di Paolo Scattoni
È di ieri la sentenza della Corte Costituzionale che annulla il divieto di iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo. le conseguenze di quella norma sono state nefaste, grandi i disagi. Senza il rilascio della carta di identità non si può accedere agli esami per il rilascio della patente. Ancora più pesante l’impossibilità di poter ottenere una postepay d il relativo IBAN. Se questi rifugiati lavoravano non c’era la possibilità di farsi pagare tramite versamento bancario, ma soltanto in contanti. Nei centri di accoglienza stranieri si doveva mettere quanto guadagnato “sotto il materasso” con i problemi che si possono immaginare. In tutti i comuni delle nostre parti nessuno ha avuto il coraggio di opporsi a questa misura, che fin dall’inizio veniva denunciata da tanti come anticostituzionale.
Per fortuna in Italia ci sono stare alcune, se pur rare, eccezioni. Capofila di questa coraggiosa posizione è stato il sindaco di Palermo Leouca Orlando. All’indomani della promulgazione della legge scriveva al responsabile del settore con il mandato di approfondire “[…] tutti i profili di profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della già citata L. 132/2018 e, nelle more di tale approfondimento, impartisco la disposizione di SOSPENDERE, per gli stranieri eventualmente coinvolti nella controversia applicazione della legge 132/2018, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alla procedure di iscrizione anagrafica ”
La sentenza della Corte Costituzionale oggi rende giustizia a quelle posizioni minoritarie. Per fortuna in questo Paese ci sono ancora politici che hanno coraggio.
x Gisella. Ho pensato anche a lui quando ho letto la notizia della sentenza. Per fortuna ancora qualche briciola di civiltà giuridica è rimasta in questo Paese.
Ottimo!!! Claudio ne sarebbe stato molto contento!!!