di Paolo Scattoni
Ora si comincia a capire la logica della proposta ACEA. Dobbiamo andare al 2016 quando si scopre che l’utilizzo dei fanghi da depurazione è fortemente inquinato e non può essere più sparso per i campi. L’assessore all’ambiente Fratoni va a Lucca e il resoconto di quel significativo intervento viene pubblicato da Luccaindiretta Ne è consigliata la lettura. Un’altra lettura consigliata è quella di uno scandalo che interessa anche la Toscana e sfiora la stessa ACEA. Anche questa è dunque una lettura consigliata che non riguarda però i cabonizzatori, ma fa capire qual’è l’ambiente del trattamento dei reflui e quanto retorico sia in questo caso la cosiddetta “economia circolare”.
In questi ultimi giorni la versione ufficiale e quella ufficiosa (leggi Primapagina) motiva l’intervento in quanto andrebbe a cancellare l’impianto esistente di Bioecologia. Allora bisogna fare un po’ di storia. L’impianto di depurazione originario era quello assolutamente inadeguato costruito al servizio del centro carni. Doveva essere quindi un uso molto ridotto. Con la chiusura del centro carni il depuratore fu impropriamente utilizzato su concessione a un privato. Poi il passaggio a Bioecologia che non senza polemiche realizzò un impianto con capacità di depurazione molto più grande di quello esistente. Già nel 2011 iniziò il dibattito. I lavori, molto costosi, determinarono un uso molto massiccio. Qualcuno tentò, come si fa ora, di giustificare l’impianto perché al servizio della comunità locale. In realtà i reflui trattati facevano e fanno riferimento ad ampie aree. Ancora da approfondire la notizia secondo cui quell’intervento non determinò la necessità di una variante urbanistica perché fatto erroneamente passare come opera pubblica e quindi variante automatica con l’approvazione dell’opera. Emersero presto proteste da parte degli abitanti e degli operatori economici della zona. Ma ufficialmente non ci furono azioni se non l’organizzazione di un open day nel giugno 2015 dove l’impianto fu celebrato come efficiente e per i cattivi odori si sarebbe provveduto in tempi brevi. Tre anni fa per sindaco, giunta e la quasi totalità dei consiglieri tutto andava bene.
Ora, invece, secondo gli stessi amministratori, l’impianto è obsoleto e l’obsolescenza viene “curata” con un carbonizzatore che funziona con una tecnologia offerta a tanti e che nessuno ha voluto, salvo, a quanto pare, il Comune di Chiusi, noncurante dell’urbanistica, ma soprattutto del buon senso.
L’iniziativa del 19 gennaio all’ex cinema Eden (in contemporanea con un programma Facebook “Juri risponde”), ha visto una buona partecipazione e la volontà di molti a collaborare. L’obiettivo è quello di raccogliere informazione. Alcuni stanno collaborando attivamente. La pagina “vicendaACEA” su questo blog comincia a prendere forma e in pochi giorni è arrivata a quasi 200 contatti. Vuol dire che la necessità di informazione è condivisa. Si tratta di continuare cominciando ad interessare anche altre amministrazioni comunali (p.e. Cetona e Città della Pieve) e quelle regionali di Toscana e Umbria. La raccolta di informazione continua.
Grazie Francesco (Reali). Sono sicuro che il contributo al quale stai lavorando fornirà elementi importanti per inquadrare il problema.
E’ sempre molto apprezzabile l’impegno profuso nello studio e nella ricerca, in qualsiasi materia, e è lodevole l’impegno del Prof. Paolo Scattoni profuso nello studio e nella ricerca su un tema così delicato e attuale come quello trattato.
Complimenti e ad majora