di Paolo Scattoni
Al personaggio dei Promessi Sposi bastò una notte per convertirsi. A Stefano Scaramelli ci sono voluti pochi giorni a passare dal PD al partito di Renzi.
Ricordo l’assemblea del PD di Chiusi il 9 ottobre alla presenza del segretario provinciale Valenti. In quella occasione ho sentito dichiarazioni di fedeltà al partito che dopo la riforma dello statuto sarebbe risorto più forte di prima. A fine assemblea ebbi con Scaramelli anche uno scontro verbale perché mi richiamava all’ordine e non potevo mettere in dubbio le decisioni visto che non ero negli organi di partito deputati a decidere. Quando si dice democrazia.
Oggi ho deciso di fare un investimento. Ho comprato il Corriere di Siena. Erano anni. Un amico mi ha infatti segnalato una lunga intervista di Scaramelli. Ce n’è una anche nella Nazione, ma quella sul Corriere di Siena era più lungo. Così nella speranza di trovare finalmente le motivazioni della conversione ho investito un euro e cinquanta. Con tutta la buona volontà queste profonde motivazioni non le ho trovate.
Ho invece trovato affermazioni del tipo “Ci si conta soltanto per correnti, è una guerriglia per banda quotidiana, si delegittima chi esprime talento o merito“. Modestamente parlando. E ancora “Ogni volta c’è stata per non invitare Scaramelli, per non farlo esprimere o per costruire ostacoli .” Mi ricorda la storia del bue e dell’asino.
Déjà vu