di Paolo Scattoni
In questi giorni di quarantena si cerca di sopravvivere come si può. C’è chi si associa alla richiesta di pubblicare le copertine dei libri più amati, chi invia foto degli anni giovanili, e così via.
Io, più modestamente, cerco di esplorare nei miei archivi cartacei e digitali colpevolmente disordinati. Oggi propongo un articolo collocabile ai primi di luglio del 2011 intitolato “Chiusi, depuratore delle Biffe perché tanta fratta”.
Commenta una delibera presa nel primo Consiglio comunale del 23 giugno 2011. La delibera riguardava appunto il depuratore e l’articolista giustamente nota ”La maggioranza ha portato l’argomento come primo punto all’ordine del giorno e lo ha approvato nonostante le perplessità espresse dalle opposizioni che volevano, quantomeno, vederci un po’ più chiaro”. L’articolo prosegue ponendo sette interessanti domande
“1) perchè della questione la maggioranza non ha mai parlato in campagna elettorale?
2) E’ una questione che è emersa solo adesso oppure era in gestazione da mesi? Noi pensiamo che sia più probabile la seconda ipotesi. Da qui i dubbi e i cattivi pensieri sul silenzio del Pd e dei suoi alleati.
3) Uno dei partiti di maggioranza, SEL, in varie discussioni interne e anche in una interrogazione al sindaco, presentata al momento dell’acquisizione del centro carni da parte del Comune, si poneva la domanda sul perché il depuratore non fosse contemplato nel progetto di riconversione dell’area. Ora, SEL non ha più domande da fare?
4) Perché il depuratore non è contemplato del progetto di riconversione del’area del centro carni? Non ne fa più parte?
5) Perché tanta fretta e anche un po’ di arroganza nell’approvare la variante di ampliamento? Non sarebbe estato meglio discuterne apertamente e alla luce del sole, coinvolgendo i cittadini su una questione che – trattandosi appunto di industria insalubre – riguarda anche la loro salute?
6) Perché nessuno ha mai spiegato ai cittadini cosa si “tratta” e cosa si “depura” nell’impianto delle Biffe? E’ lecito chiedere che qualcuno, almeno adesso che si vuol ampliare il depuratore, faccia un po’ di chiarezza in proposito?
7) i comuni limitrofi di Cetona e Città della Pieve (l’area produttiva delle Cardete in territorio pievese dista solo un centinaio di metri) sono stati informati della decisione? Avranno qualcosa da dire?”
L’articolo poi conclude con un appello alla nuova amministrazione comunaleappena insediata perché “mettesse le carte in tavola e informasse la cittadinanza su come stanno le cose, sui progetti in corso, sui rischi eventuali che l’operazione comporta. lLo chediamo all’Amministrazione e nona Sienambiente o Bioecologia perchè è il Comune l’ente che deve garantire la sicurezza, la trasparenza, la salute. Gli altri sono i gestori e non si può chiedere all’oste se il vino è buono oppure no…” (da un articolo su Primapagina di Marco Lorenzoni).
Ebbene con piccoli ritocchi quell’appello è valido anche oggi. Ma quelli che “non possono non dirsi bettolliniani” quelle domande non mi pare le facciano più.
x Luca Scaramelli. Allora confermi che un’interrogazione sul depuratore c’è?
Se chi “comanda” si ricorderà che esiste un consiglio comunale e che può essere convocato anche in videoconferenza come hanno fatto da altre parti…
x Luca Scaramelli. Polemiche a parte, forse i consiglieri di minoranza e di maggioranza potrebbero far proprie quelle domande opportunamente aggiornate e porle in consiglio comunale. Se fosse già stato fatto questo blog, come sempre, è pronto a diffondere per facilitare la partecipazione.
Quelli che “non possono non dirsi bettolliniani” adesso sono impegnati a sviolinare…
Ancora sto ridendo per una chiusura del pezzo improntata al buonumore.
Di questi tempi, poi…