di Paolo Scattoni
Le firme per il rifiuto dell’impianto di cabonizzazione di ACEA nell’area dell’ex centro carni hanno raggiunto la bella cifra di 2250. Potevano ssere di più, ma il Comitato ARIA ha deciso di accelelerare la consegna ai sindaci della zona a cominciare da quello di Chiusi. Ecco il trsto che ha accompagnato la consegna:
“Egregio signor Sindaco,
le consegniamo copia le firme raccolte in relazione alla possibile realizzazione di un impianto di carbonizzazione idrotermale in località Le Biffe. Sono passti ormai più di 18 mesi quando emerse quasi per caso che la cessione a seguito di bando dell’area dell’ex centro carni era stata accompagnata da una nota in cui la società ACEA delineava le caratteristiche del futuro impianto che dovrebbe utilizzare uno specifico brevetto messo a punto dalla società spagnola Ingelia. Da allora prima un comitato spontaneo denominato “sul carbonizzatore” e successivamente il Comitato ARIA hanno richiesto un processo partecipativo per un’informazione adeguata dei cittadini e un confronto sul merito con la partecipazione di esperti. La rinuncia da parte dei comuni di Capannori e Piombino di ospitare impianti dalle cartteristiche e dimensioni analoghe a quello proposto per Chiuisi ha determinato presso l’opinione pubblica altra preoccupazione, rafforzata dalle osservazioni di alcuni enti presentate presentate in sede di procedura VIA.
IL Comitato ARIA ha deciso la raccolta delle firme che oggi vengono consegnate perché si dia luogo a un confronto in tempi brevi e con la partecipazone dei diversi portatori di interesse.
Certi di una risposta tempestiva e positiva, si porgono i migliori saluti”.
Ora non si potrà più dire che si tratta di una minoranza. A spanne le firme arrivate dai cittadini di Chiusi sono circa 1500, pratiamente il 25% dei cittadini al di sopra dei 16 anni. Come risponderà la politica è difficile dire. La strategia sino ad ora è stata quella del rinvio confondendo la valutazione di impatto ambientale (VIA) con una dversa campagna di informazione e confronto. Quell’insediamento per dimensioni e qualità segna una strada che vede lo sviluppo di Chiusi nel settore del trattamento dei rifiuti. In pratico si vuol mettere chi la pensa diversamente, su uno sviluppo sul patrimonio storico e paesaggistico di fronte al fatto compiuto.
x Carlo Sacco. Come noto il comitato ha tentato anche la via del referendum che se pur previsto dallo statuto comunale ,non lo si può convocare per la mancanza di un regolamento. Detto questo, le circa 1500 firme di Chiusi rappresentano approssimativamente il 25% della popolazione di Chiusi dai 16 anni in sù. Il dato politico è evidente e il non affrontarlo rappresenterà un danno per tutti.
Credo personalmente che le 2250 firme raccolte siano solamente una piccola parte di quelle che avrebbero potuto in un altro lasso di tempo diverso da quello in cui sono state raccolte,che siano effettivamente una piccola parte di quelle portatrici auspicanti di un potenziale e sonoro NO ! Io credo che alla fine occorra contarsi su una decisione di tale importanza e che travalica i canali normali attraverso i quali la politica si esprime.