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Al signor Sindaco del Comune di Chiusi
Egr. signor Sindaco,
la ringraziamo della risposta che ci ha fornito e prendiamo atto con rammarico che non intende in alcun modo coinvolgere in forme più partecipative la popolazione su una vicenda che, al di là degli aspetti strettamente normativi e legali, è destinata ad avere una rilevante influenza sul futuro della nostra collettività.
Non è infatti in discussione il fatto che ciò che verrà realizzato debba essere a norma, in quanto se non lo fosse, non se ne potrebbe neppure parlare, ma della opportunità, tutta politica, che una tale scelta sia il migliore dei futuri possibili per Chiusi.
Prendiamo inoltre atto del suo trincerarsi dietro i passaggi istituzionali e normativi, peraltro obbligatori e quindi scontati, per giustificare una decisione che, per gli atti già compiuti, appare difficilmente revocabile.
Va detto infatti che a poco valgono le sue affermazioni circa un “parere negativo al progetto”, nel caso dovessero emergere criticità in sede di valutazione. Quali atti formali, sostengono tale possibilità, dal momento che il terreno è stato alienato definitivamente?
Noi non conosciamo il contenuto del contratto di vendita, ma a meno che lì non siano state inserite esplicite e vincolanti clausole di salvaguardia circa la possibilità di rientrare in possesso dei terreni qualora il progetto non fosse “di sua condivisione”, riteniamo altamente improbabile che ci possa essere una reale possibilità di revoca in cui, oltre alla restituzione del denaro non si debbano pagare anche delle penali. A questo proposito un primo atto concreto che lei potrebbe fare, a dimostrazione della sua dichiarata volontà, sarebbe quello di accantonare i denari incassati in un fondo temporaneo di garanzia, fino a quando non si sarà conclusa la vicenda, in modo da preservare la disponibilità delle somme per una eventuale loro restituzione.
Ad avvalorare il nostro pensiero infine stà anche il fatto che riteniamo assolutamente poco realistico che ci possa essere un’azienda disposta a fare un investimento della rilevanza di 2,8 mln di € per l’acquisto del terreno, al buio, senza la ragionevole certezza che possa realizzare quello che ha programmato di fare.
Ovviamente tutto dovrà essere “a norma” e senz’altro lo sarà, ma nulla invece lo è dal punto di vista politico, democratico e della partecipazione popolare. Lei si è autonominato garante della vicenda chiedendo a noi cittadini un atto di fede nei suoi confronti. Lei è solo il Sindaco di questa cittadina e noi siamo usi considerare la vita politica come un confronto continuo e dialettico tra amministratori e amministrati, soprattutto quando in gioco ci sono scelte così importanti per il futuro della collettività. La decisione sarà senz’altro sua, e questa prerogativa nessuno gliela toglie, ma i cittadini hanno il diritto di essere ascoltati, soprattutto quando lo chiedono.
Per questo, preso atto del suo rifiuto, proporremo un referendum consultivo su questa vicenda, perché la popolazione possa prima di tutto essere informata adeguatamente su tutti gli aspetti della questione e possa esprimere la propria opinione. E se dovesse essere contraria alla realizzazione dell’impianto lei avrà il dovere politico di ascoltarla sapendo che dietro di sé non avrà solo otto consiglieri ma un’intera collettività.
Distinti saluti
Chiusi 24 aprile 2018
Per precisare. C’è un passaggio nella lettera attualmente non vero. Il trsto del contratto mi è stato consegnato lo stesso giorno della redazione della lettera. L’ho fatta pervenire ad alcuni dei partecipanti al comitato il giorno dopo.