di Paolo Scattoni
A caratteri cubitali la locandina di un giornale (si fa per dire) locale annuncia che a Chiusi nell’area ACEA non si faranno inceneritori. LA NOTIZIA NON C’È. È come se io affermassi che se qualora fossi insignito del premio Nobel per la chimica lo rifiuterei.
Un Consiglio comunale convocato come urgente e che urgente non era con sole 24 ore di anticipo ha approvato un documento ispirato dalle consigliere del Movimento 5 Stelle di proprio questo. Come direbbe un personaggio di Camilleri “tempo perso e figlie femmine”.
Il Comitato sul Carbonizzatore non ha mai sostenuto che si trattasse di un inceneritore. La funzione del Comitato, con cui più o meno esplicitamente si polemizza, ha come compito quello di raccogliere informazione sull’impianto che ACEA ha dichiarato espressamente di voler realizzare. Vorrebbe anche realizzare altre cosucce non proprio raccomandabili, eventualmente più in là nel tempo.
Il sindaco ci vuole rassicurare davvero? È molto semplice basta che introduca una variante alle Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore relative all’area in oggetto. Basterebbe aggiungere “Non sono ammesse industrie insalubri di prima e seconda classe”. Sono sicuro che sulla base di quanto si è sentito in Consiglio la variante sarebbe approvata all’unanimità.
Un elemento, però, è sicuro: l’obbligo di una bonifica dell’area già interessata a un’attività insalubre di prima classe. Cominciamo da qui signor sindaco. Personalmente, nei miei personali approfondimenti inizierò da qui.