Impianto ACEA: come discutere

thumb-up-and-thumb-downdi Paolo Scattoni

La raccolta di 2000 firme sul carbonizzatore idrotermale di ACEA è un dato important. La gran partedi quelle firme è di cittadini di Chiusi. È un dato che non può essere ignorato. È richiesta di partecipazione per un insediamento industriale che tratterà 80.000 tonnellate annui di fanghi, residui di impianti di depurazione di almeno tre regioni.

La risposta alle firme non potrà essere quello che se ne debba parlare pubblicamente in maniera tale che ci possa essere una corretta informazione. Per ora da una parte, quella del sindaco si afferma che quell’impianto non avrà emissioni e comunque non saranno pericolose per la salute. Dall’altra parte c’è il Comitato ARIA che ha esaminato le ragioni dei comuni di Capannori e Piombino che hanno rifiutato due impianti basati sullo stesso brevetto.

Mi chiedo come possa essere organizzato questo confronto pubblico, almeno il primo.

Personalmente amo l’organizzazione dei confronti pubblici all’inglese. Possiamo pensare ad un’iniziativa che veda una breve introduzione (5 minuti) di un moderatore neutrale che spiegherà le regole. Poi si discuterà di un’affermazione del tipo

“L’insediamento ACEA alle Biffe non avrà emissioni co comunque in quantità minimali non dannose per la salute”.

Poi ci sarebbe un interveno di 20 minuti da parte di un esperto a difesa dell’affermazione. I vento minuti successivi aranno utilizzati dall’esperto contrario alla proposizione. I successivi quaranta minuti saranno lasciati agli interventi del pubblico.

Il finale sarà ancora degli esperti. Due interventi, simili a quelli di apertura, degli esperti che però potranno concedere il loro tempo ai rispettivi “secondi”, altri esperti che potranno portare ulteriori elementi pro o contro.

In Inghilterra alla fine si vota. È evidentemente una votazione del tutto simbolica e probabilmente inopportuna in questo caso. Anche senza voto il dibattito sarebbe di grande utilità  e porrebbe le basi per approfondimenti futuri.

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3 risposte a Impianto ACEA: come discutere

  1. luciano fiorani scrive:

    Nell’articolo segnalato da Casini si dice tra l’altro: “Il concetto promosso in sede di convegno è quello di creazione di piccole e locali bioraffinerie, che possano chiudere il ciclo dei rifiuti organici su scala locale” .
    Non è il nostro caso.
    A Chiusi, l’impianto Acea, si propone di trattare 70.000 tonnellate di fanghi che non vengono solo da rifiuti organici (nelle fogne finisce di tutto dalle medicine scadute all’olio esausto fino agli scarti di vernici) e soprattutto quella roba non è certo, nella stragrande quantità, “roba nostra”.
    Di cosa vuol parlare?

  2. pscattoni scrive:

    x Luigi Casini. Lei è la prima volta che interviene su questo blog e lo fa segnalando un link ad un articolo di quttro anni fa, lasciando tutti nel dubbio sulle sue motivazioni. Ci vuol dire che lei condivide quanto scritto in quell’articolo? Non è questo il modo di dibattere. Su questo blog è disponibile un articolo pubblicato più meno in quel periodo. L’autore è un giornalista di Repubblica sulla cui professionalità e onestà intellettuale qui a Chiusi possiamo mettere la mano sul fuoco. Ne citiamo un breve estratto:
    ” Ora l’impianto arriva in Toscana, a Lucca, grazie a Luca Gelli e Massimo Manobianco. I due, il primo imprenditore nel settore manti stradali e il secondo tecnico, hanno fondato e controllano la Creo srl, società licenziataria esclusiva per l’intero Paese dei quattro brevetti inventati in Spagna dalla Ingelia sl. Creo prevede di aprire entro il 2017 impianti a Capannori e nell’area del porto di Piombino, oltre che nel Leccese, in Basilicata, Veneto e Umbria (altri impianti, tra cui a Montespertoli e Siena, vorrebbe aprire direttamente Ingelia). Investimento toscano di 35 milioni di euro, al netto dei capannoni, 8 milioni dei quali dovrebbero arrivare, attraverso il “Protocollo d’Insediamento”, da contributi della Regione a cui è stata chiesta l’autorizzazione a realizzare le centrali.”

    Vede signor Casini in quattro anni ne sono state fatte di analisi e nessuno degli impianti annunciati è stato realizzato. Chissà perché.

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