Richiesta di pubblicazione da Bonella Martinozzi
Nel mese di marzo 2018 la rivista Internazionale , riprendendo una pubblicazione di Natural Geoscience , pose il Lago di Chiusi come uno dei siti con il maggior inquinamento da microplastiche , attestando la presenza di 10.000 particelle per mq.
A fronte di tale notizia mercoledì 5 settembre 2018 , a mezzo della rubrica “Juri risponde” , riportata sul quotidiano “La Nazione” il Sindaco smentì categoricamente la presenza di microplastiche nel Lago di Chiusi , avvalorando la dichiarazione in base ad un’analisi che avrebbe commissionato Nuove Acque alla società Ecotech di Bologna.
I dati in merito erano abbastanza vaghi , nel senso che non siamo riusciti a rintracciare dove fossero pubblicate tali analisi , tuttavia una cosa era data per sicura “ la totale assenza di microplastiche “ nel Lago di Chiusi .
23 marzo 2019 dichiarazioni del Sindaco a mezzo dei vari organi di stampa locali in riferimento ai piani di investimento di Nuove Acque “ Eliminare gli scarichi liberi significa anche contrastare il fenomeno delle microplastiche che arrivano nel lago “
Quindi scarichi liberi , microplastiche che appaiono e scompaiono a seconda della necessità ed allora , ci permettiamo di aggiungere , con il glifosate in valori eccedenti rilevato dall’Arpat come la mettiamo ?
Forse talvolta invece di ringraziare le S.p.a come se facessero “una grazia” ai cittadini, che comunque l’acqua la pagano, sarebbe il caso di ringraziare i cittadini che attraverso le loro azioni , il loro costituirsi in Comitati portano alla luce ciò che a taluno fa tanto comodo strumentalizzare all’occasione.
Le cose dette”all’Italiana”sembrano essere queste e cioè che ci siano certe entità che dicono certe cose precise e certe che le smentiscono e dicono cose diverse,mentre la verità oggettiva in tutti i modi che possa essere conosciuta non dovrebbe portare ad una interpretazione dei fatti,bensì ad una certezza.In questo caso ”o è, oppure non è”. Ma il ragionare intorno a quello che poi rischia come sempre di diventare un dilemma,si trasforma in una occasione per tutti per colorare diversamente,per diffondere notizie,allarmismi o meno,oppure anche le motivazioni di celare realtà.Tutto questo nel bene o nel male succede quando la gente abdica al controllo che il settore pubblico debba fornire e di cui essere espressione insindacabile e certa. Ai paventatori del discorso ricorrente fino alla noia che il pubblico si debba interessare solo di questioni di controllo delle legittimità ed abbandonare i vincoli economici che determinano le modalità per le quali le decisioni spettino ai privati in un mercato semprepiù privato,anche quando tale abbandono c’è il rischio che possa mettere in discussione il benessere pubblico,bisognerebbe che il ”pubblico”parlasse al proprio interno e si chiarisse sui metodi e sulle etiche per i quali è stato mandato a governare e non a spianare la strada ad altre tipologie di interessi che si capisce bene che ci sono e che si vogliono mantenere.Qualcuno in passato parlava di rapacità del capitale; bene eccola!