di Paolo Scattoni
Grazie ad un recente comunicato di ACEA in occasione della Fiera Ecomondo, siamo vicini alla conoscenza dell’anello mancante nella vicenda dell’impianto di carbonizzazione. Pubblico su una pagina apposita la trascrizione del testo integrale, tanto per evitare polemiche speciose.
Qui ci interessano due passaggi che portano qualche elemento per inquadrare tutta la vicenda “impianto di carbonizzazione a Chiusi”.
Molti di noi si erano infatti chiesti come ACEA avesse potuto acquistare l’area delle Biffe per quasi tre milioncini di euro senza garanzie sulla fattibilità dell’operazione.
Qualche elemento il comunicato ora ce lo dà quando specifica che ‘Lo “Sludge Mining” (ovvero estrazione di fanghi) è un progetto di ricerca e sviluppo –finalizzato alla realizzazione a Chiusi in provincia di Siena di un impianto di recupero innovativo– per il quale l’azienda ha previsto un investimento di 7,4 milioni di euro, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Toscana per circa 2,3 milioni’.
Eccolo dunque il nodo: la Regione Toscana contribuisce direttamente al progetto ponendo la realizzazione come prima condizione.
Di questa collaborazione diretta, qui nulla si sapeva, e noi poveri cittadini, come al solito, tenuti all’oscuro; magari qualcuno invece lo sapeva, ma non ha sentito la necessità di comunicarlo. Un’informazione, pure minima, è stata finora negata e ora si capisce perché. Evviva. Tanto meno si sa quale governo abbia “cofinanziato”: quello attuale o quello di prima, quale ministro? Oppure quelli ancora prima?
Allora forse si spiegano i balletti dei 5stelle e l’aiutino all’Amministrazione con il famoso “documento programmatico”. Saranno loro, se vogliono, a dircelo.
La graziosa concessione di un’Inchiesta Pubblica avviene quando gli accordi di cui ci parla ACEA sono stati consumati. Allora il dubbio viene ed è quasi una certezza: gli accordi si sono consumati sopra la testa dei cittadini.
Anche la sicumera del sindaco ora si spiega. Ci dobbiamo chiedere che garanzia di neutralità può oggi dare la Regione nella procedura VIA, ma soprattutto nell’Inchiesta Pubblica.
Ora ACEA afferma che su quell’impianto si sono consolidate collaborazioni anche con università della Toscana e oltre. E che vogliamo negare qualche borsa di dottorato a chi dà “prestigio accademico” a questo progetto che il centro di ricerca Rifiuti Zero del premio Goldman, Rosssano Ercolini aveva già criticato e convinto il Comune di Capannori a non autorizzarlo.
C’è un altro piccolo passaggio del comunicato che ci interessa: “Sarà il primo impianto in Italia e il più grande d’Europa, quindi molto più grande rispetto a quelli già esistenti in Spagna, Belgio e Inghilterra.”
Evviva la sincerità. La dimensione è un valore positivo. Sapevamo che l’impianto a Chiusi sarà circa 10 volte più grande di quello in Spagna e 20 volte quello in Inghilterra.
Allora i cittadini di Chiusi sono cavie da esperimento? Come recita la canzone “Per vedere di nascosto l’effetto che fa”.
Sono d’accordissimo con il Sig. Nicola Bettollini, quindi discutere mi sembra superfluo, ameno che si cominci a discutere sulla verità, quella descritta, appunto, dal Bettollini, sono stato attento a mettere le due elle.
Art.1 ”L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Quando abbiamo cominciato a seguire la questione, come Partito Comunista lo abbiamo detto fin da subito, eravamo passabili di smentite ma nessuna ne è arrivata, solo montagne d’insulti dal Comune di Chiusi ma null’altro…..Non ci eravamo sbagliati, possiamo lottare contro il Carbonizzatore, è giusto farlo e lo stiamo facendo come tutti quelli che concordano su tutto ciò ma se non lottiamo per distruggere il sistema politico attuale sarà sempre più complicato, non vedete che sono tutti d’accordo? Si danno per nemici ma in realtà gli interessi li fanno tutti amici! Ci rimettiamo solo noi!
Quello che meraviglia è come di fronte all’affermazione di ACEA che c’è stato un accordo (mai reso pubblico prima) fra Regione, Governo e ACEA per un progetto di ricerca che presuppone la realizzazione dell’impianto, alcuni ancora si ostinino a negare l’evidenza. Sono d’accordo con Luca (Scaramelli) che il sindaco debba dire quanto sapesse di tutto ciò. Forse molto, data l’ostinazione con cui ha negato qualsiasi confronto. D’accordo anche con Romano (Romanini) che il presidente della Giunta regionale debba spiegare tempi e modi dell’accordo con ACEA.
Come afferma Paolo (Scattoni) credo che questo sia veramente l’anello mancante che spiega tante cose. Adesso una risposta da parte del Presidente Rossi è dovuta è anche velocemente, sicuramente prima del 12 Novembre. Sarà interessante sapere anche se il Sindaco di Chiusi era a conoscenza del finanziamento da parte di Regione e Governo.
La tanto sbandierata Inchiesta Pubblica sarebbe quindi invalidata da un conflitto di interessi della Regione grande 2,3 mln tanto quanto il finanziamento che avrebbe dato ad ACEA per la realizzazione dell’impianto. Se questo fatto sarà confermato come può la Regione essere arbitro imparziale quando contemporaneamente è parte in causa?
Il Presidente Rossi deve chiarire immediatamente questa vicenda: prima del 12 novembre, prima dell’avvio della Inchiesta Pubblica, pena la sua (dell’inchiesta) totale perdita di credibilità.