di Paolo Scattoni
In questa fase del dibattito politico locale o della sua assenza, può essere utile soffermarci sullo stato del PD che è qui da noi è ancora la prima espressione politica. Quello che ha scritto Lorenzoni sul cosiddetto “patto del gelato” o del caffè che si sarebbe consumato al bar Golosia fra il segretario proviciake Valenti e il consigliere regionale Scaramelli. Almeno altre due volte il direttore di quel giornale scrive di essere “per caso” presente al bar in cui questi incontri avvengono. I precedenti riguardavano gli incontri “riservati” fra Scaramelli e Bettollini. Le probabilità che Lorenzoni non sia stato allertato o informato, sono assai remote. La cosa comunque interessa fino a un certo punto.
Quello che invece importa è lo stato della riflessione sul partito locale per il quale ho sollecitato i responsabili del partito anche su chiusibog. Non ho mai ricevuto risposta se non una volta quando mi si invitava da parte del segretario Cimarelli ai dibattiti alla festa dell’Unità. Sono andato al primo, che non riguardava certamente il partito ma quanto fatto da alcuni consiglieri PD in Regione. I presenti che consumavano una cena non mi sono sembrati particolarmente attenti. Non c’è stato spazio per il dibattito. Insomma come l’ha defnita un mio amico “una fiera delle vanità”.
Dopo la candidatura a segretario regionale di ieri di Simona Bonafè emerge chiaramente che il risultato, non so se consapevolmente perseguito, è stato quello di arrivare alle candidature senza discutere ed elaborare strategie. Si è ricominciato imperterriti a seguire lo stesso metodo e così i generici “brava Simona”, “forza Simona” etc, son andati a sostituire i forza Matteo che hanno portato il partito nella situazione in cui è. A chi obietta si risponde che ora è l’ora dell’unità. Ma chi crede al ruolo del PD deve accettare tutto questo sull’altare di una artificiale unità del partito? Io non sono d’accordo. I principali responsabili del disastro del 4 marzo devono farsi da parte.
x Francesco Storelli. Può darsi che chi sostiene la candidatura Bonafè abbia le sue ragioni. Il problema però è che non c’è uno spazio per discuterne per tempo, almeno qui a Chiusi. La sensazione è che si voglia arrivare al voto per la nomina del segretario regionale discutendone il giorno stesso. A chi giovi questo comportamento è difficile dire.
La Candidatura della Bonafè è la dimostrazione lampante che ancora sono lontani dall’aver compreso la situazione. Serve un ulteriore “sculaccione” elettorale perchè i renziani responsabili dello sfacelo si facciano da parte.
Al di là dei mezzi di comunicazione usati io credo che in generale e in particolare qui nel nostro territorio manchi un attore principale: l’informazione libera e al corrente dei fatti, siamo sempre più circondati da lacchè che fanno da cassa di risonanza alle velina che gli passa chi comanda. Senza una vera informazione il circuito democratico si arresta inesorabilmente.
Tutto vero Daria (Lottarini). Mi chiedo se da una saggia combinazione fra i nuovi strjmenti (facebook, twitter etc.) i seminuovi (blog) e tradizionali (stampa) non si possa ricreare un serio dibattito politico. L’esempio del past di Luca (Scaramelli) sul palazzetto è un esempio come lavorando con strumenti semplici si può ottenere un effetto leva.
Non è mia intenzione demonizzare i nuovi mezzi di comunicazione e soprattutto le grandi risorse fornite da internet, è l’uso che se ne fa che ne limita le potenzialità. In particolare i social network vengono utilizzati, specialmente da chi detiene il potere, come un pulpito dal quale declamare verità e vero e proprio spazio politico. A mio avviso Facebook, Twitter potrebbero essere utilizzati per stimolare e far circolare un’idea, una proposta, invece diventano il vero e unico luogo dove avviene il dibattito, la maggior parte delle volte senza che i vari partecipanti ad una discussione leggano i commenti degli altri o entrino nel tema proposto. Sembra quasi che basti declamare alcuni propri convincimenti e e il dibattito politico è cosi esaurito. Non c’è un vero interesse ad approfondire le questioni e fare conseguenti scelte politiche. Approfondimenti e scelte che necessariamente dovrebbero avvenire nella realtà.
Questo blog è poco cosa, ma è sopravvissuto all’era dei social che quando siamo partititi erano appena agli inizi e contavano poco. Quello a cui stiamo assistendo può preoccupare. Leggevo che Salvini ha un team di 10/15 persone impiegate a tempo pieno soltanto per curare la figura del capo sulla rete. Mi chiedo però se non sia possibile organizzare una rete di “volontari” per studiare e attrezzarci.
Sui numeri non saprei dirti. Solo 400 su 6000. Forse hai ragione, ma la previsione politca è sempre più difficile. Se la politica la prendiamo non solo come un dovere, ma anche come una come una soddisfazione, come un divertimento, allora la prospettiva si rovescia. Proviamoci.
In parte credo che tu (Paolo Scattoni) possa avere ragione, da molto tempo questo blog è un moderno mezzo di confronto e anche un innovativo mezzo per fare politica.
Ci sono però, a mio avviso, due problemi fondamentali: il primo è l’esiguo numero di persone interessate ai problemi e alla discussione, a Chiusi quantificabili secondo me in non più di quattrocento, che rispetto a 6000 elettori sono niente, il secondo che pochissimi “protagonisti” della scena politica sono interessati al confronto e alla formazione delle idee. Come afferma Daria (Lottarini), si preferisce il consenso fine a se stesso molto più simile al tifo da stadio.
Ci sarebbe poi un terzo problema, fra chi si informa poco e si inginocchia di fronte a chi comanda c’è la cosiddetta o sedicente informazione…ma questa è un’altra storia.
Tutto vero quello che afferma Daria (Lottarini). Io mi chiedo però se i social non possano essere usati per maturare idee e confronto. Su Repubblic di oggi c’è un interessante articolo su un gruppo di una quindicina di collaboratori di Salvini che si occupa soltanto dei social. C’è anche il figlio del candidato di Salvini alla presidenza dela RAI!!! Quindi ci si può organizzare. La mia domanda è: possiamo organizzare un corso di formazione politica al quale chiamare anche esperti in questo campo? Possiamo pensare a un gruppo di noi che riesca a garantire un confronto anche sui social? Immagino che con la radio l’informazione politica cambiò rispetto a quella dei soli giornali. Probabilmente cambi ancora di più con la televisione. Poi il primo internet di cui anche questo blog è figlio. Poi i social con i quali un poco dotato di cervello può divenire presidente USA. Noi possoamo organizzarci diversamente? Io credo di si.
Caro Paolo è ammirevole la tenacia con cui tu speri che ci sia ancora qualcuno interessato alla politica fatta di idee, confronto e partecipazione. Ormai tutto avviene sui social network, mezzi di comunicazione che hanno ridotto l’azione politica ad un continua campagna elettorale, dove ognuno dispone della sua pubblica terrazzina da cui affacciarsi e proclamare le proprie verità senza rischio di essere contraddetto. Dico tutto questo con grande preoccupazione è rammarico, perché anch’io pur avendo cercato di costruire un gruppo politico locale devo arrendermi di fronte alla superficialità di chi vive solo per apparire su Facebook e fare la conta dei Mi piace a fine giornata.