La mutazione genetica del Pd chiusino è stata completata. Ieri sera all’incontro della giunta con il “suo popolo”, alla festa de l’Unità, se ne è avuta evidente e conclamata conferma.
Per la verità, qualcuno più sveglio e avvertito, Marco Lorenzoni su tutti, se ne era accorto già da tempo.
Queste righe non vogliono esprimere un giudizio di valore, ce ne sarà modo e tempo, ma segnalare a chi ancora si balocca con termini come sinistra, democrazia o partecipazione e giustizia che in quell’area la moneta corrente che circola copiosa è ben altra. E assomiglia tanto a quella sparsa a piene mani in tutti questi anni dall’attuale Presidente del Consiglio.
Ovviamente, ci sarà chi si sentirà offeso da queste considerazioni, ma la realtà, purtroppo, è proprio questa. Sinceramente fa un certo effetto vedere vecchi compagni (si può ancora dire senza offendere nessuno?) battere le mani all’udire espressioni coniate dal circo berlusconiano. Questo è quanto si è visto ieri sera.
Si respirava un’aria “giovane e dinamica”, che i neo amministratori “ambiziosi e motivati” alimentavano sugli assist della giornalista reperita per l’occasione.
Ma quello che mi ha colpito maggiormente è sono state non tanto le esibizioni di chi era dietro al tavolo quanto le reazioni entusiastiche della platea che ha sottolineato, con frequenti applausi, la spiegazione dei comunicati stampa e le dichiarazioni di intenti. Un’assoluta consonanza di vedute.
Questi “giovani amministratori” sono espressione, se non della maggioranza dei chiusini, certamente di una larghissima fetta di popolazione che di valori, ideali e politica non sa più che farsene e la cui unica aspirazione pare sia diventata la contiguità con un potere piacione e attento a soddisfare i tanti piccoli egoismi personali.
Per rendere l’idea: preoccupano le cacche che i cani lasciano su aiuole e marciapiedi ma su un’azienda insalubre che si amplia nessuno ha nulla da dire o chiedere.
Naturalmente dall’esposizione degli amministratori non sono venute solo banalità da passerella ma anche notizie (il Piano strutturale verrà adottato entro l’anno) e qualche nota condivisibile (l’intervento del capogruppo Brilli) ma, adattando il titolo di una vecchia canzone, si può tranquillamente dire di aver assistito a dei “belli senz’anima” che tanto sono piaciuti al popolo del Pd.
La politica, almeno come la intendono quelli come me, se ancora esiste è da tutt’altra parte e fa tanta tristezza vedere gente con le mani callose e con il viso segnato da una vita di fatiche accalorarsi sui temi e i comportamenti imposti dalle televisioni e dal teatrino della politica.
Quello che una volta era il popolo dei lavoratori ormai non si distingue più dal popolo delle (proprie) libertà. Credo che sia in questa amara verità anche la spiegazione del declino di una città che fa tanta fatica a trovare una via d’uscita credibile e percorribile.
Mentre qui ci si compiace di un mercatino o di un concorso di bellezza altrove si ragiona del ruolo e della funzione delle banche, del lavoro che distrugge il lavoro, di come garantire una mobilità non basata sull’auto privata o di come il volano delle opere pubbliche può essere attivato, della tutela del paesaggio e di offerta turistica integrata…
Si, ma vaglielo a spiegare.
Caro Miccichè, forse ho enfatizzato un po’ troppo l’aspetto emotivo, ma per quanto riguarda le mie scelte politiche sin dagli inizi degli anni novanta (prima di mani pulite) ho ritenuto conclusa la “spinta propulsiva” dei partiti nati dalla resistenza.
Ho appoggiato il movimento La Rete proprio perchè pensavo fin da allora che la democrazia dovesse sostanziarsi in altre forme.
Quanto ai mezzi, almeno a Chiusi e non certo da solo, ho dato vita agli inizi degli anni ottanta al mensile L’Agorà e lo scorso anno al blog.
Non sono certo fatti rivoluzionari ma almeno qualche sommovimento nelle paludose acque della politica chiusina l’hanno prodotto.
Serve altro? Certamente. E per quanto mi riguarda non solo ne sono convinto ma sono anche disposto a metterci un po’ di tempo e di denaro.
Per carità, legittima reazione di fronte ad una profonda mutazione genetica ma “Zitti e mosca” è del 1991…..quindi tutto questo può addolorare ma non sorprendere.
Onde evitare però che, girando pagina, non ci si ritrovi sempre allo stesso punto, bisogna aggiornare la lettura della realtà e, conseguentemente, modalità e strumenti del fare politico. Legalità e Consapevolezza – da perseguire anche attraverso l’altro binomio: Trasparenza e Partecipazione – sono alcune tra le linee guida per contrastare questa deriva. Su questo bisogna impegnarsi, voltando pagina però anche rispetto ai metodi utilizzati. Gli strumenti della vecchia politica non sono più buoni, così come una “vibrante nota di protesta” protocollata e messa agli atti, produce lo stesso effetto del solletico ad un rinoceronte…per usare la versione casta di ben altre e più colorite espressioni.
Verissimo quello che sottolinea Miccichè.
Il dado è tratto, e non da ieri.
Però, per un vecchio comunista come me, fa ancora effetto veder trasformare un dibattito pubblico alla festa de L’Unità in una puntata di “Amici”.
…hai voglia a girar pagina…..lo scritto rimane sempre quello, purtroppo.
Credo che sia urgente promuovere nuovamente il dibattito tra i cittadini attraverso il comitato Res Publica che molti frutti ha dato. E’ vero, dobbiamo fare in fretta sprattutto per i nostri giovani, quelli che ancora credono che la politica può essere avvincente e vincente se vissuta con libertà, onestà, rispetto e partecipazione.
”Un povero” non è un povero perchè non ha soldi, è un ” povero” perchè diventa uno strumento di affiliazione diretta od indiretta alla struttura del potere, che ha sempre fatto sì che la ricchezza prodotta venga suddivisa in parti disuguali a chi ha deteminato a produrla.Ancora non abbiamo toccato il fondo, troppo ce n’è ancora, ma si prepara una stagione triste e nera per i figli di coloro che oggi applaudono, ritenendo che questa politica sia una politica progressista mentre assumono tutte le caratteristiche di sostanza e di apparenza, psicologiche e di contenuto
fornite dai mass media in direzione di berlusconiana amoralità.Tali politiche sono ideate e messe in atto da pochi contro l’interesse di molti, quei molti che fra qualche anno e forse prima saranno messi l’uno contro l’altro a raschiare il fondo del barile.Ci stiamo arrivando a passi veloci e poco tempo fà ritenevo che la parabola della nostra generazione di 65 enni non avrebbe fatto in tempo a vedere questo compimento, adesso stò cambiando idea vista l’accelerazione del processi economici sui quali quelli che applaudono oggi non possono minimamente influire e diventano vittime. Lo siamo tutti sul piano materiale, ma dei distinguo si impongono.Diceva un mio amico tale Flavio Esposito:” chi pensa col cervello
degli altri il proprio se lo può vendere”.
Concordo su tutto tranne che sulle tempistiche. Tutto questo – e non solo a Chiusi – era già avvenuto da diversi anni. Inutile rimpiangere un passato ormai “passato”; si deve in fretta girare pagina.