spettacolo di scontri fra personalità e non fra contenuti rappresenta secondo me il segno di una politica che non si rinnova e procede per inerzia. Quello che succede a Chiusi è una realtà probabilmente presente nella quasi totalità delle situazioni. Mi sbaglierò, ma i prossimi risultati delle elezioni regionali in Sicilia e quelle per il municipio di Ostia (300.000 abitanti). Obbligheranno il PD a ripensare se stesso, pena la dissoluzione.
Guardando a Chiusi, credo che il PD non potrà essere la semplice cinghia di trasmissione dell’amministrazione comunale, ma che dovrà ripartire dalle piccole iniziative che sono oggi presenti nel tessuto sociale del nostro comune.
Ho votato venerdì per il segretario provinciale del PD e la piattaforma della candidata Raffaella Senesi l’ho ricevuto ieri!!!!! Comunque anche gli altri due programmi mi sono arrivati dopo il voto. È il segno di quanto poco valgano i contenuti in questa contesa. Le prossime elezioni di domenica 5 novembre a Ostia e in Sicilia ci diranno se la mia era un’impressione sbagliata. Mancano ancora pochi giorni.
“Le esperienze pre-PD erano positive”…poi è nato un Partito che non lo è mai stato, persino a livello amministrativo le ambiguità sono rimaste a lungo molte. Il PD si è rivelato un’alleanza elettorale, un contenitore per ras locali e e nazionali ma non un Partito. Piano piano la base è stata esautorata ed è rimasta solo la classe dirigente che ha gestito il potere e si è – e continua – ad autonominarsi e a spostare pedine secondo logiche di potere interno. Basta vedere la triste storia di Chiusi con due Sindaci che lasciano per andare altrove durante il loro mandato e con tutti che sapevano già da prima che stavano utilizzando Chiusi come scalino per salire al piano di sopra.
Il fallimento annunciato del PD rattrista me quanto te, caro Paolo. Se tutto va come sembra, nel prossimo futuro il PD sarà riuscito a riportare al governo Berlusconi, non più attraverso i Verdini, Alfano, Lorenzin ecc ma proprio lui direttamente. Un capolavoro!
Io sono arrivato al PD attraverso un lungo percorso che non rinnego. Fino alla fondazione del PD non ho mai avuto tessere. Nel 1991 ho aderito alla REte che era un movimento. Poi ai comitati Prodi sostenitori dell’ulivo ed infine al PD. Nelle esperienze pre PD ho ricordi di esperienze positive. La fusione non è stata a freddo, ma frutto di percorsi diversi e variegati. Poi purtroppo ci è rifugiati in una forma partito che non reggeva più.
…ricercare l’analisi di sempre di Massimo Cacciari sul PD…le forze politiche devono nascere da esigenze vere, non da fusioni a freddo, fallimentari sin dal loro inizio. Il PD non è morto perchè non è mai nato e comunque Renzi si sta dimostrando il becchino ideale. Siccome però una forza di Sinistra è sempre più necessaria, bisognerà riprovare in un altro modo.
…Lo penso anche io che una forza di sinistra sia necessaria, ma la domanda è: dove la trovi?