di Paolo Scattoni
Ieri si è tenuta una lezione alla LUBIT di Rosy Bindi nel palazzo vescovile. È stata una rievocazione delle figure di Piersanti Mattarella e di Vittorio Bachelet, assassinati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro quarant’anni fa. È stata la replica di un’iniziativa analoga tenutasi la mattina al liceo di Montepulciano.
Di Piersanti Mattarella Rosy ha ricordato l’impegno in politica e da presidente della Regione le leggi e le azioni che avrebbero dovuto condurre ad una amministrazione “normale” che avrebbe dovuto portare ad isolare e progressivamente eliminare il sistema politico mafioso così dannoso non soltanto per quelle terre ma per l’intero Paese.
Ancora più intenso il ricordo di Vittorio Bachelet che fu assassinato all’uscita dalla lezione alla Sapienza Università di Roma per mano delle brigate rosse. Rosy Bindi, ricercatrice sua assistente, era con lui. È stato bello il ritratto di uno studioso che aveva ricoperto una carica importante come la vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura viveva l’università come una missione. Commoventi gli aneddoti. Stupendo il ricordo della preghiera del figlio Giovanni alle esequie che commosse tutto il Paese : “Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri.»
Rosy ci ha poi detto che quando chiese a Giovanni il motivo lui ha semplicemente risposto “così ho fatto perché da bambino l’ho letto nel catechismo”.
La lezione si è poi conclusa con un dibattito assai interessante sull’impegno dei cattolici in politica nel rispetto della laicità del governo della cosa pubblica.