Progetto ACEA: resoconto dell’iniziativa del 31 ottobre

di Lucia Lelli

L’assemblea pubblica che si è svolta ieri sera alla sala San Francesco a Chiusi città ha visto un’ampia partecipazione di pubblico. Fra i relatori sono intervenuti nell’ordine Fulvio Santucci ingegnere, Valeria Passeri avvocato, Carlo Romagnoli medico.
Il primo intervento è stato fatto dall’ingegnere Fulvio Santucci il quale ha brevemente illustrato l’impianto che Acea ha in progetto di costruire a Chiusi. Ha esposto tecnicamente ma in termini ben comprensibili come verranno trasformati rifiuti di matrice organica in hydrochar le cui caratteristiche dipenderanno dal fango in ingresso. 80000 tonnellate di fanghi urbani entreranno nell’impianto che funzionerà 24 ore su 24 e verranno trasformati in due tipologie di materiali :la prima è una sostanza carboniosa che verrà ottenuta in tre ore e riguarda la frazione solida. L’hydrochar sarà prodotto in 7600 tonnellate all’anno e potrebbe essere utilizzato come combustibile o ammendante per terreni. La frazione liquida verrà prodotta in 5600 tonnellate all’anno e sarà un fertilizzante chimico.
Le sostanze prodotte sono attualmente considerate rifiuti dalla legislazione e come tali vanno trattati. Si è poi parlato delle emissioni in atmosfera che Acea ha già dichiarato in progetto: particolato pm10 e PM 2,5, maleodoranze, emissioni acustiche, monossido di carbonio, biossido di azoto, anidride solforosa, acido solfidrico, azoto ammoniacale e forse anche diossine.

L’impianto sarà caratterizzato da 8 reattori di altezza 12 m.
Il secondo intervento è stato fatto dal avvocato Valeria Passeri la quale spiegato il concetto di economia circolare, che attiene al solo caso in cui il prodotto ottenuto è un prodotto e non più un rifiuto. Il Legale ha poi esposto il diritto/dovere di partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano ambiente e territorio, un diritto che trova le proprie fondamenta nella legislazione nazionale e sovranazionale. Viene rilevato inoltre come, nel caso concreto, il confronto con la cittadinanza doveva precedere ogni decisione da parte dell’amministrazione comunale e doveva collocarsi al momento in cui Acea ha presentato la proposta per l’acquisto del terreno. A maggior ragione quanto sopra in considerazione del fatto che nelle immediate vicinanze ci sono abitazioni e tali scelte andrebbero ad incidere in modo importante sulla qualità di vita, sulle abitudini e sulle manifestazioni di vita costituzionalmente garantiti. Senza poi sottacere anche sulle ricadute sull’economia di un intero centro abitato, con intuibile deprezzamento dei valori immobiliari. Conseguentemente saranno anche inevitabili le ricadute sull’ambiente circostante, con attivazione anche di percorsi giudiziali a tutela di beni primari, da parte dei privati. Da ciò deriva una particolare rilevanza della partecipazione della cittadinanza nei progetti ambientali, anche per evitare in un futuro ricadute giudiziarie che andrebbero ad innescarsi. Nella zona in questione persiste anche un vincolo paesaggistico.

I problemi e i disagi creati ai cittadini dovranno essere presi in considerazione perché esistono delle valide alternative a questo impianto. L’inchiesta pubblica prevista in questa fase dell’iter autorizzativo appare a dir poco inutile, ma comunque la cittadinanza non deve perdere l’occasione per fare sentire la propria voce, perché insieme le cose possono certo cambiare e migliorare.
Il medico Carlo Romagnoli medico di sanità pubblica e membro di isde medici per l’ambiente ha parlato della relazione tra ambiente e salute, dell’importanza di creazione in zona degli eco distretti. Il medico ha posto l’importanza sulla stretta ed imprescindibile connessione tra ambiente e salute, sottolinenando che l’ambiente è un bene comune che appartiene a tutti noi e che ciascuno di noi deve attivarsi per la tutela del bene comune. E’ proprio in tale contesto si colloca l’importanza dell’ecodistretto. In questo modo i cittadini diventano gestori per poter monitorare quello che avviene in un territorio. Romagnoli ci parla di uno spossessamento delle matrici ambientali: aria, acqua e suolo che una volta inquinati, non saremo più in grado di tornare come prima. Le abitazioni avranno inevitabilmente una riduzione importante del loro valore. Anche le attività esistenti su un territorio, una volta insediata una azienda insalubre che inquina l’aria, non avranno più le condizioni di poter lavorare come prima di tale insediamento.

Dagli anni 90 le pubbliche amministrazioni hanno fatto politiche di assistenza più per i privati che per l’interesse pubblico. In pratica i cittadini non sono tutelati ma le aziende private vengono giustificate e hanno la precedenza. Il particolato è una sostanza dichiarata da Acea, è considerata cancerogena. Non possiamo non considerare in termini di inquinamento anche quanto deriva dai mezzi di trasporto che trasporteranno le materie presso il carbonizzatore, che rappresentano anche essi un vero danno per la salute, in particolar modo per gli individui più sensibili come i bambini. I dati autodichiarati vedono anche un conflitto di interesse, perché sono da verificare. Le ricadute sui terreni circostanti possono esserci anche a chilometri di distanza, e le sostanze che si depositano possono anche inquinare le falde acquifere e le coltivazioni. In conclusione, il medico ha concluso che la cittadinanza deve essere sempre più presente con le amministrazioni pubbliche e con gli organi di controllo, proprio per sollecitare ed aiutare un contemperamento di interessi.
Ci sono poi stati interventi dal pubblico:
Paolo Scattoni ha parlato di come è stata gestita la vendita del terreno da parte del comune e delle dichiarazioni di intenti che Acea aveva fornito già dall’inizio. Luciano Fiorani ha sottolineato l’assenza dell’amministrazione comunale a questa assemblea, chiaro segnale della noncuranza con cui è stata gestita questa situazione e fa capire quanto non siano importanti i cittadini. Romano Romanini ha parlato delle prospettive di sviluppo per un polo Inter- regionale dei rifiuti nell’area acquistata da Acea. Il tema è più vasto e dobbiamo guardare a ciò che anche in futuro potrà diventare questa presenza sul nostro territorio. Vogliamo questo futuro per Chiusi?
Marco Casucci :la Regione Toscana ha dichiarato che i progetti riguardanti Chiusi non sono stati preceduti da un doveroso e preventivo confronto partecipato con la popolazione. I fanghi di tre regioni che arriveranno a Chiusi dovrebbero coinvolgere anche le opinioni di tutti i comuni limitrofi. L’inchiesta pubblica andava fatta in una fase precedente. La presenza del sindaco sarebbe stata doverosa in questa assemblea. La valorizzazione dei beni comuni e le dichiarazioni di Toscana Carbon free dal 2050 non sono coerenti con una produzione di carbone di tipo c come si avrà in questo impianto. Proviamo a chiedere il perché siamo arrivati a tutto questo.
Lucia Lazzeri Contini: riflessioni sulla imparzialità di Arpat è sul monitoraggio che essa compie. Dobbiamo fidarci? Come possono i cittadini affiancare tali controlli e sollecitarli?
Nicola Bettollini, ha poi preso la parola ed ha parlato di riferite reazioni ed atteggiamenti dell’amministrazione comunale di Chiusi nei confronti di chi ha manifestato una idea contraria a questo impianto, che risponde solo a interessi privati e non a quelli della cittadinanza. Nicola Bettollini sottolinea come non sia stata attuata la promessa di valorizzazione del territorio fatte in campagna elettorale dalla giunta? Perché? È un impianto sperimentale, quali conseguenze si avranno? Fondamentale è l’interesse dei cittadini. Ripercussioni sulle colture e sull’ambiente che le emissioni avranno. Per dare lavoro a 30 persone in un impianto sperimentale si andrà a danneggiare sia il valore degli immobili di tutto il territorio, le attività commerciali e produttive esistenti che la salute dei cittadini.
Luca scaramelli: la cessione del terreno è stato un passo che il comune non doveva fare prima di aver sentito la popolazione. Ci troviamo davanti ad una amministrazione che preferisce i social al dialogo con i cittadini, e che ha venduto il terreno senza neppure aver capito e studiato che genere di impianto avrebbe costruito Acea. Su questa vicenda poi è mancata una informazione libera, fondamentale in democrazia.…

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Progetto ACEA: resoconto dell’iniziativa del 31 ottobre

  1. pscattoni scrive:

    Più di cento trenta persone hanno partecipato all’iniziativa. Posso confermare che l’attenzione al tema su qursto blog è molto alta. I contenuti sono stati ben presentati. L’ingegner Santucci ha dimostrato che sull’impianto si possono presentare le caratteristiche e gli affetti, alcuni sicuri e altri probabili in maniera semplice e allo stesso tempo esaustiva.
    Ho trovato politicamente scorretto il tentativo del sindaco di sviare l’attenzione con l’annuncio di una sua iniziativa alternativa su facebook, sullo stesso argomento e alla stessa ora.
    Non so se la cosa piacerà a tutti, ma l’iniziativa ha rappresentato una svolta nell’informazione sul tema, qualcosa che era mancato negli ultimi due anni.

I commenti sono chiusi.