Magari è soltanto un’impressione, ma sembra esserci un cambiamento di stile nella politica locale. Evitate le sboronate di anni, condite con fasce tricolori, oggi le uscite “di fascia” sembrano diminuite.
Sui nodi più importanti per ora si sorvola. C’è un’interrogazione e una mozione in consiglio regionale su quanto sollevato dalle osservazioni del Comitato ARIA? Bene aspettiamo di vedere cosa risponde la giunta regionale.
La fondazione Orizzonti cambia registro ritornando alle origini dell’Istituzione Teatro? I primi successi lasciamoli commentare a Primapagina, purché si sorvoli sulla voragine di debiti ancora da ripianare. Nel Palapania c’è una prima iniziativa? Anche questo lasciamo che ne parli la stampa online, tradizionalmente amica. Basta evitare di prospettare soluzioni future che non sembrano esserci.
Dobbiamo prendere questo emergere dello “stil nuovo” come un segnale positivo. Dopo quasi quattro anni non se ne poteva più.
C’è, però, anche un aspetto negativo: il congelamento del confronto.
Al di là di una ridimensionamento della propaganda i problemi restano. Sul problema del carbonizzatore e dei possibili insediamenti per il trattamento dei rifiuti se ne deve aparlare, attivare esperti che possano dare elementi di giudizio, esprimersi su quello che si vuole per Chiusi. Lo stesso vale per tutti gli altri problemi. Come si ripianano i debito di Orizzonti? Davvero la politica culturale deve fermarsi alle cosiddette arti performative? Al di là del giudizio politico di una vicenda assurda come quella del Palapania, le scadenze dichiarate (apertura in aprile se non ricordo male) chi gestirà la struttura? Sarà poi funzionale? Ce n’era davvero bisogno?
Allora di fronte alla nuova strategia del basso profilo bisognerà capire come si metteranno in moto forme non strumentali e addomesticate di partecipazione.