di Giuseppe Gigliotti
Il Comitato Soci pro Banca Valdichiana (diciamo così: “pro” – e non “contro” – proprio per riaffermare i motivi che hanno fatto e fanno muovere il Comitato) ha promosso una pubblica assemblea venerdì 6 dicembre a Piazze.
La relazione iniziale – chiara, significativa e motivata – del dott. Carlo Alberto Cordeschi ha caratterizzato l’incontro, che ha registrato una bella presenza e ha suscitato in chi scrive – ma non solo in chi scrive – il desiderio di ripercorre, sia pure per sommi capi, le tappe delle fusioni che hanno fatto nascere Banca Valdichiana, ora di Chiusi e Montepulciano.
Banca Valdichiana nasce nel 1999 per unione tra le allora bcc di Chiusi e Piazze. All’epoca Piazze aveva dieci dipendenti e due filiali, Cetona e San Casciano. Era stata costituita nel 1959 con atto rogato dal notaio Giulio Cinelli di Chiusi e la prima presidenza venne assunta dall’ing. Corrado Cordeschi. 44 i soci fondatori che sottoscrissero un capitale di lire 1.695.000, diviso in n. 339 azioni del valore unitario di 5.000 lire.
Come riporta Bancanostra-informa nel numero di luglio 2000, il dott. Fulvio Macchietti, subentrato al Cordeschi nella presidenza della bcc di Piazze, nella sua funzione di Vice Presidente Vicario della neonata Banca Valdichiana (Bancanostra-informa ne era il periodico) così si esprimeva a proposito dell’avvenuta fusione tra le due bcc:
“Luglio 1999-Maggio 2000: sono passati dieci mesi dalla fusione. Tale lasso di tempo, seppur breve, documenta egregiamente la bontà delle scelte fatte e la validità dell’iniziativa. Il bilancio che ne è scaturito, quello “contabile”, fatto dallo stato patrimoniale e dal conto economico, e quello “sociale”, che ricorda le tante iniziative messe in atto, ci dicono che la scelta fatta è stata felice. Di ciò, prendiamone tutti atto con piacere e con rinnovata fedeltà a Banca Valdichiana”.
Anni dopo Banca Valdichiana è chiamata ad un’altra fusione. Domenica 8 maggio 2016 la compagine sociale chiusina vota la fusione per unione con la bcc di Montepulciano. Lo stesso giorno i soci della bcc di Montepulciano riuniti in assemblea straordinaria presso la Sala ex Macelli a Montepulciano votano a loro volta la fusione. Come proposto dai rispettivi cda delle due banche, nasce Banca Valdichiana-Credito Cooperativo di Chiusi e Montepulciano. La sede legale è stabilita a Chiusi, quella amministrativa a Montepulciano. Il direttore generale della bcc di Montepulciano, Beniamino Barbi, dichiarava alla stampa (Corriere di Siena, 8 maggio 2016) che la banca aveva realizzato un utile netto di euro 1.461.121, pur avendo sopportato una “ingente svalutazione crediti”, indicata come n.d.r vicina ai 5,5 milioni di euro.
Due anni prima, il 23 novembre 2014, la bcc di Montepulciano era stata interessata da un’altra preventivata fusione con Bancasciano, la bcc di Asciano cioè. La compagine di Asciano votò al Circolo ricreativo Le Piramidi di Asciano e quella di Montepulciano presso gli ex Macelli a Montepulciano. Le votazioni furono alle ore 16, in simultanea. Non vi fu intervallo di tempo tra l’una e l’altra. Presidenti delle due bcc erano Eros Nappini per Montepulciano e Paolo Lorenzoni per Asciano. La fusione non andò in porto. Di fronte al Si di Montepulciano, vi fu il No di Asciano.
Domenica 8 maggio 2016, i Si alla fusione sono due: quello di Chiusi e quello di Montepulciano. Nasce l’attuale Banca Valdichiana. La bcc di Chiusi vota nella mattinata, la bcc di Montepulciano nel pomeriggio. Non vi è simultaneità: vi è un intervallo di tempo. Perchè? La bcc di Montepulciano fu cortese e dette la precedenza a Chiusi? o forse giocò di prudenza (attendendo i risultati di Chiusi)… memore di quanto era accaduto due anni prima con Asciano? Anche di questo hanno parlato i presenti all’assemblea di venerdì 6 dicembre.
La fusione fra Chiusi e Piazze, avvenuta per opportunità e non per necessità, funzionò molto bene. L’integrazione fra amministratori, dipendenti e soci fu determinante per la riuscita del piano industriale.
Perché la fusione fra Chiusi e Montepulciano non è riuscita come la precedente? I signori amministratori che hanno gestito questa nuova fase della Banca hanno il dovere di comunicare ai soci le motivazioni del fallimento di questa fusione. L’ultimo atto (ribaltone in CdA) dimostra plasticamente che in questi anni le due compagini non si sono mai integrate cercando più il “potere” che il bene della Banca.
Per questi motivi chiediamo, a gran voce, una convocazione di una assemblea straordinaria, per chiarire ai soci, finalmente, cosa è successo e cosa sta succedendo dentro la Banca.
importante, come ha fatto Giuseppe Gigliotti nel bell’articolo, ripercorrere le scelte fondamentali della vita della banca per essere di monito a non ripetere in futuro gli errori del passato
Questi interventi del Comitato Soci di Banca Valdichiana costruiscono un quadro sempre più chiaro. È im portante scavare nella memoria di una realtà come quella del Credito Cooperativo nelle nostre zone.