di Paolo Scattoni
Negli ultimi giorni mi capita spesso di essere “ringraziato” per il lavoro svolto sul carbonozzatore (valorizzatore. decarbonizzatore, o comunque lo si voglia chiamare). Il merito è di tutti quelli che hanno partecipato.
Quello che più mi ha colpito nel dibattito degli ultimi due anni é stato l’importanza della conoscenza diffusa. Se c’è stato un merito è quello di aver attivato queste conoscenze e metterle insieme per una valutazione. La cosa grave in questa vicenda è la sufficienza con cui questa conoscenza è stata trattata.
Forse avrò capito male, ma la recente intervista dell’ingegner Vivarelli di ACEA pubblicata nella cronaca di Siena della Nazione del 3 dicembre si attarda ancora su questa posizione. Così infatti dichiara: “Io sono fiducioso che alla fine dell’inchiesta pubblica, nella sede della valutazione del progett, ci saranno tutti gli elementi per poter consentire agli enti, compreso il Comune, che oggi è sul banco degli esaminatori, di esprimere i loro pareri, . Li aspetto nella conferenza dei servizi, non da un’arena pubblica”.
Come leggere una dichiarazione del genere? Sembra dire che se per ora ci si è sfogati, è arrivato il momento delle cose serie. Personalmente sono dell’idea che invece le competenze che si sono espresse nella “arena” si siano dimostrate molte più convincenti di quanto scritto nel progetto.
L’ingegner Vivarelli dice che comunque loro andranno avanti anche di fronte alla bocciatura della variante. Gli possiamo assicurare che anche noi andremo avanti nei nostri studi e nella nostra azione anche in caso di approvazione.
Ci sono commenti che sollecitano un’iniziativa “di piazza”. Invio ad un recente post di Romano Romanini su facebook che sta avendo un buon riscontro: https://www.facebook.com/groups/373596223130479/?epa=SEARCH_BOX
Hanno già iniziato. La Conferenza dei servizi pare sia stata inondata di documentazione integrativa, che ovviamente non può essere adeguatamente studiata per la prossima sessione della Inchiesta Pubblica di lunedì 9 alle 18. Anche questo orario è già significativo di per sé. Vorrà dire che per cena ci dovremo portare un panino.
La mia fede per la trasparenza mi porta a pensare che dovremmo scrivere un instant book perché quando andremo a votare per le regionali i cittadini possano considerare questo insieme a molti altri elementi di valutazione.
Dalle parole dell’intervista, parrebbe che la Conferenza dei Servizi sia un luogo per una conventio ad excludendum. Questi insistono con un atteggiamento che ha già provocato un bel disastro di credibilità ormai “carbonizzate” e lanciano una sorta di appello implicito al Comune che più sospetto non potrebbe essere. Tra l’altro, l’intervista dimostra che sono pronti a ignorare anche l’eventuale esito negativo dell’inchiesta pubblica. E’ un campanello d’allarme che occorre non sottovalutare: da qui in avanti, la loro azione si farà, se possibile, ancora più opaca e la comunicazione diventerà un guazzabuglio subdolo, intricatissimo.