La mia attività di ricerca nella pianificazione urbanistica è sempre stata caratterizzata da due elementi fondamentali: impostazione incrementale e confronto continuo fra interessi diversi, fra conoscnza comune e quella dei tecnici, la cosiddetta conoscenza esperta.
In questa visione il conflitto è visto non più come un ostacolo, ma se ben gestito, come una risorsa.
Per me è quindi poco comprensibile questo pervicace rifiuto al confronto da parte del sindaco di Chiusi.
Tre esempi soltanto, il primo riguarda la recente polemica sull’orario scolastico per la scuola dell’obbligo. Gli organismi scolastici hanno programmato per il prossimo anno scolastico la “settimana corta“. A quello che si capisce le ore del sabato verrebbero recuperate con un rientro settimanale obbligatorio per tutti gli studenti. Recentemente i genitori a favore di questa soluzione si sono espressi in diverse sedi, anche su chiusiblog. Il sindaco ha prospettato (se non proprio minicciato) la interruzione di alcuni servizi come quello del trasporto e della mensa. Il confronto non c’è stato.
Un altro caso di mancata discussione e confronto riguarda il secondo palazzetto a Pania. La storia la conoscono quasi tutti. Molti anni fa, Ceccobao sindaco, fu deciso di realizzare un nuovo stadio di grandi dimensioni. In seguito risultò del evidente quello che molti avevano previsto, quel progetto era sovradimensionato e sostanzialmente inutile.
Fu così deciso di trasformare quel progtto in fase avanzata di realizzazione in un palazzetto dello sport. Nuovo progetto, riconfigurazione difficile e costi alle stelle. L’apertura dell’opera è stata annunciata e rinviata tante volte. Ultimo rinvio per la fine di quest’anno, ma non è ancora detto. Molti di noi hanno il dubbio che si arriverà a un’apertura molto vicina alla scadenza elettorale delle amministrative.
Giudizio di merito a parte la domanda insistente stata quella su chi pagherà per la gestione. Almeno su questo il confronto sarebbe doveroso visto che le risorse (più o meno 5 milioni alla fine della fiera) ce le hanno messe quasi tutte i cittadini di Chiusi.
Infine c’è il tema scottante dell’impianto di carbonizzazione proposto da ACEA. Due altri comuni, Capannori e più recentemente Piombino, hanno rifiutato di ospitare impianti basati sullo stesso brevetto. Perché non sentirli e magari solo dopo contestare quelle posizioni. Niente di niente. Anzi il sindaco afferma che la partecipazione è stata ottima e abbondante, confondendo un’iniziativa di partito e incontri sul bilancio come dibattiti sull’impianto. La fantasia al potere era uno slogan del ’68. A Chiusi lo abbiamo realizzato, anche senza il ricorso alla noiosa partecipazione.