di Paolo Scattoni
Questo articolo è personale e non impegna altri. Nel post precedente ho sollevato la questione dei “recettori” delle emanazioni del depuratore di Bioecologia. Quel post sta avendo un buon numero di accessi (ad oggi oltre 300) almeno per gli standard di questo blog. Credo che al momento le domande senza risposta sono principalmente due:
1) Perché nella relazione integrativa si documentano “recettori” distanti oltre un chilomentro e non si tiene conto delle tante attività collocate a poche decine di metri? Mi riferisco alle numerose aziende a confine con quel lotto, un supermercato (Socegross), una palestra, un ristorante e altro ancora. Se quindi ci sono, e i cattivi odori lo starebbero a dimostrare, inquinanti dell’atmosfera questi interessano soprattutto le attività a confine con l’impianto. Sono state considerate?
2) Una seconda domanda riguarda il vincolo paesaggistico. Come noto la cosiddetta legge Galasso del 1985 ha inserito, in aggiunta alle aree vincolate in base alla legge 1497 del 1939 anche intere categorie di aree, una di queste rigiarda la fascia di 150 metri dall’argine di torrenti come nel nostro caso. Nell’allegato tecnico che Bioecologia ha allegato alla relazione integrativa si legge:
“l’area sulla quale insistono i fabbricati è soggetta a Vincolo Paesaggistico Ambientale – ex Lege 431/85 Galasso, in quanto con la stesura del nuovo Piano Strutturale del Comune di Chiusi , nel marzo del 2015 è stato fatto il recepimento del PIT con conformazione ed approvazione del Piano Operativo (esito della conferenza paesaggistica) con atto consiliare di approvazione delibera n° 24 del 1.04.2016.
– precedentemente a tale data l’area non era soggetta ad Autorizzazione Paesaggistica”
Io leggo questo passaggio come segue: dalla legge Galasso sino all’approvazione del Piano Operativo a Chiusi non sono stati rilasciati i relativi nullaosta per le categorie previste (nel nostro caso torrenti).
Se questa mia lettura fosse corretta ci sarebbe da capire se il DOVUTO nullaosta sia stato rilasciato per i lavori sull’impianto di Bioecologia. Questo tema mi riporta alla mente una vicenda del lontano 1981 quando si scoprì che negli anni 1978-1980 i nullaosta che doveano essere rilasciati (in quel periodo dalla Regione) non erano stati richiesti. Ci fu anche una falsificazione di nullaosta tramite fotomontaggio.
Speriamo che la storia abbia insegnato qualcosa.
Sarebbe però opportuno che i residenti delle Biffe si muovessero chiedendo per iscritto ragione di queste di Bioecologia che sembrano mostrare grossolane omissioni.
I consiglieri comunali tutti sia di Chiusi che di Città della Pieve potrebbero inoltrare interrogazioni e interpellanze ai rispettivi Consigli comunali. Se poi hanno contatti con consiglieri regionali potrebbero far chiedere anche in quella sede. Chiedere è legittimo. In questo caso vista la delicatezza del caso, doveroso. Sempre per iscritto ovviamente.
L’avvocato Elona Kerengi ha commentato su questo articolo condivso su facebook. Lo riporto anche qui per completezza:
Elona Kerengi Per quanto di mia conoscenza, le emissioni che possono avere un impatto ambientale prendono il nome di sorgente, mentre le matrici ambientali che possono essere “bersaglio” delle emissioni prendono il nome di recettore. All’interno della categoria dei recettori, ci sono quelli sensibili, in rapporto a quella determinata forma di sorgente/emissione (che può essere atmosferica, acustica, odorigena etc). I recettori, pertanto, possono includere non solo gli insediamenti umani, sotto molteplice forma, manifestazione e organizzazione, ma anche il contesto ambientale in senso ampio, come ad esempio i parchi pubblici, le aree esterne destinate ad attività ricreattive, aree territoriali edificabili, suolo e sottosuolo etc. Conseguentemente l’impatto ambientale sorgente – recettore deve includere sia la valutazione del rapporto esistente tra una determinata emissione e relativo recettore “bersaglio” di quella specifica emissione e sia la valutazione complessiva dell’insieme degli effetti delle sorgenti e relativi impatti sui recettori “bersaglio” nel loro “unicum”