di Lorenzo Scovacricchi
Proseguono le assemblee del Comitato Soci Banca Valdichiana: l’ultima il giorno 16 dicembre a Sanfatucchio. Le assemblee – questa è la terza – hanno lo scopo di informare i Soci della banca in merito alle finalità che il Comitato si propone.
Il Comitato infatti intende promuovere una più intensa partecipazione dei Soci alla vita aziendale, proprio in questa particolare e delicata fase del movimento delle Banche di Credito Cooperativo. Come è noto, la riforma delle BCC, a seguito delle indicazioni della BCE, impone sostanzialmente alle Bcc di aderire ad un gruppo bancario che abbia almeno 1 miliardo di capitale (ICCREA nel caso di Banca Valdichiana) con lo scopo di agevolare in primo luogo la sistemazione dell’ingente stock di crediti deteriorati (i crediti cioè non più recuperabili) che si è verificato in tutto il sistema bancario a seguito della perdurante crisi economica, e in secondo luogo di agevolare comunque una gestione delle BCC in linea con le esigenze strutturali imposte dalla BCE.
Molte Bcc sono in grado di fronteggiare tale situazione grazie alla loro patrimonializzazione, ma l’impressione è che molte Banche di Credito Cooperativo, soprattutto quelle di ridotte dimensioni, trovino maggiori difficoltà nel superare questa delicata fase di riallineamento ai parametri dettati dalla BCE. E di conseguenza dalla Banca d’Italia, cui spetta la vigilanza anche sulle Bcc. Forse è per questo motivo che si stanno verificando numerose fusioni tra Banche di Credito Cooperativo con effetti, in alcuni casi, disastrosi sul fronte del localismo e della peculiarità sempre vantata di una “economia circolare”, cioè in primo luogo di una attività di intermediazione esercitata sulla propria zona operativa ed in secondo luogo sul riversamento di parte degli utili realizzati a favore delle attività sociali e culturali delle piazze ove la banca è presente con proprie agenzie. Un “circolo virtuoso” che fino ad oggi – è lecito sottolinearlo – è stato premiato dalla clientela, attesa la crescita imponente delle BCC nell’ultimo ventennio.
Ma le “fusioni”, utili in alcuni casi e in altri indispensabili, non possono non tener conto delle realtà socio-geografiche e delle economie locali che hanno contribuito al successo delle Bcc.
Spostare il baricentro di una importante realtà locale (qual è la bcc) può significare un “tradimento” delle aspettative della clientela, composta da depositanti o ricorrenti al credito (o, in molti casi, depositanti e ricorrenti nello stesso tempo). Le fusioni possono avere un senso se, oltre all’analisi degli attesi benefici, rispettino anche l’aspetto sociale e geografico dei territori che ne costituiranno la nuova zona operativa.
Queste perplessità sono nitidamente emerse nell’assemblea di Sanfatucchio. I Soci di Banca Valdichiana che vi hanno partecipato hanno espresso preoccupazione del possibile abbandono da parte della Bcc di una zona geograficamente estesa ed additata come periferica, e forse proprio per questo in maggiore difficoltà nel trarre vantaggio da una auspicabile possibile ripresa economica .
Una preoccupazione legittima a nostro parere, che può essere validamente contrastata dalla sovranità del voto capitario dei soci.