di Paolo Scattoni
In un articolo precedente si è parlato di un’integrazione al progetto presentato da Bioecologia per “sanare” una vecchia autorizzazione da anni scaduta. Gli esperti del Comitato ARIA stanno esaminando quella documentazione. A titolo del tutto personale, oltre a quanto già scritto, mi sembra interessante un punto della relazione alquanto singolare. Vi si scrive quanto segue:
“Anche la vigente autorizzazione tiene conto di questa eventualità prescrivendo misure mitigazione e di monitoraggio, che la ditta rispetta regolarmente nell’esercizio dell’attività. È tuttavia proprio l’esercizio pluriennale a confortare, evidenze operative alla mano, sulle valutazioni impianto specifiche: la conduzione del processo depurativo è tesa a prevenire e limitare in termini assoluti le maleodoranze, in particolare attraverso l’adeguata ossigenazione del comparto biologico”
Insomma secondo Bioecologia sinora tutto è andato bene. Forse gli abitanti e gli operatori economici delle Biffe e delle Cardete la puzza se la sono inventata.
Mi anticipa uno degli esperti che sta lavorando sull’ultima documentazione:
“ Nella relazione si presenta un quadro emissivo rispetto alle maleodoranze da manuale, mentre l’esperienza comune di chi frequenta la zona e le attività presenti in essa, dimostra esattamente il contrario. Maleodoranze diffuse che si intensificano con particolari condizioni metereologiche, molto frequenti nella zona di Fondovalle. Interessante anche l’affermazione per cui l’impianto non tratterebbe quantità maggiori di rifiuti: sebbene nel totale sia potenzialmente vero, è vera anche la richiesta di poter estendere le quantità frazionarie dei codici di rifiuti trattati fino alla quantità totale. Questo significa che si potrebbero trattare fino a 99000t di un singolo rifiuto, magari proprio quello più inquinante e maleodorante, evenienza vietata dall’attuale autorizzazione”.
Questa è soltanto un’anticipazione di uno studio in corso. Non è proprio rassicurante. L’invito ai più diretti interessati è quello di attivarsi il prima possibile.
È chiaro che adesso tutti hanno un solo pensiero in testa ma prima o poi dovremo tornare a parlare di queste cose, anche perché nel lungo periodo riguardano la salute quanto e più di ciò che stiamo vivendo adesso.
Sono d’accordo con te ma fino a quando non si potranno fare consigli comunali di queste cose non.si potrà parlare, anche perché, tolto questo blog, ormai la collettività di Chiusi non ha altro che gli articoli di sedicente informazione che riportano le parole del Sindaco sull’epidemia.
x Luca Scaramelli. Io credo però che se oggi si guarda al pericolo del virus, non ci si debba dimenticare di cosa ci aspetti in prospettiva perché sono in troppi oggi ad approfittarsi della paura. Il rilancio proprio in questi giorni della seconda pista dell’aeroporto sul parco della piana i Firenze ne è un esempio. Invito ad analizzare la pagina relativa sul sito dell’Autorità Regionale per la Partecipazione.
Anche a Chiusi nel suo piccolo è successa e sta succedendo la stessa cosa. La vicenda di un bilancio comunale di previsione discusso (si fa per dire) er 17 minuti ce lo racconta. Poi c’è la vicenda del Palapania che ha visto l’esclusione per sospette infiltrazioni mafiose per la ditta di Vibo Valentia vincitrice dell’appalto. Aveva ricevuto un anticipo di 44.000 euro. Sono state eseguite le perizie per valutare quanto deve essere riconosciuto? È avvenuto il cosiddetto “scorrimento” della graduatoria per la nuova assegnazione? C’è la vicenda carbonizzatore, che il sindaco dice essere definitivamente chiusa, ma che dalla corrispondenza intercorsa fra Regione e ACEA si capisce che indendono ripresentare il progetto. C’è infine la vicenda depuratore trattato in questo post. Bioecologia invia proprio ora integrazioni che ad un’accurata analisi da parte degli esperti del Comitato ARIA risultano alquanto dubbie. Le dovute preoccupazioni e attenzioni per il corona virus non ci facciano dimenticare di chi ne vorrebbe approfittare per far passare decisioni non gradite.
Le vicende degli ultimi tempi ci dicono che fondamentalmente siamo animati da due sentimenti: l’egoismo e la paura. Qualche mese fa la paura del carbonizzatore è stata la paura di migliaia di persone che si sono unite per combattere quel pericolo, oggi la paura è un’altra ed è sintomatico vedere come “il mostro” che in tanti avrebbero spellato vivo oggi sia l’eroe che ci difende dal nuovo terrore che ci attanaglia. Credo che nella collettività ci siano competenze e intelligenze in grado di ragionare razionalmente e non solo in base ad egoismo e paura, mi auguro che quelle persone siano in grado ed abbiano la volontà di emergere.