“Non rompeteci i polmoni” urlano i giovani nelle manifestazioni per l’ambiente. Ma la “rottura di polmoini” per l’impianto di carbonizzazione Ingelia è diversa da luogo a luogo.
La vicenda dell’impianto di carbonizzazione proposto da ACEA sta assumento contorni surreali. Da quando si sppe della proposta una veloca verifica sul web e in seguito da fonti autorevoli, come il premio Goldman Rossano Ercolini, fondatore del centro Rifiuti zero, che il Comune di Capannori con sindaco PD aveva rifiutato l’insediamento di un impianto simile, basato infatti sullo stesso brevetto, quello di Ingelia, e proposto dalla società Creo.
In seguito la stessa azienda ha proposto lo stesso progetto da insediare nel comune di Piombino. Il progetto passa all’esame della VIA regionale, che però chieda che venga realizzato in più fasi perché se possa verificare sicurezza ed eventuale nocività per la salute.
Alla fine del 2017, inizi 2018, si scopre che la vendita dei terreni dell’ex centro carni alla società ACEA sarebbe servita ad un insediamento del tutto analogo a quello di Piombino.
Sta di fatto che, nonostante che la valutazione ambientale regionale si fosse conclusa con il risulato che abbimo detto, la giunta PD di Piombino ha sposato la tesi del comitato locale contro l’impianto, con il contributo di uno studio approfondito promosso dal locale gruppo del movimento 5 stelle e ha dichiarato i non volere l’insediamento.
A livello locale Sindaco e maggioranza sembrano orientati a favorire l’insediamento proposto. La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è nella fase di raccolta delle osservazioni. Il comitato ARIA le ha presentate insieme a una richiesta i sospensione perché la VIA richiede anche confronto e partecipazione che non ci sono stati. Possibile che il Movimento 5 Stelle locale non abbia fatto una telefonata ai colleghi di Piombino per vedere se non fosse stato il caso di conividere lo studio che hanno condotto?
Insistendo sulle loro posizioni non credo che neppure i PD di Chiusi abbiano sentito l’esigenza di sentire i PD di Capannori e Piombino che a loro volta avevano sostenuto gli amministratori nel rifiuto dell’insediamento.
I due milioni e mezzo incassati da ACEA avranno indotto a “fidarsi”. Insomma Capannori e Piombino no, mentre si a Chiusi perché magari ci sarebbe stato il rischio di dissesto. L’ha affermato in seduta consiliare il vicecapogruppo di aggioranza Agostinelli che gran parte di quei soldi è andato ad estinguere mutui pesanti.
È ormai passato un anno da quando i consiglieri regionali di SI Toscana a sinistra hanno presentato una mozione ( Mozione Aceca approvata_180418 ) con la quale si impegnava la giunta regionale a promuovere un confronto a livello locale per rendere edotta la popolazione e procedere a un confronto fra Amministrazione comunale, ACEA e la popolazione. Quella mozione fu votata all’unanimità.
La Giunta regionale, però, nulla ha fatto. Recentemente gli stessi consigliei Fattori e Sarti hanno presentato un’interrogazione con la quale, fra le altre cose, chidono ragione della mancanza dell’iniziativ richiesta. La risposta dell’assessore Fratoni ha del surrele: ad organizzare il dibattito ci pensi il comune. Evviva, abbiamo finalmente scoperto il moto perpetuo del rimpallo di responsabilità della partecipazione. Secondo il Comune il confronto è compito della regione, secondo la regione è compito del comune.
Lunedì pare ci sia un’interrogazione dei 5stelle che dopo un pervicace silenzio, finalment si svegliano. Staremo a vedere.