Il congresso del Pd sarà molto probabilmente l’evento politico più importnte da qui alle eezioni eurpee. Sto diligentemente leggendo le varie mozioni dei sei candidati. Inrealtà sono soltanto due i candidati in corsa: Zingaretti e Martina, con il primo già da ora in grande vantggio sul secondo a quant dicono i sondaggi. Nel programma del favorito il passaggio secondo me più significativo si trova verso la fine di un documento di 43 pagine.
“… il Partito democratico è in crisi non solo come soggetto politico, ma anche come comunità organizzata. Molti circoli sono inattivi o ridotti a comitati elettorali di questo o quel capobastone. Alcune federazioni sono chiuse. Il ruolo degli iscritti e dei militanti è stato via via ridimensionato e il tesseramento si è rarefatto o inquinato da pacchetti di tessere. Le risorse economiche sono ai minimi termini: il finanziamento pubblico della politica è stato abolito senza essere sostituito da un sistema di fundraising efficace e trasparente. Le strutture dipendono a tutti i livelli dai contributi degli eletti, in una identificazione sempre più viziosa tra partito e istituzioni.
Su questo il fallimento del gruppo dirigente del Pd è stato totale. Eppure, il PD ha al proprio interno tutte le risorse per rimettersi in movimento. ….. Il modello organizzativo del PD va totalmente riformato, adeguando le regole statutarie ad una stagione di profondi cambiamenti della società, del sistema politico, del livello e delle forme di partecipazione dei cittadini.”
Come si potrebbe delineare un’affermazione del genere nella nostra realtà locale? Il PD dovrà prima di tutto riflettere sul perché anche nel nostro territorio dove la sinistra ha avuto un consenso massiccio non è riuscita a distinguersi proprio nell’organizzazione del partito egemone, il PD
Il documento di Zingaretti evidenzia in più punti l’importnza delle aree interne, quelle più emarginate in ambito nazionale. In questo blog abbiamo più volte richiamato il problema della coesione territoriale. Lo abbiamo fatto in tema di trasporto pubblico, soprattutto quello ferroviario. Abbiamo anche molto discusso sui problemi ambientale e una strategia di sviluppo basata su cultura e paesaggio. Vedremo se il PD locale saprà aprirsi alle altre forze della sinistra in un dibattito aperto senza riserve mentali. Non ci resta che dire che se sono rose fioriranno.
Nei circoli si voterà sui candidati a segretario del PD in assemblee di crcolo che si terranno dal 7 al 23 gennaio. In questo sito è pubblicato il calendario per i circoli della Toscana:
http://www.pdtoscana.it/congresso-nazionale-2019-al-voto-gli-iscritti-calendario-delle-prime-riunioni-di-circolo/
Le date dei circoli di Chiusi non sono state ancora pubblicati.
”Il PD dovrà innanzitutto riflettere sul perchè anche nel nostro territorio dove la sinistra ha avuto un consenso massiccio non è riuscita a distinguersi proprio nell’organizzazione del partito egemone,il PD”.Scusa ma trovi che ci sia bisogno di riflettere su tale perche?Se il PD è stato concepito come detto un partito aperto a tutti,alle varie istanze delle concezioni politiche di tale società e se è diventato sempre più velocemente una moderna Democrazia Cristiana,mutuando ogni tipo di comportamento che a noi anziani era ed è noto,solo a non volerlo vedere si può dire che ci sia bisogno di riflettere per cercare di trovare dove staranno tutti quei perchè che si cercano.Credo che non sia più il tempo nè per Chiusi,nè per la Toscana e nè per l’italia di giocare a Carnevale,cioè a travestirsi,perchè la gente tranne quella che non sia affiliata per scopi diretti od indiretti di redditualità politica che confluiscono poi come sempre in scopi di redditualità personale o di gruppi familiari,o di associazionismo clientelare e anche di speranza reddituale futura,credo l’abbia capito da un bel pezzo”dove l’asino si vorrebbe che fosse legato”.Ed allora pensi in verità che con i tempi che corrono sia questione di Martina o di Zingaretti,oppure di altro?Ma come mi è dato da osservare il problema si pensa che sia questione di maschere invece che di prendere iniziative per far vedere alla gente i fatti.Tutto questo equivale ad una autocensura.