di Paolo Scattoni
Siamo tutti in attesa del parto di un nuovo governo, che tarda ad arrivare. C’è, però, un’altra scadenza che potrebbe (il condizionale anche qui è d’obbligo) portare a qualche novità. Mi riferisco all’assemblea nazionale del PD che si terrà sabato 19 maggio. Dopo la stagione delle parole d’ordine come “rottamazione”, “gufi”, riforma costituzionale e così via cantando, può darsi che l’assemblea segni qualche novità come ad esempio l’avvio di una fase congressuale che ci farà capire se la stagione di cui sopra è davvero finita e capire la natura di quella successiva. L’assemblea dovrà decidere sulla nomina del segretario del partito, se confermare Martina o convergere su un altro nome. Potrebbe decidere i tempi della stagione del congresso del partito, un’occasione importante per il confronto e un eventuale cambio di rotta.
Che cosa sta succedendo nel PD locale?
Sono passati quasi due mesi da quando, alla presenza dell’onorevole Emanuele Fiano, il circolo PD di Chiusi Scalo ha discusso i disastrosi risultati elettorali che hanno dimezzato i consensi del PD a livello nazionale e un pesante ridimensionamento dei voti a Chiusi, fino ad ora considerata una roccaforte inattaccabile della sinistra. Il PD a Chiusi è ancora il partito più votato, ma con una percentuale assai lontana da quella di appena qualche anno fa.
Il silenzio non fa bene al partito, ma soprattutto non fa bene alla crescita di una coscienza politica della nostra cittadinanza. Ho già scritto che è necessaria una fase “pre-partitica”, della creazione di uno spazio dove tutti, partiti, movimenti, organizzazioni, singoli cittadini, possano contribuire alla pari e nessuno si senta ospite. A me pare che nel generale disorientamento della politica sia l’unica strada anche e soprattutto a livello locale.