di Rita Fiorini Vagnetti
Non capisco o preferisco non capire come certa stampa, libera ovviamente nei propri pensieri , possa riuscire senza troppi sforzi a sminuire ,quasi slogan di campagna elettorale fuori tempo massimo, anche l iniziativa più bella e coinvolgente come quella di una serata musicale
Sicuramente ogni autore, anche il più semplice e meno smaliziato, quando compone, sceglie temi nei quali meglio si ritrova soprattutto in quelli importanti ed attuali del sociale, impegnandosi a lavorare,in base al suo modo di creare, di sentire, di essere.
Ma con ciò non si può e non si deve entrare nel meccanismo quasi perverso di prendere quegli spunti come dictat del personaggio.
Non è tutto e solo espressione di un razzismo irrazionale che niente ha a che vedere con manifestazioni di un certo tipo di crudo realismo.
Così, solo per inciso, potremmo allora risalire alla tanto discussa “questione meridionale”per far affiorare problematiche non certo risolte.
Così come ad un certo tipo di scrittura verghiana per approfondire le tematiche di attualità, spesso ancora vive e pulsanti.
Certi sentimenti non sono né di destra né di sinistra.
Sono universali perché vanno ad incidere nel vivere sociale, toccando la persona, spesso nelle sue fragili individualità
Dunque, apprezziamo e godiamo di momenti belli senza chiudersi in riflessioni che appesantiscono la mente e non fanno bene al cuore.
Ci sarà,sicuramente,il tempo e il luogo per gli opportuni approfondimenti e le giuste valutazioni ognuno potrà trovare, poi, dentro di sé la risposta giusta.
E questa è la seconda parte del commento:
” In merito alle altre riflessioni sopra riportate non credo che a Salvini siano fischiate le orecchie, anche perché le canzoni riportano ad epoche nelle quale Salvini non era neanche nato vuoi fisicamente che politicamente. Epoche nelle quali c’era il Valenzi a Napoli, epoche nelle quali la sinistra era forte e governava i luoghi e la cultura. Epoche che si sono protratte tra sprofondi ed abissi fino a tre mesi fa. Queste canzoni sono state scritte per quella sinistra, per le illusioni date e disattese, per gli impegni presi e non mantenuti a partire proprio dal sindaco Valenzi. Non sono state scritte per Salvini ed il suo operato. Ma come ho scritto io c’ero e, a prescindere dal qualunquismo sinistroide di alcuni brani, mi è piaciuto. Mi è piaciuta la musicalità, il ritmo pacato dello spettacolo, la bravura degli artisti, il loro saper calcare la scena. Le considerazioni politiche o etiche che si vogliono trarre da uno spettacolo artistico sono sempre fuor di luogo, se è arte comunica di per se stessa le senzazioni e le emozioni, se no non lo è. Ho tratto piacere ed emozioni dall’opera di Dario Fo e dai film di Zeffirelli, entrambi repubblichini. Non mi sono posto il problema se erano di sinistra o di destra ma solo se la loro era arte o mistificazione. Era arte come quella di Bennato.
Per aiutare la comprensione di ciò che la professoressa Vagnetti ha scritto riporto parte di un mio commento all’articolo comparso su Prima Pagina a firma di Marco Lorenzoni in merito allo spettacolo di Eugenio Bennato.
“Io c’ero al concerto e ne ho apprezzato la musicalità e la bravura degli artisti. Una bella serata per cui è valsa la pena di spendere 12 euro. (ho avuto la riduzione per essere ultra sessantenne). La sala era piena per meno della metà. Il pubblico ha applaudito tutte le canzoni, ma con maggior lena le ultime, le meno “impegnate”. Qualche spettatrice, su queste, si è messa pure ad improvvisare il ballo della “pizzica”. Bravissima la cantante che con le sue movenze mi ha ricordato le danzatrici dell’antica Grecia che ornano il grande cratere bronzeo in stile orientaleggiante che già era nel museo di Chiusi ( è sempre in restauro?) Eccezionale la voce della batterista che nella sua presentazione ha strappato applausi a scena aperta, i più intensi e partecipati di tutto il concerto. “
Il confronto delle idee su ciò che avviene a Chiusi è la missione i questo blog. Spesso la professoressa Fiorini ci ha aiutato su molti argomenti a sviluppare il confronto. Talvolta però, e l’ho spesso detto anche all’interessata, non si può discutere senza le dovute citazioni. L’argomentazione si riferiesce molto probabilmente ad un articolo che però non cita e non riesco a trovare.