Prima gli italiani? Quando ce la fanno

ritratto Istantanea_2019-05-17_11-40-40di Paolo Scattoni

Si rassicurino gli amici di chiusiblog. Pubblico il mio ritratto, ma non per megalomania. Non è il soggetto che conta, è la storia di questo ritratto che vale la pena raccontare. Da qualche mese sto aiutando un amico richiedente asilo. Ha già pubblicato su chiusiblog su un corso da lui tenuto sul microcontrollore Arduino.

George ha deciso di raccontare la sua storia in un libro perché così pensa di aiutare a capire la condizione di quelli che sono nella sua stessa situazione. Il libro è quasi pronto e dovrebbe uscire a fine mese.

Il mio  aiuto (ma anche di altri) si è limitato a qualche consiglio e alla correzione dell’italiano. Per ringraziare per il contributo George qualche giorno fa mi ha fatto la sorpresa del ritratto fatto sulla base di una foto da telefonino.

L’autore si chiama Kelvin. è un altro richiedente asilo ospitato nel CAS di Sarteano. Ovviamente ne sono stato felice perché, a quanto posso giudicare, il ritratto al carboncino, mostra una mano davvero notevole. Ho incontrato l’autore quasi per caso al pranzo comunitario che la parrocchia di Chiusi Scalo organizza tre volte a settimana. Fra i tanti che vi fanno riferimento molti sono richiedenti asilo di diversi CAS che vi si ritrovano per tenersi in contatto.

L’autore del ritratto è un richiedente asilo della Nigeria meridionale che in patria faceva il grafico. È molto giovane ed è laureato in una scuola equivalente al nostro liceo artistico. Purtroppo nessuno nei due anni di permanenza in attesa della decisione di commissioni e tribunali, gli ha chiesto cosa sapesse fare. A quelli che predicano “prima gli italiani” chiedo: ma in questo caso gli italiani ce la farebbero ad arrivare prima?

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4 risposte a Prima gli italiani? Quando ce la fanno

  1. pscattoni scrive:

    Oggi l’ennesima uscita del ministro degli interni. Sequestrata la nave della ONLUS tedesca Sea Watch. Fra quelle povere persone sbarcate ci potrebbero essere persone del valore dei due nigeriani che ho descritto nel post. Perché non cerchiamo di capire chi sono, cosa sanno fare, come possono contribuire alla terra che li ospita? Oggi 19 maggio in un comizio il nostro ministro degi interni ha baciato il rosario e invocato la Madonna. Mai nella storia politica italiana dall’unità ad oggi si era mai visto utilizzare un gesto blasfemo per qualche voto. Un tentativo patetico che non merita ulteriori commenti.
    Alle europee darò la mia preferenza a Pietro Bartolo, un medico che ha lavorato per decenni ad assistere tanti rifugiati. Spero che quando parlerà al parlamento europeo riuscirà a spiegare circondato d un rispettoso silenzio che coloro che chiedono asilo non sono pacchi, ma persone.

  2. roberto donatelli scrive:

    ….finalmente un articolo che mi riempe il cuore sempre, però, con il discorso della ‘politica’
    in generale ed italiana in particolare.
    Auguri.

  3. pscattoni scrive:

    Quando lo incontro riferirò. Penso che abbia utilizzato il digitale quando era grafico in Nigeria. Da due anni non può accedervi, ma apprezzo il suo non arrendersi alla situazione.

  4. maria spina scrive:

    Grazie Paolo! Nella nostra facoltà, quando si disegnava ancora “dal vero”, gli avrebbero detto: “Calvin, lei ha una bella mano!” Chissà se, applicando la sua esperienza visuale anche al settore della grafica digitale (oggi imprescindibile), il ragazzo non riesca a “sfondare” in questo campo? So che le Regioni organizzano corsi (con ottime borse di studio) in vari settori del digitale. Non appena avrà passato l’esame della Commissione potrebbe concorrere anche lui.
    Magari potresti aiutarlo a costruire un suo “Carnet di viaggio”, in controcanto con il diario di George, che possa funzionare come un racconto per immagini per il suo colloquio come richiedente asilo.

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