MOZIONE
Realizzazione di un impianto di carbonizzazione idrotermale da parte della società ACEA nel Comune di Chiusi. Richiesta di informazioni e partecipazione nel processo decisionale.
Premesso che:
I gruppi consiliari del Comune di Città della Pieve hanno ricevuto richiesta dal Gruppo Ecologista “il Riccio”, corrente in Città della Pieve per lo scopo ambientale e paesaggistico, di farsi promotori di una mozione congiunta che impegni l’Amministrazione Comunale di Città della Pieve a richiedereinformazioni sulla realizzazione di un impianto di carbonizzazione idrotermale da parte della società ACEA nel Comune di Chiusi e farsi parte nel processo decisionale.
• Il Gruppo Ecologista il Riccio comunica di essere venuto a conoscenza dell’acquisto, da parte di Acea Ambiente Srl, società del Gruppo Acea SpA, del complesso immobiliare denominato “Ex centro carni di Chiusi” per un totale di 12 ha circa, mediante partecipazione al bando di asta pubblica indetto dal Comune della Città di Chiusi (SI) in data 27/09/2017.
• Lo stesso Gruppo Ecologista ha appreso che ACEA, nella sua offerta progettuale prospetta la costruzione di un impianto industriale su larga scala per il recupero di materia dai fanghi di depurazione delle acque reflue, provenienti dagli impianti delle società del Gruppo Acea o partecipate dal Gruppo stesso, dimensionato per trattare 80.000 tonnellate/anno in ingresso di fanghi disidratati. L’impianto è fondato sull’applicazione di una tecnologia ancora sperimentale, “Ingelia” che si avvale del processo di carbonizzazione idrotermale per trasformare i fanghi in hydrochar, sostanzialmente una biolignite, che la normativa nazionale prevede possa essere solo impiegata come combustibile solido secondario (CSS).
• Nella medesima offerta progettuale Acea Ambiente ha il proposito di integrare nel sito in questione anche un impianto per il recupero di materia dai prodotti (rifiuti) della depurazione dei fumi di combustione provenienti dagli inceneritori di proprietà della stessa, un impianto per la valorizzazione del compost proveniente dagli impianti di compostaggio della società proponente mediante un processo di pellettizzazione ed insacchettamento, nonché altre attività compatibili con la destinazione dell’area.
• La dislocazione dell’impianto all’interno del territorio del Comune di Chiusi, posto a confine con quello di Città della Pieve, interessa anche l’Amministrazione di quest’ultimo Comune per le correlazioni di ricaduta nell’ambiente, motivo per il quale il gruppo richiedente è competente a monitorare la regolarità degli interventi eseguiti e portati alla ribalta della cronaca negli ultimi mesi ed a chiedere che la stessa Amministrazione Comunale si faccia parte diligente per aprire approfondimenti finalizzati alla tutela ambientale e della salute collettiva
Considerato:
• Che l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, entrambi adottati nel 2015, rappresentano due fondamentali contributi per guidare la transizione verso un modello di sviluppo economico che abbia come obiettivo non solo redditività e profitto, ma anche progresso sociale e salvaguardia dell’ambiente. Inquesto contesto si è sviluppato il passaggio, divenuto imprescindibile, da un’economia lineare ad una circolare, che mira a rendere le attività economiche meno impattanti per l’ambiente.
• Che il sistema economico si trova all’interno di un più ampio sistema ecologico e, pur usufruendo delle sue risorse naturali e dei suoi servizi eco-sistemici, deve rispettarne regole di funzionamento e limiti fisici, biologici e climatici.
• Che Un polo interregionale industriale di gestione dei rifiuti come quello in progetto pregiudicherebbe irrimediabilmente gli equilibri territoriali; nella zona, infatti, già insistono diverse industrie insalubri, ed un impianto di rilevante portata con le finalità suddette che oltretutto si propone di accogliere e gestire fanghi di depurazione delle acque reflue di tutto il centro Italia, comprometterebbe il patrimonio di risorse naturali che invece dobbiamo difendere, tutelare ed addirittura migliorare laddove possibile. L’ “economia circolare”, oltretutto si basa su una gestione quanto più locale possibile del rifiuto prodotto, in linea con il concetto di sostenibilità e punta ad evitare anche l’impatto massivo dovuto ai trasporti, elemento questo che, come sopra detto, verrebbe fortemente frustrato se non tenuto in debita considerazione.
• Considerato altresì, che la stessa Regione Toscana in merito all’impianto di produzione di hydrochar proposto a Piombino dalla CREO Srl osserva: “ si esprimono perplessità in merito al recupero di un EoW (End of Waste) come combustibile fossile quale la lignite, alla luce della produzione per combustione della stessa di una quantità di CO2 superiore ad altri combustibili come l’antracite o il gas naturale….la produzione di lignite, quindi, può costituire un fattore di incompatibilità con l’obiettivo del VII Piano di Azione Ambientale Europeo (Europa 2020), e, a caduta, della pianificazione ambientale nazionale e regionale, che si prefigge di passare ad un’economia a basse emissioni di carbonio”.
Visto
• Che è stata recepita e condivisa la posizione sopra esposta dai gruppi consiliari che ritengono l’Amministrazione Comunale debba farsi carico di tutte le istanze della collettività tese a preservare il diritto alla salute e gli obiettivi di sostenibilità ambientale e fare proprio il dovere di confronto con le realtà associative presenti in loco nella fattispecie le istanze proposte dall’associazione “il Riccio”;
• Che vi è una produzione normativa che ha assunto e continua ad assumere dimensioni significative in materia ambientale, protesa a disciplinare le problematiche de quibus non piùin un’ottica “locale” ma altresì di equilibrio complessivo del pianeta.
• Che l’azione dell’Ente deve essere improntata ed attenta alle osservazioni e agli interessi del cittadino, in modo da evitare scelte arbitrarie della pubblica amministrazione e garantendo massima trasparenza nell’agere stesso. In tal senso, è necessario che gli Enti ed i cittadini cooperino e collaborino cosicché si effettuino scelte ponderate e venga garantita democraticità nell’azione amministrativa.
• Visti gli articoli 7 ed 8 della Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998, ratificata in Italia con la Legge n.108 del 16 marzo 2001, che prevedono cooperazione e sinergia, anche in riferimento a “piani, programmi e politiche in materia ambientale” e nell’emanazione di “regolamenti di attuazione e strumenti normativi giuridicamente vincolanti di applicazione generale”.
Quanto sopra premesso e considerato,
CHIEDONO
che il Consiglio Comunale accolga la presente mozione e conseguentemente l’Amministrazione Comunale si impegni affinché:
1) venga redatta e formalizzata istanza per richiedere all’Amministrazione Comunale della Città di Chiusi di includere nel processo decisionale, che riguarda la possibile realizzazione di un impianto di carbonizzazione idrotermale da parte di Acea Ambiente Srl nel complesso immobiliare denominato “Ex Centro Carni di Chiusi”, anche il Comune di Città della Pieve; costui infatti ai sensi dell’art. 7 e s.m.i. della Legge 241/1990, è soggetto legittimato ad essere parte del procedimento decisionale quale portatore quantomeno di interessi diffusi; nei suoi confronti infatti il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti, il tutto nell’ottica di una partecipazione condivisa e propositiva in materia ambientale;
2) vengano fornite informazioni dettagliate sulle modalità di trattamento degli scarichi affinché sia assicurato un costante e continuo controllo per preservare dall’inquinamento i corpi idrici interessatinivi compresi quelli ricadenti nel territorio di questo comune;
3) si assicuri che il prodotto in uscita “hydrochar” abbia un effettivo mercato come ammendante,come riportato nell’offerta progettuale di Acea, nel pieno rispetto della normativa vigente. Che si escluda inoltre la realizzazione di impianti di combustione in questo territorio o la necessità di ricercare terreni per il suddetto utilizzo visto che tale impiego può essere ottenuto con altri processi i cui costi potrebbero essere minori, sia in termini economici che ambientali. Nel caso invece in cui l’”hydrochar” possa essere utilizzato solo come combustibile, ci si assicuri che la quantità di CO2 sprigionata sia in linea con gli obiettivi di un’economia a bassa emissione di carbonio;
4) siano fornite precise informazioni in merito alle tecniche adottate per il contenimento di odori molesti in tutte le fasi di processo (conferimento, stoccaggio, trattamento, smaltimento);
5) venga redatto un piano per la movimentazione ed il trasporto dei fanghi con indicazione delle percorrenze e dei flussi da sottoporre in conferenza dei servizi a tutti i comuni dell’area;
6) nel caso si pensi di avviare processi ancora in fase sperimentale vengano adottate tutte le cautele del caso ed i relativi costi non ricadano in alcun modo nelle tariffe applicate dal gestore di servizi pubblici (es.: smaltimento di rifiuti provenienti da processi depurativi);
7) il Comune di Città della Pieve sia coinvolto nelle fasi autorizzative preliminari (VIA ed altre procedure di carattere ambientale) così come previste dalla normativa vigente.
L’Amministrazione di Città della Pieve ha ascoltato i propri cittadini e si è attivata per partecipare al processo decisionale. Una buona iniziativa dovuta al Gruppo ecologista “Il Riccio” che si è fatto promotore della Mozione. Due le considerazioni: Le scelte importanti sul futuro dei cittadini non possono essere prese senza il loro coinvolgimento.
Le scelte di politica territoriale devono essere gestite con logiche e metodi che travalicano i confini amministrativi