di Paolo Scattoni
Per una volta sono d’accordo con il sindaco. L’incontro fissato per il 18 dicembre alle 21 nella sala consiliare è importante. Non si capisce se sia un passaggio formale nel percorso di formazione del piano oppure un incontro interlocutorio. La condivisione finisce qui. Non ho l’onore dell’accesso al sito del sindaco, mi fido così do quanto scritto su Primapagina che è sempre aggiornata sulle posizioni del sindaco e che ne annuncia le intenzioni assai tempestivamente, sempre per i casuali incontri al caffè?
In questi annunci premonitori Primapagina ci racconta che ” La variante contiene anche le norme fissate di recente dal Consiglio Comunale sulle attività che si possono impiantare nella zona industriale delle Biffe, compresa l’area ex Centro Carni, e nell’intero territorio comunale. Parliamo del “divieto” di costruire inceneritori, termovalorizzatori, discariche e impianti che producano emissioni insalubri e nocive per la salute dei cittadini e per l’ambiente”. Ma contine o conterrà? Di solito i piani “contengono” alla fine del percorso di approvazione. Allora il piano già esiste? Lo sapremo martedì se si tratta di indicativo o futuro.
Qui un passaggio delle dichiarazioni del sindaco riportate in virgolettato da Primapagina in relazione al documento approvato a suo tempo dal Consiglio Comunale con l’appoggio delle consigliere di Cinque stelle, che poco fanno ma quando fanno molto spesso fanno danno. Il sindaco ci informa anche quello di ACEA non è un carbonizzatore e ci dice subito che intende “ con ciò spuntare le armi a chi contesta, chiamandolo così, il progetto Acea per l’area Centro carni. E ha ribadito che, secondo il progetto presentato in Regione per la VIA, l’impianto proposto non “brucia niente e quindi non è neanche una ‘raffineria’, ma un impianto che trasforma i fanghi in un prodotto solido (una sorta di pellet) attraverso un processo che si chiama pirolisi e non prevede combustione, ma solo uso di acqua calda a 200 gradi in ambiente stagno”.
Il sindaco si accorge dopo un anno che non è un carbonoizzatore? Lo vogliamo chiamare impianto di carbonizzazione? Quello è il risultato del processo: una carbonella di bassissima qualità la cui utilizzazione è assai incerta se non quella dell’incenerimento da farsi in altro luogo.Quando si dice economia circolare….
Allora la domanda del Comitato ARIA e di molti di noi è questa: nella variante sarà inserita una norma che per l’area ACEA che non consenta un’ industria insalubre di prima classe così come definita dalle norme? Questo è il vero nodo e questo cercheemo di chiedere nell’incontro di martedì 18 alle 21 nella sala del consiglio comunale.
X Romamo Romanini.” Chi ce lo fa fare di metterci in casa un oggetto come questo?”.
Risposta: la fame di soldi…..perchè poi gratta gratta si arriva a tale considerazione…. o no ?
Quella di Romano (Romanini) è un’analisi molto utile. Si spera che martedì si risponda a queste obiezioni, ma ci credo poco. Sarebbe anche utile nell’immediato futuro capire come si sono mossi i comitati in quel contesto. Il movimento a Capannori con il contributo del centro “Rifiuri Zero” è riuscito a far archivire un impianto basato sullo stesso brevetto. Per Piombino i movimenti hanno indotto la regione ad un’approvazione VIA con molti se e molti ma. Sentiremo martedì cosa ci dicono in relazione alla variante sull’area che dovrebbe ospitare l’impianto a Chiusi con un contorno che non promette niente di buono.Occorre inoltre tenere sotto osservazione la situazione erché nin si stiracchi l’articolo 35 della legge regionale n.65/2014 che per gli impianti produttivi permetterebbe in alcuni casil’autorizzazione di impianti industriali senza la conferenza dei servizi. Anche di questo si potrebbe chiedere.
A Chiusi si utilizzeranno esclusivamente fanghi di depurazione delle acque reflue urbane … proprio quel tipo di rifiuto che la stessa regione ha, per il momento, vietato nell’impianto di Piombino che utilizzerà la stessa tecnologia INGELIA(carbonizzazione idrotermale). E, a proposito di inquinanti, la Regione nel Parere di Compatibilità Ambientale di Piombino (pag.24) dice: “Si ritiene opportuno che nella definizione della configurazione impiantistica predisposta per la fase autorizzativa, il Proponente fornisca una valutazione approfondita delle caratteristiche del gas di combustione proveniente dalla caldaia, compresi i microinquinanti organici (IPA, diossine, furani, PCB), a conferma della dinamica di reazione che prevede l’assenza di tali sostanze del gas di combustione”. E ancora:”Considerato il carattere innovativo e sperimentale dell’impianto, a conferma della dinamica di reazione che prevede l’assenza nel gas di combustione dei microinquinanti organici, si ritiene opportuno che in via cautelativa, sin dal periodo di avvio e sperimentazione dell’impianto, sia effettuato un controllo specifico volto a rilevare anche l’eventuale presenza delle suddette sostanze nelle emissioni della caldaia e negli effluenti gassosi in uscita dall’impianto”. Ora si può chiamarlo come lo si vuole ma questo è quello che dice la Regione. E se anche si confermerà che le diossine non ci saranno (e io lo spero sinceramente) chi ce lo fa fare di metterci in casa un “oggetto” come questo?