L’elezione a segretario del PD di Nicola Zingaretti a segretario del PD accompagnato da una partecipazione inimmaginabili pochi giorni prima può rappresentare una svolta politica da alcuni invocata in era renziana, fra questi molto modestantemente anche chi scrive e in tempi non sospetti. La svolta, però, non è garantita dalla sola elezione del nuovo segretario. Non ci saranno più le correnti? Molto bene, ma è necessaria anche l’elaborazione di idee e partecipazione continua.
Tutto ciò deve essere tradotto a livello locale. Il confronto all’interno del partito e con l’esterno che Zingaretti invoca a Chiusi purtroppo non c’è mai stato se non schiacciato sulle celebrazioni dei risultati alquanto dubbi del governo locale.
Zingaretti invoca una politica forte per l’ambiente e qui scatta a livello locale una situazione critica. Non c’è soltanto il problema degli impianti ACEA. La situazione è aggravata dalla presenza da di alcun industrie insalubri di prima classe. I primi risultati delle rilevazioni delle centraline del progetto Air Self Control comincianoi a dare interessanti risultati che meriterebbero qualce riflessione.
Afferma Zingaretti che una priorità degli investimenti è quella per la scuola, università e ricerca. E a Chiusi? Le recenti polemiche stanno a dimostrar che c’è bisogno di un cambiamento di atteggiamento dell’amministrazione locale e che il Partito Democratico locale dovrebbe sollecitare sempre attraverso riflessione e dibattito. Inoltre è necessario pensare a promuovere conoscenza diffusa. Anche in questo il PD dovrebbe guardare un po’ fuori, come ad esempio ai risultati dell’Associazione Innovazione Locale snobbata sia dall’amministrazione che dalla politica.
Infine il problema che Zingaretti a toccato che è quella della coesione territoriale. Chiusi non solo soffre come molti piccoli centri di marginalizzazione, per noi addirittura si deline un aggravamento del problema considerando il declino della nostra stazione, che si vorrebbe “risolvere” con una flebile connessione all’alta velocità con una fermata estiva di un eurostar.
Allora c’è molto da fare per il PD locale e sarebbe bene partire subito.
La prima cosa da fare, per far riprendere un po’ di fiducia in questo partito, anche da chi in epoca renziana se ne è andato o è stato quasi costretto ad andarsene, ma penso anche per chi è rimasto, malvisto, come voce critica al suo interno, dovrebbe essere un passo indietro degli “arroganti” dirigenti in camicia bianca.
Questo prima di ogni possibile discussione sul futuro ed a prescindere dalla posizione attuale.