Secondo me la modifica di piazza Garibaldi con l’abbattimento dei muretti che danno su via Leonardo da Vinci è una sciocchezza. L’ho scritto ieri in un post sulla mia pagina facebook intitolato “Messa in cantiere un’altra cazzata”.
E ho anche spiegato il perchè: Chiusi scalo versa in condizioni pietose e andare a spender soldi su un angolo decente invece di intervenire sulle svariate criticità non mi pare ragionevole.
Ma la modifica è stata richiesta da Chiusi in vetrina, l’amministrazione Bettollini ha detto di si, cosa si vuole di più? Invece no. Non va bene per niente.
Perchè non solo la scelta non convince (almeno secondo me) ma è soprattutto il metodo con cui ci si è arrivati che non è più accettabile. E’ chiaro che l’associazione dei commercianti ha tutto il diritto di fare proposte ma siccome si tratta di intervenire su spazi pubblici con soldi pubblici vanno sentiti sempre tutti i cittadini.
Gli strumenti ci sono, basta volerli utilizzare. Si chiamano trasparenza e partecipazione e servono a migliorare le scelte che un’amministrazione va a prendere.
A Chiusi invece si continua col malvezzo delle trattative private che di privato non hanno un bel niente. Così è sempre stato e così si continua, nelle piccole come nelle grandi scelte, sia che si tratti dell’impianto Acea, che della “piazzetta”.
Cosa abbia prodotto nel tempo questo modo di fare è sotto gli occhi di tutti, dal centro merci perso tra le erbacce a quella fabbrica di san Pietro che è diventato il Palapania, solo per citare gli esmpi più vistosi.
Si vuol continuare così?
Ancora non bastano i danni prodotti e un paese ridotto a dormitorio per vecchi?
Il rilancio di un paese non è un affare privato, ma deve coinvolgere tutta la popolazione.Gli esempi virtuosi non mancano, basterebbe copiare visto che non siamo in grado di produrre un’idea.
Concordo con Luca (Scaramelli. Poi però occorre arrivare a questa strategia generale. Quello che accade oggi è che ognuno porta la sua magari a brandelli e magari guarda alle prossime elezione. Io avevo a suo tempo proposto una piattaforma “neutrale” dove le possibili opzioni venivano tutte discusse (chiusiaperta.it). Avevo anche promosso un’iniziativa pubblica per spiegarla. Poi però non sono riuscito a formare una redazione di 4 o 5 persone che si impegnassero per due o tre ore a settimana in maniera coordinata anche soltanto via web.
Secondo me prima ancora che discutere come sarà la piazzetta la cosa grave da rilevare è che qualcuno pensi che possa essere un argomento fondamentale per risollevare le sorti di Chiusi, Chiusi Scalo in particolare. Siamo ridotti peggio che a Chianciano dove fino a qualche anno fa credevano di poter andare avanti con il termalismo della mutua da anni 60 e Orietta Berti
ai Fucoli. Pensare che il futuro di Chiusi possa essere quello che era trent’anni fa, in cui Chiusi era il punto di riferimento di un’intera zona significa non avere idea della realtà. Si discuta pure di come rifare o non rifare la piazzetta ma se si pensa che questo possa essere utile al nostro paese è pura follia. Ancora più grave se questa follia è praticata da chi amministra. Mancano idee forti e è strategie precise, si passa con allegria dal progetto Acea o del crematorio al cimitero ai pullman turistici della valdichiana senza un’idea precisa di quale deve essere il futuro e l’identità di Chiusi.
È quasi una regola: non disturbare il manovratore e i suoi amici. Direi che la linea del sindaco di Chiusi rappresenta un’estremizzazione di questa legge non scritta.. Quello della piazzetta è un caso paradigmatico. Quando a Chiusi c’era ancora un negozio di barbiere tradizionale si raccoglievano le voci. Secondo quelle voci l’associazione Chiusi in vetrina aveva chiesto l’utilizzo dell’intera piazza sgomberata anche degli alberi piantati una ventina di anni fa. Se non è vero ce lo dicano. Comunque visto che alcuni della cerchia ristrettasi erano scandalizzati per la proposta, si sarebbe optato per la demolizione di una parte del muro. A conoscere i contenuti del progetto sono in pochi, prima o poi li vedremo. U n progetto sconosciuto ma che certamente sarà realizzato a spese nostre.
Ma se questa è la situazione allora dobbiamo prendere atto della situazione e organizzarci per una “trasparenza capovolta” costruita pazientemente dal basso.
Luciano,in un tempo che il pubblico è usato per scopi privati e per arrivare a tale determinazione si fornisce la ragione del miglioramento della vita degli abitanti se non ci fosse il muretto e spiegato perchè adesso siano tempi diversi da quelli di prima sulla base dello spopolamento di Chiusi e che l’erezione del muretto era d’argine al pericolo corso dai bambini che invece adesso sembra una esigenza scomparsa mentre prima ce ne erano a frotte di bambini che giocavano…(mai viste frotte per la verità) cosa ti aspetti ?Il problema che tu invochi è quello che a decidere sia la gente di Chiusi ma l’hai capito o no che alla gente purtroppo non gliene interessa nulla e che s’incazza solo se gli tocchi quello che loro ritengono ”il proprio” e che non gli entra in testa che il bilancio non li riguardi?Se gli fosse entrato in testa sai a quest’ora quante opere sarebbero state compiute e quanti soldi in meno sarebbero transitati per la fabbrica delle cazzate?Io dico parecchi.Ma come,prima si erige un muretto poi dopo anni si troverebbero le ragioni per demolirlo e ridare alla piazza lo spazio per le botteghe adducendo che adesso non serve a nulla o meglio serva ad essere occupato dai banchi durante le feste ” radiocomandate ”?Io credo che un principio debba essere sovrano ed è quello che i soldi siccome sono pubblici e quindi di tutti,debbano essere impiegati per finalità utili e no in finalità per le quali ad ogni ora parta un treno.